venerdì 11 novembre 2011

La Tempesta Perfetta



Perché un manifestante greco ha scelto di usare un’immagine così controversa?
E’ un abbinamento inaudito: un simbolo di cooperazione e pace associato al simbolo della tirannia violenta per antonomasia.
Proverò, per quanto mi sia possibile farlo (non è questo il mio campo), a documentare le ragioni per cui ritengo che il manifestante greco abbia intuito che il progetto europeo dei padri fondatori sia stato dirottato, tradendo nella maniera più spudorata lo spirito con cui era stato concepito. Sospetto che il suddetto possa essere persino più autenticamente europeista dei tanti “europeisti” che ci stanno spingendo verso gli Stati Uniti d’Europa.

Come ormai molti hanno capito, una politica dell’austerità spinge l’economia verso la recessione, deprime i consumi, gonfia il debito pubblico invece di aiutare a ridurlo
in un terrificante circolo vizioso che sta colpendo una nazione europea dopo l’altra.
Oggi, rispetto ad un anno fa, lo Stato Italiano deve spendere l’1% del PIL in più rispetto ad un anno fa per le sue obbligazioni ed i mercati sanno bene che l’Italia ormai non potrà più raggiungere il target imposto da Bruxelles (“dai mercati”!), che si sposterà sempre più in là, come è successo agli altri PIIGS e come sta cominciando a succedere in Francia. Se l’Italia diventa insolvente, come gli altri PIIGS, l’esposizione delle banche europee ed extra-europee sarà devastante, darebbe il colpo di grazia all’economia globale [esposizioni con l’Italia: Goldman Sachs (2,5 miliardi di dollari di esposizione lorda - 750 milioni senza hedge), Morgan Stanley (1,9 miliardi di dollari di esposizione netta), JP Morgan (5,5 miliardi netta), Bank of America (6,6 miliardi netta!!!)]. La cosa non sembra preoccupare più di tanto i dirigenti di questi vasti conglomerati finanziari, che continuano a mettersi in tasca corposi bonus.
La nostra è un’economia troppo grande per essere salvata e troppo grande per essere lasciata fallire. È surreale che ieri i giornalisti italiani ci abbiano rassicurato sul fatto che la possibile nomina di Monti a capo di un governo tecnico abbia frenato la speculazione sulle nostre obbligazioni, quando la verità è che la BCE è intervenuta pesantemente sul mercato (senza peraltro poter risolvere la crisi):
Il problema è rappresentato dalla Banca Centrale Europea, che è in mano a degli estremisti (letteralmente, si veda oltre) che ignorano queste semplici considerazioni e procedono per la loro strada, costi quel che costi (recessione, disoccupazione ed indebitamento alle stelle, rivolte popolari):
Monti è uno di loro:
Il Giappone, che pure è in condizioni peggiori di quelle italiane, se la sta cavando proprio perché non è imprigionato nella camicia di forza dell’eurozona:
In Europa, al contrario, se un primo ministro di una nazione teoricamente sovrana sgarra, viene rimosso. Papandreu è stato cacciato dal governo della Grecia perché ha osato chiedere di consultare l’elettorato, come a volte si fa in una democrazia, per evitare una rivolta generalizzata di una cittadinanza che non ha alcuna intenzione di pagare perché altri (investitori e politici) si rifiutano di assumersi le proprie responsabilità (rischio d'impresa) adducendo il motivo che, essendo troppo grandi per essere lasciati fallire, non ci sono alternative: “Sono più grosso e cattivo di te e farai come dico io!”. I classici bulli!
Queste perdite private trasferite sulle spalle pubbliche stanno ingigantendosi, il contagio è generalizzato, nessuno ha abbastanza soldi per saldare quei debiti, creati con soldi fittizi ma ripagati con soldi veri, presi dalle tasche dei cittadini in carne ed ossa. Prima i fondamentalisti che costituiscono la leadership europea si sono rivolti alla BCE ed al FMI, poi alla Cina (e persino al miserrimo Giappone) e tutto questo solo per salvare la Grecia, che è diventata un buco nero, poiché la sua economia si sta contraendo drammaticamente a causa dell’austerità.
Come pensano di poter salvare l’Italia? Non possono e per questo il più recente G20 è fallito.
Stanno ottenendo anche un altro risultato. Le istituzioni europee si stanno gradualmente allontanando dai cittadini e diventando sempre più autoritarie. Così facendo i cittadini si spaventano e s’infuriano, comprensibilmente. Le persone comuni non hanno più la più pallida idea di dove tutto questo andrà a finire e, molto giustamente, non credono di aver assegnato ai politici il mandato di distruggere le loro esistenze.
Papandreu ha cercato di ascoltare il parere della popolazione. I pesci grossi europei gli hanno detto: nein!/non! Sebbene finora non se ne siano usciti con uno straccio di soluzione, se non una continua serie di differimenti e terrorismi psicologici. Papandreu s’è persino permesso di far esaminare l’opportunità che la Grecia lasciasse l’eurozona, cosa che avrebbe fatto la felicità dei gli altri contribuenti europei. Ma non si può: se se ne vanno i Greci (l’Argentina abbandonò la parità peso/dollaro e ora se la spassa, rispetto a noi), chiunque potrebbe decidere di andarsene.
Però l’euro è indispensabile all’economia tedesca: è come un enorme sussidio per il settore produttivo della Germania e nel contempo un’intrinseca penalizzazione per la concorrenza del resto d’Europa.
Per tenere in vita l’euro bisognerà che i più deboli vadano periodicamente in bancarotta. Se invece la Germania fosse costretta a dotarsi di un Nuovo Marco, subirebbe gli effetti della Svizzera – con il franco che impiomba l’economia elvetica –, ma all’ennesima potenza. Un marco ipervalutato distruggerebbe il sistema industriale tedesco.
Una Germania nell’euro si ritrova invece un mercato gigantesco, quello europeo, in cui può piazzare prodotti a prezzi accessibili. Il surplus di profitti finisce alle banche, le banche devono investirli, li prestano ai PIIGS, che così possono continuare ad acquistare merci tedesche. Quando arriva il momento di saldare i debiti la politica dell’austerità imposta dalle autorità europee spreme i contribuenti dei PIIGS (gli Italiani sono tra i maggiori risparmiatori al mondo – ottime mucche da mungere), che non possono più svalutare le loro monete per contrastare l’economia tedesca. L’unica via di uscita – restando nell’euro – sarebbe se i PIIGS fossero in grado di competere con gli standard qualitativi tedeschi, cosa virtualmente impossibile, perché certi popoli preferiscono dedicarsi ad attività non necessariamente produttive. C’è chi è più efficiente e chi lo è meno. [E non abbiamo considerato la concorrenza del manifatturiero asiatico (Cina, Turchia, India, Vietnam, ecc.) che sta affossando gli USA e noi].
Insomma, non c’è una via di uscita: non potendo svalutare, si perde in competitività e ci si indebita.
Come abbiamo visto, una parte del governo greco, essendo perfettamente consapevole del fatto che senza la dracma la Grecia è condannata, come lo è l’Eurozona a causa del debito greco, ha pensato bene di rivolgersi ai cittadini. È stato immediatamente sostituito da Lucas Papademos che, dopo aver lasciato il suo posto di economista capo prima e governatore poi alla Banca di Grecia nel 2002, è diventato il vice di Trichet alla BCE, fino al 2010, quando ha ricevuto l’incarico di servire da consulente a Papandreu, per poi rimpiazzarlo al momento giusto.
Senza un “giubileo del debito”, cioè il completo azzeramento dei debiti, sarà la democrazia ad estinguersi. I governi regolarmente eletti non saranno più liberi di rispettare la volontà degli elettori e saranno ostaggio delle disposizioni di Bruxelles:
Se sgarreranno saranno sostituiti da tecnocrati dell’alta finanza che godono dei favori delle istituzioni ed organizzazioni che lucrano da questo stato di cose:
A parte il “giubileo debitorio”, che cosa si potrebbe fare?
Si potrebbero sospendere i mercati finanziari per un certo periodo, chiudere le banche insolventi, frazionare le megacorporazioni finanziarie che determinano le sorti di intere nazioni per accumulare profitti istantanei, mandare a casa quei politici che ci prendono per i fondelli spiegandoci che o si fa così o i mercati ci puniranno.
Perché l’Unione Europea, un progetto così nobile, è stata presa in ostaggio da questi fanatici del finanz-capitalismo?
Come ha correttamente osservato George Monbiot, è successo i distruttori di ricchezza hanno avuto la meglio sui creatori di ricchezza. Parassiti che vengono tenuti sulla cresta dell’onda con i fondi pubblici, si concedono immensi bonus e poi randellano spietatamente gli insolventi, senza la minima vergogna, scrupolo, rimorso. Come se fossero degli psicopatici:
È stato lo stesso Monbiot a definirli “psicopatici industriali” e, finalmente, a sollevare la questione in uno dei quotidiani più letti, rispettati e commentati del mondo:
La tragica realtà dei nostri giorni è che le istituzioni europee servono gli interessi di un circolo di psicopatici/sociopatici o comunque di persone che non hanno problemi a comportarsi come tali – ossia come esseri umani privi di empatia o estremamente carenti in quell’ambito –, non della massa di persone comuni; che i mercati finanziari vedono la democrazia come una minaccia; che il “mercatismo” è diventato un dogma inespugnabile, un po’ come l’eurozona.
L’Italia, l’ottava potenza economica mondiale e il terzo mercato obbligazionario nel mondo, non può essere salvata, così come i fondi-pensione di tutto il mondo, investiti in obbligazioni italiane, generalmente considerate sicure. Nessuno vorrà più comprare il debito pubblico italiano (come nessuno compra quello greco, portoghese o irlandese tranne gli investitori a rischio). La liquidità continuerà a fuggire dall’Italia, come continua la fuga di capitali dal Portogallo e dall’Irlanda. Prossime tappe: Spagna e Belgio.
La tempesta perfetta è arrivata: crescita zero e probabile recessione che renderà impossibile ripagare i debiti, speculatori social-darwinisti che mirano alla giugulare, leadership europea sempre più autoritaria, ricchezza che viene strappata ai molti per essere trasferita a pochi potenti, senza alcuna affiliazione nazionale, protetti da una sorta di tacita immunità giudiziaria, con disponibilità finanziarie ingentissime.
Attraverso questa crisi si sta affermando una nuova forma di potere assoluto, corporativo, neo-feudale e neo-imperiale. O forse è nuova solo in apparenza: se è vero che non esistono precedenti noti per il finanz-capitalismo, è anche vero che rassomiglia da vicino ai potentati egizi e mesopotamici.
La scelta è tra una crisi dove tutti soffrono, tranne politici e finanzieri/banchieri, ed una crisi dove soffrono proprio tutti. Bisogna stringere la cinghia, mettere i risparmi nelle banche locali/casse rurali/banche etiche e buttarsi, perché non c’è alcun modo di evitare la Depressione. L’unica cosa che possiamo fare è farne sentire gli effetti anche ai responsabili principali. Devono pagarne lo scotto, devono sapere che non basterà inventarsi un conflitto mondiale per distrarre la nostra attenzione dal tentativo di demolire lo stato sociale, privatizzare quanto più è possibile, mortificare i lavoratori, spolpare i contribuenti e restringere i nostri diritti civili.


LINK UTILI
http://fanuessays.blogspot.com/2011/11/eurozombie.html

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