sabato 31 dicembre 2011

L'Italia trema - la classe media vuole giustizia




Lettere come questa vanificano tutte le chiacchiere su salvataggi, crescita e senso di responsabilità di scaltri "tecnici" neoliberisti e politicanti più o meno consci di quello che stanno facendo.

“Insegnante io e insegnante lei, scuola pubblica: 3200 euro netti al mese; classe media che, tra mutui per la casa, finanziarie per acquisti a lungo termine, auto per andare al lavoro, spese e varie, riesce a vivere degnamente... Abbiamo vissuto un quindicennio di conquiste, di grandi trasformazioni, di rivoluzioni produttive. Ma, da qualche tempo, è arrivata la crisi e, in quanto classe media, dobbiamo pagarne il costo. E va bene. Ma quante volte dobbiamo pagarla questa crisi?
1) Da due anni abbiamo gli stipendi fermi;
2) I contratti non saranno rinnovati;
3) Gli arretrati sullo stipendio non verranno riscossi;
4) Gli scatti di anzianità e gli adeguamenti sono bloccati e lo saranno fino al 2014 o chissà;
5) L'aliquota IVA è già andata al 21%;
6) La casa grande che con sacrifici abbiamo realizzato sarà tassata;
7) Facciamo 30mila chilometri all'anno per andare al lavoro e la benzina non è acqua;
8) Addizionali comunali;
9) Addizionali regionali;
10) Il lordo del reddito non ci dà diritto ad alcuna prestazione sanitaria;
11) L'ulteriore aumento dell'Iva farà impennare i prezzi e il nostro potere d'acquisto si rosicchierà ancora di più;
12) Andremo in pensione a circa 68 anni godendo di circa il 60% dell'ultima retribuzione (e noi siamo fortunati)

È giusto contribuire alle spese dello Stato in base al principio della capacità contributiva così come previsto dalla Costituzione; è giusto fasi carico nei periodi di recessione o di difficoltà, ma la capacità di carico dei lavoratori ai quali viene detratto tutto in busta è ormai al limite. 
La classe media si sta impoverendo e sta iniziando a contrarre in maniera vistosa i propri consumi; fino a qualche tempo fa la quota non consumata diventava precauzione e risparmio; oggi la consapevolezza di non potere fare quello che si faceva un po' di tempo fa è ormai certezza.
Continuiamo a vivere degnamente, ma diventiamo ogni giorno più poveri, dopo vent'anni di lavoro ci sentiamo seriamente precari..."

Massimo Marzano, lettera a Repubblica, 30 dicembre 2011

Per capire cosa stia succedendo alla classe media:


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