domenica 13 novembre 2011

Imperialismo à la google



Non mi piace come si sta muovendo google e non penso che entrerò mai nel “magico mondo” di google+ che ha generato entusiasmi di nicchia da setta di fanatici religiosi.  
Già FB hai i suoi bravi problemi con la privacy e la “polizia morale” delle attività degli utenti, ma l’espansione di google in ogni sfera digitale minaccia di creare un controllo centralizzato e generalizzato sulle informazioni ed opinioni personali senza precedenti (tra i privati).
Il tutto con il benestare dei clienti adescati dalla tecnica di marketing del “pochi eletti: non puoi restarne fuori”. Un servizio “esclusivo” che poi procede viralmente, su inviti di circoli privilegiati: “Io sono dentro, ti concedo di farne parte”. Finché l’esclusività non termina, quando la progressione geometrica degli inviti produce milioni di membri.
Nel frattempo, però, google ha esteso massicciamente i suoi tentacoli su innumerevoli interazioni, dal motore di ricerca, all’email, alla rete sociale, a youtube, alla telefonia mobile. Deve sapere tutto di tutti, in ogni istante e più individui e aziende ne entrano a far parte, più arduo sarà uscirne. Se per qualche ragione violi le norme google in un settore, rischi grosso in tutti gli altri: ti sospendono l’account gmail, il diritto di caricare video su youtube, di farti pubblicizzare tramite google, ti escludono dalla tua “nuvola”
Sei dentro o sei fuori? Sei con noi o contro di noi? Allora tieni un basso profilo e non smuovere le acque!
Più google si espande, più si riduce la mia possibilità di non avvalermi dei suoi “servizi”, come sto facendo con questo blog (un servizio gratuito di google).
Non mi piace questa logica, la considero uno dei segnali della progressiva erosione dello spirito democratico nelle nostre società.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Assolutamente sacrosanto. E il termine 'BigG' diventa ogni giorno più azzeccato.