Essere governato significa essere guardato a vista, ispezionato, spiato, diretto, legiferato, regolamentato, recintato, indottrinato, catechizzato, controllato, stimato, valutato, censurato, comandato, da parte di esseri che non hanno né il titolo, né la scienza, né la virtù. Essere governato vuol dire essere, ad ogni azione, ad ogni transazione, ad ogni movimento, annotato, registrato, censito, tariffato, timbrato, squadrato, postillato, ammonito, quotato, collettato, patentato, licenziato, autorizzato, impedito, riformato, raddrizzato, corretto. Vuol dire essere tassato, addestrato, taglieggiato, sfruttato, monopolizzato, concusso, spremuto, mistificato, derubato, e, alla minima resistenza, alla prima parola di lamento, represso, emendato, vilipeso, vessato, braccato, tartassato, accoppato, disarmato, ammanettato, imprigionato, fucilato, mitragliato, giudicato, condannato, deportato, sacrificato, venduto, tradito, e per giunta schernito, dileggiato, ingiuriato, disonorato, tutto con il pretesto della pubblica utilità e in nome dell’interesse generale.
Pierre Joseph Proudhon -"Idée Générale de la Révolution au XIXe Siècle”, 1851.
Non si sente di dire a nessuno di fare come lui. Ognuno ha la sua vita e se la gestisce, per quanto può, come gli sembra giusto. E quando il momento è supremo, di vita o di morte, appunto, meno che mai un parere, un consiglio, può venire da un altro. Meno che mai – certo – un ordine. Di questo, almeno, è sicuro: nessuno può ordinare, comandare, di uccidere un altro. Sarà contro le regole degli eserciti, delle guerre, degli Stati, ma su questo, ripete, non ha dubbi.
Mario Spinella, Lettera da Kupjansk
L’odiosa maschera è caduta, resta l’uomo, senza scettro, libero, senza limiti, uomo soltanto, uguale, senza classi, senza stirpe o nazione, libero da timori, venerazioni, titoli, sovrano di se stesso, giusto, mite, saggio.
Percy Bysshe Shelley
Before our white brothers arrived to make us civilized men,
we didn't have any kind of prison. Because of this, we had no delinquents.
Without a prison, there can be no delinquents.
We had no locks nor keys and therefore among us there were no thieves.
When someone was so poor that he couldn't afford a horse, a tent or a blanket,
he would, in that case, receive it all as a gift.
We were too uncivilized to give great importance to private property.
We didn't know any kind of money and consequently, the value of a human being
was not determined by his wealth.
We had no written laws laid down, no lawyers, no politicians,
therefore we were not able to cheat and swindle one another.
We were really in bad shape before the white men arrived and I don't know
how to explain how we were able to manage without these fundamental things
that (so they tell us) are so necessary for a civilized society.
John (Fire) Lame Deer, Sioux Lakota - 1903-1976
Il verbo di Nietzsche mi ripugna profondamente; stento a trovarvi un'affermazione che non coincida con il contrario di quanto mi piace pensare.
Primo Levi, “I sommersi e i salvati”
Non basta sopravvivere, occorre esserne degni.
Ammiraglio Adamo, Battlestar Galactica
Per anarchismo s’intende la libertà responsabile dell'individuo autonomo/non eterodiretto che, in quanto moralmente/spiritualmente maturo, si autodisciplina.
L’anarchismo è un modello socio-politico che distribuisce il potere politico (stato) ed economico (impresa) tra tutti e pone fine alle ingiustizie. Anarchia è auto-organizzazione, un ordine che nasce dall’autodisciplina, come nelle arti marziali.
Un’altra definizione di anarchismo: agisci in modo tale che non ci sia bisogno di uno stato.
Certi anarchici sono violenti e distruggono la proprietà pubblica e privata, altri, come il sottoscritto, no. Gli anarchici violenti giustificano le loro azioni affermando che le vittime quotidiane dell’attuale sistema sono innumerevoli e che in una società anarchica non ci sarebbe bisogno di distruggere alcunché, mentre la distruzione è costitutiva del modello capitalista. Io ribatterei che la violenza autorizza il potere centrale a prendere misure discrezionali che danneggeranno tutti. Non s’impone l’anarchismo a chi non lo vuole o non è pronto a viverlo e chi vuole imporlo viola lo spirito anarchico: è anti-anarchico tanto quanto la Chiesa è anticristiana.
L’anarchismo privilegia la libertà di tutti, il libertarismo (di destra) solo quella dei ricchi e potenti.
Una società anarchica si fonda su una confederazione di collettivi/comunità e sulla nomina di delegati su base locale, regionale e planetaria. La forza è solo l’extrema ratio. Per migliaia di anni gli esseri umani sono vissuti come cacciatori e raccoglitori, ossia in società essenzialmente anarchiche. Più recentemente ci sono stati esperimenti in Catalogna, durante la guerra civile spagnola, e nel Caucaso durante la Rivoluzione Russa. Esperimenti calpestati dalla furia dei franchisti e soprattutto dei comunisti.
L’anarchico promuove la democrazia diretta (a patto che non si tramuti in tirannia della maggioranza) e lo sciopero come metodo di resistenza nonviolenta (leggi: meno violenta). L’anarchico è contrario alla proprietà privata ma non è a favore del comunismo: difende la proprietà personale, cioè a dire ciascuno dovrebbe possedere le sue cose ma non controllare beni che non usa o che condizionano la vita altrui (proprietà comuni), escludendo gli altri dall’usufrutto.
L’anarchismo condanna il lavoro salariato che attribuisce a qualcuno il controllo delle persone.
Il principio centrale dell’anarchismo è l’assunzione di responsabilità personale ed il ripudio della necessità di controllare il comportamento altrui. Attualmente tutti sembrano più impegnati a predicare bene e razzolare male.
A dispetto di quel che si potrebbe immaginare, l’anarchismo è antropologicamente pessimista almeno quanto è ottimista. Infatti non nutre una fiducia assoluta nella specie umana: proprio per questo cerca di frammentare il potere, in modo da tenerlo meglio a bada. L’idea che un nucleo di illuminati (non delegati) possa gestire il bene comune è anatema: è considerata una sventurata illusione dettata da una drammatica carenza di auto-consapevolezza ed ignoranza delle vicende storiche.
L’anarchico non crede in un’armonia stabile, ma nella mutevolezza. L’armonia risulta da un continuo aggiustamento e riequilibrio tra una pluralità di forze ed influenze e ciò è più facile che avvenga se il potere non ne privilegia alcuna a discapito delle altre. Le associazioni e i club funzionano PIÙ O MENO come comunità anarchiche.
La figura geometrica che rappresenta l’anarchismo è la sfera, in cui tutti i punti sono equidistanti dal centro (il divino in noi, per chi ci crede – come in un ologramma). La piramide è l’antitesi dell’anarchismo e rappresenta un’organizzazione sinarchica, che è quella dominante su questo pianeta e presumibilmente su milioni di altri pianeti (essendo la più banale: il forte domina).
Sinarchia è, rifacendomi a Nietzsche, aristocrazia dello spirito e del sangue, contro il suffragio universale, è gerarchia dei poteri (morali, mentali e fisici). Ciò che determina il lo status in una sinarchia è l’ammontare di potere che rappresenti e la volontà di potenza: “L’ordine delle caste, la successione gerarchica delle classi, esprime la suprema legge della vita stessa” (L’Anticristo). "Si promuove il proprio io e sempre a spese degli altri"; "la vita vive sempre a spese di un'altra vita; chi non lo comprende, non ha ancora fatto il suo primo passo verso l'onestà” ("Volontà di Potenza").
In questo senso Socrate, che contesta un potere fondato sull'ignoranza ma convinto di detenere il sapere ultimo, è anarchico.
La contrapposizione è ben espressa da due massime:
"Assomiglia al fiore innocente, ma sii il serpente sotto di esso"
"Look like the innocent flower, But be the serpent under it"
(Shakespeare - Macbeth)
“Siate avveduti come serpenti e semplici come le colombe” (Matteo 10: 16)
ORGANIZZAZIONE SOCIALE ANARCHICA
Comunità auto-organizzate, cooperative alimentari, reti di solidarietà, democrazia diretta a livello locale, organizzazioni autonome che coesistono dialetticamente con lo stato. Un esempio sono le autonomie municipali zapatiste nel Chiapas: la popolazione controlla l’area attraverso comunità democratiche, ignorando i consigli municipali o fingendo di riconoscerne l’autorità. Questo tipo di organizzazione, egalitario, orizzontale, consensuale, fornisce alle persone di che vivere ed al tempo stesso è fortemente politico, attivista, sensibilizzatore, partecipante, ostile al capitale ed allo stato perché consapevole delle cause dell’esclusione e della marginalizzazione.
Un altro esempio è l’autogestione operaia delle fabbriche in Argentina.
A Parigi, dove gli affitti sono insostenibili, la gente si appropria degli edifici abbandonati. Servono reti di assistenza e mutualità che consentano alla gente di sopravvivere all’austerità e disoccupazione e focalizzino la loro rabbia contro i responsabili del disastro, non contro dei capri espiatori, come i capponi di Renzo Tramaglino che si beccavano tra loro, senza capire chi fosse il vero nemico.
L’anarchico non aspetta che una nuova disposizione di legge rimedi ai mali della società. Preferisce rimboccarsi le maniche.
L’anarchismo è un’utopia e chi scrive crede che metterlo in pratica di questi tempi sarebbe pura follia
Tuttavia all’epoca del feudalesimo nessuno si sarebbe immaginato che un giorno ci sarebbero stati democrazia rappresentative a suffragio universale, eppure le abbiamo ottenute. Il futuro non è già stato scritto, tutto è possibile.
ETICA ANARCHICA
Ascoltare quel che diciamo e che dicono gli altri invece di parlare a nome di altri o lasciare che altri parlino a nostro nome. Essere solleciti verso il prossimo non per spirito caritatevole ma perché riconosciamo che facciamo tutti parte di una medesima sfera eco-sociale. Essere il più possibile gentili e tolleranti verso il prossimo non per spirito caritatevole (presunzione) ma perché riconosciamo che siamo tutti qui per imparare e che nessuno può dire cosa noi o chiunque altro sarà in grado di fare.
Simone Weil ha descritto molto bene lo spirito etico dell’anarchismo, parlando di amicizia: una società di uomini liberi, uguali e fratelli, in cui ciascuno ama il prossimo come se stesso – niente è più odioso dell’umiliazione e della degradazione dell’uomo da parte dell’uomo, nulla più dolce e bello dell’amicizia. L’amicizia ha un carattere universale, consiste nell’amare una persona in quella maniera che sarebbe auspicabile nei confronti di ogni anima che costituisce la nostra specie. C’è la volontà di preservare l’autonomia altrui e la nostra. Si mantiene e si rispetta la distanza. Ci si appella al suo consenso, un consenso informato. Il lavoro diventa allora l’azione attraverso cui una persona ricrea la sua vita, ricrea l’universo intorno a se stesso, si libera dai vincoli naturali. Per Weil (e per me) serve una civiltà fondata sulla natura spirituale del lavoro. Non lavoro ma creazione. Una società di persone individualizzate (cf. Jung), mature ed evolute. Al posto dell’autorità si ha un coordinamento sociale, ma non governanti. Il senso del giusto, il senso etico, fuoriesce dall’individuo e permea la società che lo riflette verso l’individuo. L’unica legge è la legge dell’empatia: auto-organizzazione ed energia infinita, armonia spontanea senza un’Intelligenza Artificiale che ne imponga una tipologia specifica; no all’automazione.
ANARCHISMO NEL TRENTINO DEL TERZO MILLENNIO?
In Trentino ci sono tutti gli ingredienti per creare una società anarchica: autonomia, federalismo interno (non ancora ben sviluppato), associazioni di volontariato, casse rurali (meglio quelle di un tempo), sistema cooperativo, società tendenzialmente egalitaria, tradizione dei beni comuni. Il problema è che siamo inseriti in una cornice mondiale sinarchica (gerarchica e centralizzata) e che la natura umana ci impedirà di realizzare una tale società ideale. Possiamo comunque sforzarci di tendere verso questo ideale: come il passato è radicalmente diverso dal presente, non è impossibile che il futuro sia radicalmente diverso dal presente. Si tratta di scegliere: o la via della piramide (gerarchia-centralismo) o la via della sfera (uguaglianza-decentramento). Il Trentino ha gli spigoli molto smussati: promette bene.
CITAZIONI ANARCHICHE
BAKUNIN: “Sono un amante fanatico della libertà, la considero l’unica condizione nella quale l’intelligenza, la dignità e la felicità umana possano svilupparsi e crescere; non la libertà concepita in modo puramente formale, limitata e regolata dallo Stato, un eterno inganno che in realtà non rappresenta altro che il privilegio di alcuni fondato sulla schiavitù degli altri; non la libertà individualista, egoista, meschina e fittizia esaltata dalla Scuola di J.J. Rousseau e da altre scuole del liberalismo borghese, convinte che lo Stato, limitando i diritti di ciascuno, dia la possibilità di diritti a tutti, un’idea che invece conduce solo alla riduzione a zero dei diritti di ciascuno”.
“Finora la storia umana è stata solo una perpetua e sanguinosa immolazione di milioni di poveri esseri umani in nome di qualche miserabile astrazione: Dio, nazione, potere dello Stato, onore nazionale, diritti storici, diritti giuridici, libertà politica, stato sociale”.
“una persona è forte solo quando si erge sulla propria verità, quando parla e agisce a partire dalle proprie convinzioni. Allora, in qualunque condizione si trovi, saprà sempre ciò che va fatto e detto. Potrà cadere, ma non disonorerà se stesso e le sue cause”.
Il potere del pensiero indipendente è il potere della libertà: non essere ragionevoli, non accettare pedissequamente quel che gli altri dicono, ma pensare ed agire da se stessi.
“Vuoi rendere impossibile per chiunque opprimere gli altri esseri umani? Allora assicurati che nessuno eserciti il potere”.
“Libertà senza socialismo è privilegio ed ingiustizia, socialismo senza libertà è schiavitù e brutalità”.
“La mia libertà è la libertà di tutti, poiché non sono veramente libero nel pensiero e nei fatti, eccetto quando la mia libertà e i miei diritti sono confermati e approvati nella libertà e nei diritti di tutti, che sono miei pari”.
NOAM CHOMSKY: “L’anarchia, a mio modo di vedere, esprime l’idea che la prova di validità debba ricadere sempre su quelli che argomentano che il dominio e l’autorità sono necessari. Nella natura umana ci sono elementi di fondo quali i sentimenti di solidarietà, di mutuo soccorso, di simpatia, di sostegno per gli altri. I kibbutz israeliani, per un lungo periodo, si sono retti su principi anarchici, e cioè: autogestione, controllo diretto dei lavoratori nella gestione dell’impresa, integrazione dell’agricoltura, dell’industria e dei servizi e partecipazione e prestazione personali nell’autogoverno. Quel che viene chiamato capitalismo è nei fatti un sistema mercantile corporativo, con forti e soprattutto inesplicabili tirannie private che esercitano un vasto sistema di controllo sui sistemi economici, politici, sociali e culturali; tirannie che operano in stretta collaborazione con gli stati più potenti che intervengono massicciamente nell’economia nazionale e nella società internazionale”. “Ogni interazione tra esseri umani che sia più che personale – ossia che assuma una qualche forma istituzionale – nella comunità o sul posto di lavoro, in famiglia, nella più ampia società, qualunque essa sia, dovrebbe essere sotto il controllo diretto dei suoi partecipanti”.
“Se per sinistra si intendesse bolscevismo allora mi dissocerei senza indugio dalla sinistra. Lenin è stato uno dei più grandi nemici del socialismo”.
“Se abbiamo istituzioni che fanno dell’avidità/meschinità l’unica caratteristica distintiva degli esseri umani e la incoraggiano a spese delle altre emozioni ed attaccamenti umani, avremo una società fondata sull’avidità. Una società diversa sarebbe organizzata in modo tale che altre emozioni diventassero dominanti: come la solidarietà, il sostegno, la simpatia”.
Noam Chomsky su anarchismo, democrazia, marxismo e leninismo, capitalismo e il futuro:
ERRICO MALATESTA: l’anarchismo nasce come “rivolta morale contro l’ingiustizia sociale”. “La solidarietà è l’unico ambiente in cui l’uomo può esprimere la sua personalità e realizzare il suo sviluppo ottimale e godere del benessere più ampio possibile”. Questo “ritrovarsi di ciascuno per il benessere di tutti e di tutti per il benessere di ciascuno” dà come risultato “la libertà di ognuno di non essere limitato da, ma completato – anzi, di trovare la necessaria ragion d’essere – nella libertà altrui”.
EMMA GOLDMAN: “l’anarchismo è l’unica filosofia che conduce l’uomo alla coscienza di sé, che afferma che Dio, lo Stato e la società non esistono, che le loro promesse sono spurie e vuote, visto che possono essere mantenute solo attraverso la subordinazione dell’uomo. L’Anarchismo è quindi l’insegnante dell’unità della vita, non solo nella natura, ma anche nell’uomo. Non c’è conflitto tra l’individuo e gli istinti sociali, non più di quel che c’è tra cuore e polmoni: l’uno contiene la preziosa essenza vitale, l’altro l’elemento che mantiene questa essenza pura e forte”.
“Come essere se stessi e nel contempo in unità con gli altri, sentirsi parte di tutti gli essere umani mantenendo però le proprie qualità caratteristiche”. “Una società in cui il potenziale di ogni individuo non sia realizzato a spese degli altri”.
“Non è solo il governo nel senso dello stato che è distruttivo di ogni valore e qualità individuale. È l’intero complessa autorità e dominazione istituzionale che strangola la vita. È la superstizione, il mito, la simulazione/finzione, i sotterfugi e la remissività che supportano l’autorità e la dominazione istituzionale”.
CLIFFORD HARPER: “gli esseri umani sono al loro meglio quando vivono liberi dall’autorità, decidendo le cose tra di loro invece di essere comandati”
PERCY BYSSHE SHELLEY: “L’uomo d’anima virtuosa non comanda né obbedisce: il potere, come una devastante pestilenza, inquina qualunque cosa tocchi mentre l’obbedienza, flagello di ogni genio, virtù, libertà, verità, fa degli uomini schiavi e, del corpo umano, un automa meccanizzato”.
ALEXANDER BERKMAN: “chiunque ti dica che gli anarchismi non credono nell’organizzazione stanno dicendo fesserie. L’organizzazione è tutto e tutto organizzazione. La vita intera è organizzazione, consapevole o meno…Ma c’è organizzazione ed organizzazione. La società capitalista è organizzata così male che i suoi vari membri soffrono: proprio come quando hai un dolore da qualche tua parte, tutto il tuo corpo duole e sei malato…neanche un singolo membro dell’organizzazione o dell’unione può essere discriminato impunemente, soppresso o ignorato. Farlo significherebbe ignorare un dente dolente: ti ammaleresti del tutto”.
ROBERT CHARLES BLACK JR. (BOB BLACK): “Se passi gran parte della tua vita cosciente prendendo ordini e baciando culi, se ti abitui alle gerarchie, diventerai passivo-aggressivo, sado-masochista, servile ed inebetito e porterai con te quel fardello in ogni aspetto della tua esistenza” [Secondo me ogni decisione che ci conduca lontano da questo stato desolante è intrinsecamente virtuosa].
(The Abolition of Work and other essays, pp. 21-2): “sei quello che fai. Se fai un lavoro noioso, stupido e monotono, è probabile che finirai per essere noioso, stupido e monotono. Il lavoro è una spiegazione migliore dello strisciante cretinismo che ci circonda rispetto ai meccanismi rimbambenti della televisione e dell’educazione. Persone che sono state irreggimentate per tutta la vita…sono abituate alla gerarchia ed ad essere psicologicamente servili. La loro attitudine all’autonomia è così atrofizzata che la loro paura della libertà è tra le poche loro fobie che hanno un fondamento razionale. La loro obbedienza sul lavoro si riverbera nelle famiglie che costruiscono,e così riproducono il sistema in più di una maniera, e poi in politica, nella cultura e in tutto il resto. Una volta che prosciughi la vitalità delle persone al lavoro, è probabile che si sottometteranno alle gerarchie ed alla presunta competenza in tutto. Sono abituati a farlo”.
ENRICO PEYRETTI: “Virtù del comando? Macché virtù, comandare è un difetto, una carenza. Dove c’è bisogno di comando e di obbedienza c’è umanità incompiuta, primitiva. Comando ed obbedienza sono un ritardo di civiltà. Non per nulla comando ed obbedienza sono termini eminentemente militari, cioè primitivisti. Di comandare, io mi sono sempre vergognato e rifiutato. Facendo l’insegnante, ho dovuto anche proporre con insistenza, all’interno del dialogo, l’esperienza di chi ha lavorato precedentemente e ha sperimentato dei metodi che chi arriva ora può non saper apprezzare adeguatamente subito. Ma imporre mi fa ribrezzo. È degradante per chi impone e per chi subisce. Il comando suscita la disobbedienza, come la legge provoca il peccato, dice san Paolo (Romani, 7). Comandare è una concupiscenza anche più avida della sensualità, come dice un colorato proverbio napoletano. Perciò è un peccato, è un’offesa. Un genitore si trova nella necessità di comandare e proibire alcune cose al bambino, ma appunto fin quando è bambino, cioè sempre meno. Nessun genitore sensato lo fa con piacere. È dunque una necessità primitiva, transitoria, da abbandonare il più presto possibile. Il piacere di comandare è vergognoso più delle porcherie. Fermarsi nel comando è una fissazione, un arresto dell’evoluzione umana”.
VOLTAIRINE DE CLEYRE: “L’anarchismo insegna la possibilità di una società in cui i bisogni vitali di tutti sono soddisfatti ed in cui le opportunità per un completo sviluppo della mente e del corpo siano patrimonio di tutti…Insegna che l’organizzazione attuale della produzione e distribuzione della ricchezza è ingiusta e va distrutta e sostituita con un sistema che assicuri a ciascuno la libertà di lavorare, senza prima cercare un padrone al quale sottomettersi”. “Tutto falso e superfluo questo spreco di vita umana, di ossa e tendini, di cervello e cuore, questa trasformazione delle persone in stracci umani, spettri, miserevoli caricature delle creature che dentro di sé hanno il potenziale di essere, dal giorno in cui sono nate; ciò che chiamiamo economia, l’ammassamento di cose, è in realtà la spesa più spaventosa – il sacrificio del creatore alla sua creazione – la perdita di tutti i più fini e nobili istinti in cambio dell’acquisizione di un attributo rivoltante, il potere di contare e di calcolare”.
PETER KROPOTKIN: “Non è per amore del mio vicino che sono spinto ad afferrare un secchio d’acqua ed a lanciarmi nella sua casa in fiamme: è un sentimento molto più largo, benché più vago; un istinto di solidarietà e di socievolezza umana”.
“Come i socialisti, gli anarchici sostengono che la proprietà private della terra, del capitale e della macchine abbia fatto il suo tempo e che sia condannata a scomparire e che tutti i requisiti per la produzione debbano essere e saranno la proprietà comune della società, gestita coordinatamente dai produttori di ricchezza”.
“L’anarchismo aspira alla massima concordia tra individui, società e natura”.
“Sia i governati sia i governanti sono rovinati dall’autorità; sia gli sfruttati sia gli sfruttatori sono rovinati dallo sfruttamento”. “Ogni tiranno nutre risentimento verso i suoi doveri. È relegato a trascinare il peso morto del potenziale creativo dormiente dei sottoposti per tutta la durata della sua escursione gerarchica”.
Difetto più grave dell’individualismo: “l’impossibilità per l’individuo di raggiungere un pieno sviluppo nelle condizioni di oppressione delle masse da parte delle “belle aristocrazie”. Il suo sviluppo rimarrebbe unilaterale”.
“Non continuiamo a dire che l’unico mezzo per rendere uomini e donne meno rapaci ed egoistici, meno ambiziosi e servili allo stesso tempo è eliminare quelle condizioni che favoriscono la crescita dell’egotismo e della rapacità, del servilismo e dell’ambizione?”
PROUDHON: “Il sistema centralizzato va bene per quel che riguarda le dimensioni, la semplicità e la costruzione; ma manca di una cosa: l’individuo non appartiene più a se stesso in questo sistema. Non percepisce il proprio valore, la sua vita e nessun lo tiene nel minimo conto”
OBIEZIONI ALL’ANARCHIA
La gente sarà meno incentivata a lavorare in una società anarchica? L’assenza di governo non farà sì che il più forte domini i deboli? Il processo decisionale democratico non risulterà troppo conflittuale, portando all’indecisione ed al governo della plebe (la regola delle moltitudine)? L’anarchismo richiede esseri umani perfetti per funzionare? La maggior parte della gente non è troppo stupida, ignorante ed egoista per far funzionare una società anarchica?
Tutte queste obiezioni sono fondate.
O si verifica un’apocalisse (“disvelamento”), una Grande Trasformazione della coscienza umana, oppure l’anarchismo resterà un’utopia.
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1 commento:
sono troppo anarchico per riconoscermi sotto una qualsivoglia etichetta.
compresa quella anarchica
ciao
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