domenica 13 novembre 2011

Il protettorato greco, l'11 settembre e la difficoltà di intendersi




Definizione di protettorato: forma di tutela politica e militare esercitata da uno stato su un altro / lo stato sottoposto a questa forma di tutela.   
Di questi tempi alcuni parlano di regole da rispettare e di immaturità/scelleratezza di chi non le rispetta ed altri di regole inique, concepite in modo deliberatamente mostruoso che solo dei fessi con tendenze suicide potrebbero rispettare. Obbedire a tali regole sarebbe autodistruttivo. Mettere al potere un uomo della BCE o del FMI sarebbe un atto suicida, appunto. A mio avviso e di altri che la pensano come me è quel che è successo in Grecia e sta succedendo in Italia.  
I primi discutono partendo dalla premessa che chi ha stabilito le regole lo abbia fatto nell'interesse generale, gli altri partono dalla premessa che chi le ha stabilite abbia come unico obiettivo quello di ridistribuire le risorse dalla base verso la cima della piramide. Dunque agli occhi di questi scettici i regolatori non hanno la benché minima legittimità. Come diceva qualcuno: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato» (Mc 2,27). Ossia, le leggi esistono per servire l'umanità, non il contrario.
E' chiaro che, stando così le cose, non esiste un terreno comune in cui raggiungere un'intesa, in cui incontrarsi, in cui comprendersi. Sono posizioni irrimediabilmente inconciliabili. È un po’ quel che accade a proposito dell’11 settembre: una maggioranza di abitanti del pianeta non crede alla versione ufficiale dei fatti ma non riesce a convincere la minoranza che sia il caso di investigare meglio la questione:
Ogni singolo fatto viene letto da prospettive radicalmente diverse.
Sia chiaro, non c'è nulla di male in questo, anzi, è probabilmente così che funziona l'universo (coincidentia oppositorum / unione dei contrari) e non sta a noi modificarlo per compiacere il nostro ego. Immagino che una pluralità di prospettive serva a fare in modo che vita  e creatività non si estinguano.  
Probabilmente la cosa più saggia da fare è perciò quella di mantenere un costruttivo disaccordo e attendere lo sviluppo degli eventi. Non credo che bisognerà pazientare più di tanto: sembra che tutto stia subendo una drammatica accelerazione (es. Berlusconi se n'è andato da poche ore e non c'è neanche il tempo di elaborare il lutto ;oDDD)
Continuiamo dunque a seguire le vicende greche, potrebbero far luce sul nostro futuro.
È nato il Governo di Unità Nazionale, guidato da Lucas Papademos, che era governatore della Banca di Grecia al tempo in cui la Grecia manipolava la sua contabilità per poter accedere (truffaldinamente) all’eurozona, pagando ora lo scotto di quegli inciuci (concordati con Bruxelles?). Ha lavorato per la Federal Reserve di Boston ed è stato vicepresidente della Banca Centrale Europea tra il 2002 ed il 2010. È stato un membro della famigerata Commissione Trilaterale fin dal 1998.
Il nuovo governo targato BCE ha portato al potere l’estrema destra greca, esclusa dal governo dal 1974, l’anno della caduta della dittatura militare (1967-1974):
Tutto questo con la benedizione della chiesa ortodossa (naturalmente!)
Alcuni deputati stanno cercando di far cancellare le elezioni del 19 febbraio, che porrebbero fine a questo governo “transitorio”.  
Quanta parte del permanente bail-out della Grecia arriva in Grecia? Non molta: il 42%. Inoltre, di questo 42%, oltre la metà finisce in tasche non greche (istituti finanziari che sono controllati dalla BCE):  
La Grecia non è più una nazione sovrana, appunto. Avanti il prossimo.



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