sabato 24 dicembre 2011

Fukushima, a confronto, sarebbe una bagattella




Se scivoliamo in un conflitto con l’Iran, in un modo o nell’altro, le conseguenze saranno disastrose per noi, enormemente disastrose e, contemporaneamente, globali.
Zbigniew Brzezinski, 14 dicembre 2011

Il capo degli ispettori ONU Hans Blix ha dichiarato venerdì che le ispezioni non hanno portato alla luce nessun'arma di distruzione di massa e che le interviste con gli scienziati sono state utili, e ha sollevato dubbi sulle prove esibite dal segretario di Stato Colin Powell che indicavano che l'Iraq potrebbe aver ripulito i luoghi delle ispezioni prima dell'arrivo degli inviati ONU.
Associated Press, "Blix: no weapons of mass destruction", 14 febbraio 2003

Questa non è una nazione pronta ad entrare in guerra:
Specialmente una guerra che ha tutte le carte in regola per scatenare un effetto domino coinvolgendo un numero indeterminabile di altre nazioni, tra le quali delle potenze nucleari.  
Per come la vedo io, solo un idiota farebbe una cosa del genere, oppure una marionetta. Si tratta ora di capire se Barack H. Obama sia un savio, un idiota, o una marionetta. 
Per il momento il suo entourage ed i suoi alleati stanno facendo tutto il possibile per fargli fare una pessima figura.

Leon Panetta (Segretario della Difesa) ha dichiarato – non si sa bene sulla base di quale valutazione, visto che il più recente rapporto AIEA non corrobora questa sua posizione – che l’Iran avrà l’arma nucleare entro un anno (fine 2012) e che gli Stati Uniti non permetteranno che ciò avvenga:
Per chi non ha ancora capito quanto ipocrita, menzognera, stupefacentemente malvagia (e chiaramente suicida, per chi ha occhi per vedere) sia la condotta dell’Occidente riguardo a questa problematica:
Il generale Martin Dempsey, capo dello Stato Maggiore, che ha in precedenza espresso in più di un’occasione la sua fortissima riluttanza a coinvolgere la nazione in un conflitto con l’Iran, espandibile al mondo intero, ha comunque rassicurato l’amministrazione Obama sul fatto che l’esercito americano è pronto per l’attacco.
Forse in considerazione del fatto che i soli bombardamenti aerei non sarebbero in grado di bloccare il programma atomico iraniano, a partire dal 2010 Israele ha cominciato a posizionare su base permanente i suoi sottomarini nucleari al largo delle coste iraniana:
[N.B. Israele non solo ha armi nucleari ma voleva fornirle al Sudafrica dell’apartheid (soluzione finale del problema dei neri?)]:
Dimostrando grande previdenza, le guardie rivoluzionarie iraniane hanno già preparato le fosse per i caduti di una guerra che si annuncia molto poco chirurgica e sanguinosissima:
Forse, se l’opinione pubblica internazionale si rendesse conto di quel che rischiamo tutti, SCENDEREBBE NELLE STRADE E BLOCCHEREBBE OGNI ATTIVITA’ PRODUTTIVA COME FORMA DI AUTODIFESA NONVIOLENTA.
Esaminiamo dunque queste conseguenze:
Innanzitutto i milioni di civili iraniani (e le decine di migliaia di lavoratori e residenti stranieri, incluse le centinaia di Italiani) che vivono nelle metropoli prossime ai siti nucleari e i siti patrimonio dell’umanità, che sarebbero spazzati via o resi inaccessibili per un numero incalcolabile di anni (il tempo di dimezzamento dell’uranio 235 è di 700 milioni di anni e quello dell’uranio 238 è di 4,5 miliardi di anni!). Nessuno ha mai bombardato un sito nucleare operativo. Il Pentagono ha calcolato che l’effetto di UN SINGOLO ATTACCO atomico sarebbe la morte di 3 milioni di persone nelle prime 2 settimane e la contaminazione radioattiva di un’area che includerebbe il Pachistan e l’India, ossia centinaia di milioni di persone (!!). 35 milioni di persone sarebbero ad altissimo rischio di sviluppare un tumore. Se nei pressi ci fossero magazzini di agenti chimici e biologici anch’essi si diffonderebbero nell’aria. I siti nucleari più in profondità resterebbero intatti!
E questo senza contare le conseguenze dell’esplosione di un reattore, che produrrebbe un inquinamento radioattivo della durata di 700 MILIONI DI ANNI che renderebbe istantaneamente inaccessibile la metà delle riserve petrolifere del mondo.
Nel marzo del 2003 le particelle radioattive delle armi all’uranio impoverito usate da Stati Uniti, Regno Uniti ed Australia raggiunsero l’Inghilterra in 9 giorni, attraversando i cieli di Turchia, Ucraina, Austria, Polonia, Germania, Svezia e Danimarca, per poi toccare anche Norvegia, Finlandia e l’Artico:
Dal 2008 l’Arabia Saudita si prepara agli effetti di una pioggia di scorie radioattive (nuclear fallout)

Il solito Zbigniew Brzezinski, alla fine degli anni Novanta, ci spiegava che queste operazioni non servono a sanare l’economia americana ma esclusivamente per dare corso alle strategie imperiali americane e che solo un qualche tipo di Pearl Harbor consentirebbe di occupare militarmente l’Asia Centrale, il centro geostrategico del globo (l’11 settembre è arrivato circa 4 anni dopo la pubblicazione del libro):
Riferendosi alle nazioni centrasiatiche, Brzezinski usava volutamente termini come: “vassalli”, “tributari” e “barbari”. Tuttavia era ed è rimasto contrario alle guerre, che considera troppo dispendiose rispetto ai benefici che possono apportare, e quindi suggeriva di optare per la soluzione dell’insorgenza anti-governativa (cambio di regime). Brzezinski è rimasto coerentemente all’opposizione durante le campagne asiatiche del dopo-11 settembre ed è ostinatamente contrario alla guerra in Iran, che reputa una catastrofe per gli Stati Uniti e per il mondo:
Se lo dice lui – che rimane comunque un imperialista – c’è da credergli.
Ma forse l’hybris è la condanna di tutti gli imperi.
L’Impero Romano, in declino, fu spinto nell’abisso da uno stato di guerra semi-permanente e da un’incessante lotta intestina tra fazioni parassitarie.
L’Impero anglo-americano, con i suoi satelliti dell’Europa continentale, Israele e l’Arabia Saudita, stanno attraversando un’analoga fase di disfacimento. L’Afghanistan non è pacificato, la Libia è attraversata da tensioni pronte ad esplodere in qualunque momento, l’Iraq ha scelto di mantenere le distanze dai liberatori, il Pachistan minaccia di abbattere i droni americani e interrompe le vie di rifornimento per l’Afghanistan, la Siria, a differenza della Libia, non è precipitata nel baratro della guerra civile fomentata dai soliti noti e le navi da guerra russe nel porto siriano di Tartus sono un fortissimo deterrente contro ogni azione bellica, l’Iran si sta rivelando un osso durissimo, Venezuela e Cuba tengono botta senza troppi problemi. Ad aggravare questa situazione c’è un declino economico sempre più marcato, decine di milioni di cittadini che dipendono dalle tessere annonarie (food stamps) e milioni di altri che non lo fanno solo per non dover ammettere con se stessi di essere alla frutta. E poi ci sono i movimenti di protesta di Occupy Wall Street (sinistra) e del Tea Party (destra).
In tali frangenti, una persona ragionevole non andrebbe in giro a fare il bullo ma cercherebbe di siglare accordi e di addivenire a compromessi. Invece gli Stati Uniti, intossicati dalla brama di potere, collocano missili dalla Spagna all’Europa dell’Est, da Darwin (Australia) alla Turchia. Fanno la voce grossa con la Russia e con la Cina:
Cosa li spinge lungo questa pericolosissima ed autolesionistica china che sembra scimmiottare la parodistica megalomania di "Numero 1", il capo della Spectre? Davvero credono che l’uso di testate nucleari tattiche (ciascuna molto più potente delle bombe atomiche sganciate sul Giappone) per neutralizzare i siti iraniani non avrebbe conseguenze significative per i civili iraniani e per l’intero globo? Non hanno imparato nulla dal disastro di Fukushima? Sono convinti che l’umanità si berrà la fandonia della missione di pace condotta con bombardamenti atomici e continuerà a pensare che la NATO incarni il Bene e le sue vittime siano in realtà degli aggressori? Prevedono di poter gestire un conflitto che presto ingolferà un’area che va dal Mediterraneo Orientale all’India ed alla Cina occidentale, includendo una potenza nucleare come il Pachistan?
Eppure è quello che stanno progettando da anni:
Si chiama Conplan 8022-02 (Concept Plan – ma “con” in inglese è il truffatore; “to con” significa raggirare) e comprende due differenti scenari: “Il primo è la risposta a una specifica e imminente minaccia nucleare, vedi Corea del Nord. Una reazione veloce, un attacco perfettamente preparato che combinerebbe bombardamento di precisione, guerra elettronica e attacchi cibernetici per mettere fuori uso la risposta nord-coreana, e dei commandos che operano in profondità nel territorio nemico, anche per impossessarsi degli apparati nucleari. Il secondo scenario comprende un attacco più generico contro un'infrastruttura di armi di distruzione di massa dell’avversario. Supponendo, per esempio, che l’Iran annunci che è in preparazione un programma urgente per costruire un’arma nucleare, un attacco pluridimensionale di bombardieri e l'impiego della guerra elettronica, cercherebbe di distruggere il programma dell’Iran, mentre forze speciali sarebbero spiegate per neutralizzare e isolare le attrezzature sottoterra. Impiegando tutti gli espedienti dell’arsenale USA per immobilizzare un paese nemico, (come chiudere l’elettricità, disturbare e creare interferenze sui radar e le comunicazioni, penetrare nelle reti dei calcolatori e confondere i comandi elettronici, etc.) l’attacco globale amplifica l’impatto dei bombardamenti eliminando la necessità di distruggere fisicamente gli obiettivi che sono stati neutralizzati in altra maniera. La ragione per cui è stata incluso l'utilizzo di un’arma nucleare come opzione del CONPLAN8022 (una bomba costruita in modo da penetrare nel terreno per distruggere attrezzature sepolte in profondità, ove esistano), è particolarmente sconcertante. Il Piano di Attacco Globale mantiene l’opzione nucleare come riserva dove l’Intelligence indichi un imminente attacco nucleare nemico sugli Stati Uniti, o dove ci fosse bisogno di distruggere un obiettivo difficile da raggiungere
Sappiamo che quasi certamente questo è il piano che hanno in mente:
A mio parere, l’esito più probabile di questa strafottenza sarà la distruzione degli Stati Uniti e di Israele. Hanno avuto diverse chance di intraprendere la strada della pace e della collaborazione con le altre nazioni, ma hanno scelto di usare il terrorismo e l’umanitarismo per proseguire le loro strategie imperiali. La crisi socio-economica in cui versano gli Stati Uniti è talmente grave che i disordini interni, sempre più drammatici, non si faranno attendere. Inoltre, quando il bullo è debole le sue vittime sono subito pronte a coalizzarsi per pestarlo. Non finirà bene per gli Americani e per gli Israeliani e mi dispiace moltissimo per quei milioni di loro  onesti, sensibili e compassionevoli che hanno fatto quel che potevano per salvare i loro rispettivi paesi da questa funesta deriva. Si meritavano di meglio e invece il gorgo li risucchierà, assieme agli idioti ed alle marionette.
A meno che non si riesca a interrompere la guerra con scioperi di massa, globali, dimostrando che siamo un’unica specie, solidale e determinata a sopravvivere

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