giovedì 5 gennaio 2012

NDAA - torneranno i campi di concentramento in America?





La mia amministrazione non autorizzerà la detenzione militare a tempo indeterminato senza processo di cittadini americani. Una cosa del genere violerebbe le tradizioni e i valori più importanti della nostra nazione
B.H. Obama

Nel terzo millennio nessuno dovrebbe più subire il trattamento riservato a decine di migliaia di Giapponesi, Italiani e Tedeschi negli Stati Uniti e in Canada:
Ma d’altra parte il fatto che gli Stati Uniti si fregino del primato di possedere un quarto della popolazione carceraria del mondo non è un buon segno (con il 5% della popolazione totale mondiale):
E certi disegni di legge attualmente al vaglio delle commissioni competenti sono a dir poco minacciosi:

Alla fine del 2011 Obama ha controfirmato una legge (National Defense Authorization Act) che trasferisce all’esercito buona parte delle competenze in materia di operazioni anti-terroristiche e prevede la possibilità di imprigionare i sospetti terroristi a tempo indeterminato e senza processo.
versione della Camera dei Rappresentanti passata con 322 voti a 96:
versione definitiva
[283-136 alla Camera e 86-13 al Senato]
Inizialmente avevo preso per buono l’allarme lanciato dalla ABC con questo articolo:
che dichiarava senza mezzi termini che l’esercito avrebbe potuto arrestare cittadini americani sulla scorta di sospetti, tenendoli reclusi fino a data da destinarsi.
Poi qualcuno mi ha fatto notare che la sezione 1021 [“AFFIRMATION OF AUTHORITY OF THE ARMED FORCES OF THE UNITED STATES TO DETAIN COVERED PERSONS”], sottosezione e) recita “Nothing in this section shall be construed to affect existing law or authorities relating to the detention of United States citizens, lawful resident aliens of the United States, or any other persons who are captured or arrested in the United States.”
Dunque sembrerebbe che lo stato di diritto antecedente alla legge non possa essere in alcun modo compromesso.
Ma allora perché la ABC aveva stravolto il significato di questa legge, demonizzando Obama, senza sentirsi in dovere di togliere un articolo menzognero? Mi ero persino convinto che la ABC stesse deliberatamente sabotando la campagna di ri-elezione di Obama – un’idea abbastanza sciocca, visto che gli sfidanti repubblicani sono quasi tutti più autoritari e radicali di Obama, che resta un moderato, al loro confronto.
Mi sono preso il tempo di esaminare meglio la questione e devo ammettere che non so cosa pensare. C’è troppa confusione e su una materia così delicata non dovrebbe essercene. Troppi giuristi sembrano minimizzare la portata della legge asserendo che ufficializza pratiche già adottate in precedenza e che l’amministrazione Obama si è espressa in toni rassicuranti.
Ma quando Obama avrà lasciato il posto a qualcun altro? E se ci dovesse essere un altro 11 settembre, magari con una bomba sporca? E nel caso di un conflitto esteso scatenato da un attacco all’Iran? E perché il fatto che queste procedure siano adottate con estrema gradualità dovrebbe rassicurarmi? Non è proprio la gradualità del riscaldamento dell’acqua che impedisce alla rana di sapere che sta per essere bollita?

Tanto per cominciare ho constatato che non è stata unicamente la redazione della ABC a denunciare questa legge, ma anche il New York Times, normalmente molto pro-Obama, con un devastante editoriale che lo definisce maldestro e descrive il testo approvato come “così pieno di elementi discutibili che non c’è lo spazio per esaminarli tutti”, con il potenziale di “conferire ai futuri presidenti l’autorità di imprigionare a vita dei cittadini americani senza una formale accusa e senza un processo” e “nuove, terribili misure che renderanno la detenzione a tempo indefinito e i tribunali militari un aspetto permanente della legge americana”. In sintesi, “una deviazione dall’immagine che che questa nazione si è fatta di se stessa, ossia di un luogo in cui le persone che hanno a che fare con lo stato o sono sottoposti ad un’accusa formale oppure restano a piede libero”.
David Cole, docente di giurisprudenza al Georgetown University Law Center, sempre sul NYT, ha avvalorato la posizione del quotidiano:

Perché mai un quotidiano così importante dovrebbe assumere una posizione così estrema, se non avesse delle solide ragioni per farlo?
Il direttore dell’FBI Robert Mueller, il Segretario alla Difesa Leon Panetta ed il Direttore della National Intelligence, James Clapper, erano anche loro contrari a questa legge perché gli arrestati, sapendo di rischiare una detenzione militare, non avrebbero mai collaborato con le indagini e perché la misura comportava un significativo esautoramento delle funzioni dell'FBI e delle altre agenzie investigative:
Sembra siano stati parzialmente accontentai con un emendamento che consente alle suddette agenzie di interrogare i sospettati detenuti dalle autorità militari: “Nothing in this section shall be construed to affect the existing criminal enforcement and national security authorities of the Federal Bureau of Investigation or any other domestic law enforcement agency with regard to a covered person, regardless whether such covered person is held in military custody”.
Un gruppo di ventisei generali ed ammiragli in pensione che si era già impegnato per proibire la tortura ha scritto ai rispettivi senatori spiegando che questa è una legge che arreca più danni che benefici
Trentadue parlamentari democratici hanno inviato le loro lettere di protesta alle due camere, temendo che la legge minerà alle fondamenta il quarto, quinto, sesto, settimo ed ottavo emendamento della Costituzione.
Altre critiche severe sono arrivate dall’American Civil Liberties Union (ACLU), da Human Rights Watch e da un articolo di Forbes, che la descrive come “la più grave minaccia alle libertà civili degli Americani”.
Quel che è certo è che le disposizioni contenute in questa legge si fanno beffe delle convenzioni di Ginevra e violano gli articoli 8, 9, 10 e 11 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, sulla scia del vergognoso Patriot Act, un cavallo di Troia che sta abbattendo dall’interno le difese costituzionali dei cittadini americani:
Non solo il campo di concentramento di Guantánamo non è stato chiuso, come promesso da Obama, ma questa legge in pratica rende impossibile chiuderlo (sezioni 1026 e 1027) nonostante Obama abbia dichiarato che “il carcere di Guantánamo Bay compromette la sicurezza nazionale e la nostra nazione sarà più sicura il gorno in cui questa prigione sarà finalmente e responsabilmente chiusa” [“the prison at Guantánamo Bay undermines our national security, and our nation will be more secure the day when that prison is finally and responsibly closed]
Anzi, ne richiederà l’espansione, così come quella dell’altro campo di concentramento di Bagram, in Afghanistan
Gli Stati Uniti non sono più nella posizione di insegnare a nessuno il significato della democrazia ed il rispetto dei diritti, costituiscono ormai un esempio nefasto per tutte le altre nazioni ed espongono i loro stessi cittadini ad un medesimo trattamento in paesi con i quali sono ai ferri corti (es. accuse di sabotaggio alle infrastrutture iraniane)

I problemi interpretativi cominciano con la sezione 1021 (precedentemente 1031), che contempla la detenzione a tempo indefinito, senza un giusto processo, di persone ACCUSATE di essere stati o essere membri o di aver appoggiato in misura sostanziale al-Qaeda, i Talebani o forze ad essi associate in stato di belligeranza con gli Stati Uniti ed i loro alleati.
Dunque anche la resistenza palestinese, siriana e libanese all’occupazione israeliana? Saddam Hussein era stato falsamente collegato ad Al-Qaeda, pur essendone un nemico dichiarato: cosa succederà ai cittadini iraniani, siriani, palestinesi, libanesi, somali, yemeniti, pachistani, indonesiani, venezuelani, brasiliani, cubani?
E perché proprio ora che si afferma che Al Qaeda è stata virtualmente smantellata?
e gli Stati Uniti stanno negoziando con i Talebani?
L’interpretazione delle disposizioni di legge è tutto. L’amministrazione Bush è sempre stata molto elastica nella sua lettura di quel che era autorizzata o meno a fare
e varie corti, in diversi gradi di giudizio, hanno simpatizzato con questo approccio che erodeva i diritti degli accusati/imputati. (cf. Matteo TONDINI, "Hamdan v. Rumsfeld. Se il diritto si svuota dei suoi contenuti": "In conclusione, la sentenza prospetta evidenti elementi di censurabilità sul piano del diritto sostanziale e, più in generale, mette in evidenza un ulteriore problema irrisolto, ovvero l'effettivo accesso alle garanzie previste dal diritto dei conflitti armati e, generalmente, dai diritti umani da parte di coloro che si ritrovano imprigionati in vuoti giuridici, creati appositamente per scavalcare quelle garanzie processuali che trovano fondamento nell'acclaramento della verità (processuale), e non nella messa in libertà dei colpevoli").
ACLU e HRW sostengono che l’ultima volta che poteri di detenzione così ampi sono stati conferiti allo stato è stato al tempo di McCarthy, con l’Internal Security Act. Secondo Jonathan Hafetz, avvocato ed uno dei massimi esperti di questo ambito giuridico, questa è la prima volta nella storia americana che si autorizza per legge l’incarcerazione militare illimitata e senza processo:
La sezione 1021 precisa che, nel suo ambito, non è estendibile ai cittadini americani – “Nothing in this section shall be construed to affect existing law or authorities relating to the detention of United States citizens, lawful resident aliens of the United States, or any other persons who are captured or arrested in the United States” (e i cittadini americani all’estero?).
Il giudizio dell’amministrazione Obama sulla sezione 1022 è stato il seguente: “mal concepita, non servità a migliorare la sicurezza degli Stati Uniti…superflua, rischia di creare incertezza”
La lettera b della sezione 1022 specifica che la detenzione militare non è obbligatoria per i cittadini degli Stati Uniti: “The requirement to detain a person in military custody under this section does not extend to citizens of the United States”. Di conseguenza, par di capire, gli stranieri sospettati devono per forza essere arrestati, mentre i cittadini americani potrebbero essere arrestati, pur non sussistendo un obbligo di farlo. In ogni caso non è chiaro se la legge stabilisca che questa possibilità è esclusa categoricamente, specialmente alla luce del Patriot Act e dei precedenti Padilla:
e al-Marri:
Robert M. Chesney (University of Texas) ha criticato la scelta di non fare chiarezza, lasciando il testo in termini così vaghi da consentire interpretazioni restrittive e radicali:
Anche prendendo per buona l’interpretazione più rigida, quella che esclude i cittadini americani e che è stata esplicitamente fatta propria dall’amministrazione Obama – “per quanto concerne i cittadini statunitensi coinvolti in attività connesse al terrorismo, che siano arrestati all’estero o in patria, saranno processati dal nostro sistema penale” [“when it comes to U.S. citizens involved in terrorist-related activity, whether they are captured overseas or at home, we will prosecute them in our criminal justice system”] –, resta il fatto che questa disposizione viola l'articolo 7 della Dichiarazione universale dei diritti umani: “Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione”. Ora esiste un obbligo di detenzione militare per cittadini non-americani, inclusi quelli arrestati sul suolo americano. Dunque esiste un obbligo di approntamento di una rete di centri di detenzione militari sul suolo americano. Perciò sì, la mia risposta è che esistono le premesse perché negli Stati Uniti si ripeta quel che accadde tra il 1941 ed il 1945.

Che ci sia qualcosa che non torna è un’impressione rafforzata dal rifiuto dell’emendamento proposto dal senatore Feinstein, che esentava in modo esplicito i cittadini statunitensi, senza lasciare adito ad alcun dubbio:
Poiché, quasi senza eccezione, chi arriva al potere tende a fare il massimo uso possibile delle sue prerogative, il rifiuto del suddetto emendamento è estremamente significativo. Obama, o chi gli succederà, avrà una discrezionalità interpretativa senza precedenti nella storia americana
Qualche blogger ha suggerito che si possa trattare di una trappola preparata per forzare la mano ad Obama, che non poteva porre il veto su una sezione senza respingere l’intera legge, la quale però è essenziale per poter rifinanziare le forze armate, inclusi i salari delle reclute e l’indotto delle basi militari negli Stati Uniti, dai quali dipende l’esistenza di milioni di persone e l’economia statunitense (e globale).
Obama è stato certamente molto critico e ha minacciato di usare il suo potere di veto. Ha anche assicurato che “l’esercito non pattuglia le nostre strade e non fa rispettare le nostre leggi – né lo dovrebbe fare” [“our military does not patrol our streets or enforce our laws—nor should it”].
Sembra però che stia cercando di salvare il salvabile, essendo da tempo su posizioni difensive. Non so quanto potere realmente eserciti, non conosco le sue reali intenzioni. 

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