giovedì 17 novembre 2011

Psicopatici in giacca e cravatta



L’avidità, non trovo una parola migliore, è valida, l'avidità è giusta, l'avidità funziona, l'avidità chiarifica, penetra e cattura l'essenza dello spirito evolutivo. L'avidità in tutte le sue forme: l'avidità di vita, di amore, di sapere, di denaro, ha improntato lo slancio in avanti di tutta l'umanità.
Gordon Gekko, “Wall Street” (1987)

Il più ricco 1% del paese possiede metà della ricchezza del paese, 5 trilioni di dollari. Un terzo di questi viene dal duro lavoro, 2/3 dai beni ereditati, interessi sugli interessi accumulati da vedove e figli idioti, e dal mio lavoro, la speculazione mobiliare-immobiliare. È una stronzata, c'è il 90% degli americani là fuori che è nullatenente o quasi.
Gordon Gekko, “Wall Street” (1987)

Io non creo niente, io posseggo. E noi facciamo le regole: le notizie, le guerre, la pace, le carestie, le sommosse, il prezzo di uno spillo. Tiriamo fuori conigli dal cilindro mentre gli altri, seduti, si domandano come accidenti abbiamo fatto. Non sarai tanto ingenuo da credere che noi viviamo in una democrazia: vero, Buddy? È il libero mercato, e tu ne fai parte: sì, hai quell’istinto del killer…
Gordon Gekko, “Wall Street” (1987)

L'economia di mercato è questa. E' ovvio che se pagassi tutte le tasse e rispettassi tutte le leggi (fatte spesso dalla sinistra anticapitalista), mi avanzerebbe quello che avanza ad uno operaio. Qui ognuno si gioca la sua partita, non vi pare? Voi no? Siete al mondo solo per farci la morale oppure siete come noi ma non riuscite a fare quello che riusciamo a fare noi?
Messaggio di "Leghista", 23 settembre 2009 a Repubblica.it

Alessio Rastani, operatore finanziario indipendente (fatto confermato da New York Times, Forbes e Guardian), intervistato dalla BBC:
Rastani: "Io sono un operatore finanziario, non mi preoccupa la crisi, se vedo un'opportunità di fare denaro, la seguo. Per cui per la maggior parte dei brokers non è questo il punto. Noi non ci preoccupiamo di come sistemare l'economia o di come si supererà questa situazione. Il nostro lavoro e fare soldi e io personalmente ho sognato questo momento negli ultimi tre anni. Devo confessarlo, ogni notte vado a dormire sognando un'altra recessione, un altro momento come questo. Perché c'è molta gente che non lo ricorda, però la depressione degli anni 30 non è stata solo il crollo dei mercati. C'era gente preparata a fare soldi con quel crollo. E io credo che questo lo può fare chiunque, non solo un'élite. Chiunque può fare soldi con questo, è un'opportunità. Quando il mercato crolla, quando l'euro e le grandi Borse crollano, se sai cosa fare, se hai il piano corretto davanti, puoi fare una barca di soldi: per esempio, con una strategia di hedge funds o investendo nel debito sovrano, cose come questa".
Giornalista: "Se può vedere le persone che sono qui con me, vedrà che sono rimaste a bocca aperta ascoltando quello che dice. La ringraziamo per il candore, ma questo non ci aiuta e non aiuta neanche l'Eurozona".
Rastani: "Ascolti, a tutti quelli che ci stanno ascoltando. Questa crisi è come un cancro. Se aspettano e aspettano senza fare niente, questo cancro continuerà a crescere e sarà troppo tardi. Quello che dovrebbero fare è prepararsi. Questo non è il momento di credere che i governi sistemeranno le cose. Loro non governano il mondo. Goldman Sachs governa il mondo. E a Goldman Sachs non importa questo pacchetto di misure di salvataggio e neanche importa ai grandi fondi di investimento. Guardi, io voglio aiutare le persone e la gente può guadagnare soldi da questo, non solo i brokers, quello che devono fare è imparare a fare soldi in un mercato in caduta, la prima cosa che devono fare è proteggere i loro investimenti, proteggere quello che hanno, perché la mia previsione è che in meno di 12 mesi i risparmi di milioni di persone spariranno e sarà solo l'inizio. Per cui il mio consiglio è preparatevi e agite adesso. Il maggiore rischio che correte adesso è non agire". 

È importante esaminare la pretesa degli esseri umani che vivono in cima alla piramide sociale di essere lì per i propri meriti (talento, intelligenza e tenacia) e non per la loro mancanza di scrupoli, abbondante spietatezza, sfrenata ambizione, sconfinata avidità. Le ricerche di Daniel Kahneman (Nobel per l’Economia) corroborano il nostro scetticismo. Ha scoperto che quelle dei consulenti finanziari sono illusioni cognitive e che il loro ruolino di marcia è a dir poco contradditorio, casuale quanto il lancio di un dado. Quelli che ricevono i bonus maggiori sono semplicemente i più fortunati. Questi risultati sono stati confermati da altri studi. Il che ci permette di asserire che i pesci grossi di Wall Street meritano le loro remunerazioni quanto le meriterebbe uno scimpanzé in grado di lanciare una moneta. 
Si può fare un discorso analogo per moltissimi capi, che quasi sempre sono meno lucidi e talentuosi dei loro sottoposti. Chi non ne ha fatto esperienza? Anche quest’impressione è stata verificata da esperimenti psico-sociologici. Belinda Board e Katarina Fritzon hanno esaminato 39 alti dirigenti di alcune tra le maggiori imprese britanniche, mettendo a confronto i risultati con quelli dei pazienti dell’ospedale criminale di massima sicurezza di Broadmoor. La corrispondenza non era perfetta, ma su certi indicatori riguardanti la psicopatia gli esiti dei test di questi dirigenti hanno fornito risultati equivalenti o persino superiori a quelli di pazienti ai quali sono stati diagnosticati disordini della personalità di tipo psicopatologico. In particolare Board e Fritzon hanno rilevato che i tratti psicopatici sono precisamente gli aspetti caratteriali più apprezzati dai reclutatori d’impresa. Devono saper mentire, lusingare e manipolare senza farsi scoprire. Se sono fortemente egocentrici ed ambiziosi, convinti che tutto gli è dovuto, disposti a sfruttare il prossimo, carenti in quanto ad empatia e coscienza, saranno avvantaggiati in certi ambiti professionali. Leggendo la letteratura specialistica Monbiot è giunto ad una semplice ma ragionevole conclusione: se uno psicopatico nasce in una famiglia povera finirà probabilmente in carcere, se invece nasce da genitori ricchi avrà successo nel mondo del business. Questo non significa che tutti i dirigenti sono psicopatici, ma solo che il sistema sembra considerare virtù quelle che i non-psicopatici comunemente reputano essere vizi e patologie e, di conseguenza, la capacità produttiva e creativa è stata sacrificata a beneficio della mimesi parassitaria, l’abilità di prendere dagli altri senza sentirsi in dovere di dare alcunché in cambio, come dei signorotti feudali, al punto che molti di loro distruggono le attività di cui prendono il controllo. 
In una cosa sono però decisamente brillanti, nell’usare i media per proiettare un’immagine mitica, di individui superiori dotati di talenti sovrumani, che hanno un diritto naturale a tutto ciò che possiedono e che generano ricchezza, e dunque sono moralmente inappuntabili. La realtà è ben diversa: hanno depredato le risorse della terra, la forza lavoro e la creatività dei loro dipendenti, impoverendo la natura e l’umanità. Ora hanno spinto l’economia globale sull’orlo della bancarotta. Il trionfo finale dell’”etica” liberista al centro delle politiche di Margaret Thatcher e Ronald Reagan, quelle che hanno trasformato radicalmente la società occidentale. Negli USA, tra il 1947 ed il 1979 la produttività aumentò del 119% e il reddito del quinto più povero della popolazione crebbe del 122%. Al contrario, tra il 1979 ed il 2009, la produttività è aumentata dell’80%, mentre il reddito del quinto più povero della popolazione americana è DIMINUITO del 4%. Tutto questo mentre il reddito dell’1% più ricco cresceva del 270%. Tra il 1999 ed il 2009, nel Regno Unito di Tony Blair, il reddito del 10% più povero è sceso del 12% e quello del 10% più ricco è cresciuto del 37%. Il coefficiente Gini per la disuguaglianza è salito da 26, nel 1979, a 40, nel 2009.
FONTE:

Le Figaro ha pubblicato il 28 settembre 2011 un articolo di Isabelle Foucaud su uno studio per la preparazione di una tesi all’Università di San Gallo in Svizzera di Pascal Scherrer, un giurista, e Thomas Noll, un amministratore della prigione Pöschwies di Zurigo. Gli svizzeri si sono interessati ai trader in seguito all’affare del borsista fraudolento della banca UBS. Lo studio di Scherrer e Noll si interessa alla psicologia dei trader, che si attesta come una tipologia molto vicina a quella degli psicopatici, ma più accentuata (di quella degli psicopatici. Mettiamo in ordine i pericoli…): “Hanno sottoposto un gruppo di 28 investitori professionali provenienti dalle piattaforme di trading sui prodotti derivati, il forex e il capitale di investimento a dei test di intelligenza e di simulazione informatica al fine di valutare la loro capacità di cooperare e il loro livello di individualismo. Hanno inoltre esaminato la loro capacità di ribellarsi, il loro desiderio di potere, la loro resistenza allo stress e alla paura. I risultati sono stati comparati con quelli di uno studio condotto su 24 psicopatici ospedalizzati in stabilimenti di massima sicurezza in Germania”. I risultati sono convincenti: i trader sono più psicopatici degli psicopatici stessi dal punto di vista caratteriale, della tensione e dell’aggressività della psicologia. Noll ha dichiarato allo Spiegel: “Evidentemente non si può affermare che tutti i trader siano disturbati. Ma si è accertato che hanno un comportamento più egocentrico e che sono più inclini a rischiare rispetto al gruppo degli psicopatici sottoposti allo stesso test.” Nello stesso articolo, Le Figaro ci ricorda, senza sorpresa, che uno studio del New Scientist del 2004 dava dei risultati molto simili per un’altra categoria professionale dello stesso ambiente psicologico in fatto di esigenza di competitività, di totale individualismo, di isolamento completo dalla relazione con le condizioni reali del mondo; in breve una psicologia-Sistema per definizione. (“New Scientist paragona i dipendenti desiderosi di scalare la gerarchia della propria impresa con gli psicopatici, a causa della mancanza di empatia e di compassione in un ambiente di stress.”) In generale, tutti questi ricercatori confermano che l’essenza di questa psicologia non è la sete di guadagno, che non può essere un carattere psicologico dato che si tratta del risultato elaborato di un’intelligenza influenzata dalla sua psicologia; il carattere essenziale è dato dal bisogno pressante di competitività sviluppato da una psicologia molto individualista che rinforza l’individualismo stesso; rimane quindi la domanda essenziale di sapere chi è il creatore e qual è l’origine: se è la psicologia individualista provoca il bisogno di competitività o la necessità-Sistema della competitività che crea e sviluppa una psicologia di volta in volta più individualista. (“Secondo i ricercatori, la spinta principale dei trader non è quella di generare un guadagno maggiore, ma di prendere vantaggio sui propri concorrenti. In questo contesto di competizione, abbandonano ogni approccio riflessivo e strategico di investimento con il solo scopo di battere i propri avversari”).
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di M.L. SABATINO

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