For a New World Order to live well
Al Pentagono, nel novembre del 2001, feci una chiacchierata con uno degli ufficiali superiori. Sì, stavamo ancora progettando la guerra contro l’Iraq, ma c’era anche altro. Quel progetto faceva parte di un piano quinquennale di campagne militari che comprendeva sette nazioni: a partire dall’Iraq, per continuare con la Siria, il Libano, la Libia, l’Iran, la Somalia e il Sudan. Il tono era indignato e quasi incredulo […] Cambiai discorso, non erano cose che volevo sentire.
Generale Wesley Clark, ex comandante generale dell'US European Command, che comprendeva tutte le attività militari americane in Europa, Africa e Medio Oriente. Da: Wesley K. Clark, Winning Modern Wars, p. 130).
Circa 10 giorni dopo l'11 settembre 2001 mi sono recato al Pentagono, ho visto il segretario alla difesa Rumsfield e il vice segretario Wolfowitz, sono sceso per salutare alcune persone dello Stato Maggiore che lavoravano per me e uno dei miei generali mi chiamò dicendomi: «Venga, Le devo parlare un momento», io gli dissi «ma lei avrà da fare...» e lui disse «no, no, abbiamo preso una decisione, attaccheremo l'Iraq» . Tutto questo accadeva attorno al 20 di settembre. E io gli chiesi: «ma perché?» e lui: «non lo so», e aggiunse «penso che non sappiano cos'altro fare». Io gli chiesi «hanno trovato informazioni che collegano Saddam Hussein con Al Quaeda?», disse «No, non c'è niente di nuovo. Hanno soltanto deciso di fare la guerra all'Iraq!», e disse «non so la ragione è che non si sa cosa fare riguardo al terrorismo, però abbiamo un buon esercito e possiamo rovesciare qualsiasi governo». Sono tornato a trovarlo alcune settimane più tardi e all'epoca stavamo bombardando l'Afghanistan. Gli chiesi: «bombarderemo sempre l'Iraq?», lui mi rispose «molto peggio!». Prese un foglio di carta e disse «ho appena ricevuto questo dall'alto», sarebbe a dire dall'ufficio del segretario alla difesa. «Questo è un memo che descrive in che modo prenderemo 7 paesi in 5 anni, cominciando dall'IRAQ, poi la SIRIA, il LIBANO, la LIBIA, la SOMALIA, il SUDAN e per finire l'IRAN». Gli chiesi: «è confidenziale?» e lui «si, signore».
L'esito finale di questa deriva sarà probabilmente un conflitto con l'Iran e con gran parte del mondo islamico. Uno scenario plausibile di uno scontro militare con l'Iran presuppone il fallimento [del governo] iracheno nell’adempiere ai requisiti [stabiliti dall’amministrazione statunitense], con il seguito di accuse all’Iran di essere responsabile del fallimento, e poi, una qualche provocazione in Iraq o un atto terroristico negli Stati Uniti che sarà attribuito all’Iran, [il tutto] culminante in un’azione militare “difensiva” degli Stati Uniti contro l’Iran.
Zbigniew Brzezinski, uno dei massimi esperti di politica internazionale, dichiarazione davanti ad una commissione del senato americano (1 febbraio 2007)
Molte grandi opere pertanto della città vostra (Atene) si ammirano, ma a tutte una ne va di sopra per grandezza e per valore; perocché dice lo scritto di una immensa potenza cui la vostra città pose termine, la quale violentemente aveva invaso insieme l'Europa tutta e l'Asia, venendo fuori dal mare Atlantico.
Platone, “Timeo”.
La NATO sta gradualmente accerchiando la Russia e la Cina, scacciandole dall’Africa, dal Medio Oriente e dalle massicce riserve petrolifere e giacimenti minerari del Sud-Est asiatico. La Russia vuole da sempre lo sbocco nel Mediterraneo e ha bisogno di una base navale di appoggio che permetta alla sua flotta di non dover attraversare ogni volta i Dardanelli. Nel 2008 Gheddafi promise ai Russi di concedere l’usufrutto di Bengasi:
Ora Bengasi è un porto NATO.
Dopo l’attacco aereo israeliano ad un impianto siriano nel 2007 e lo scellerato attacco georgiano alla Russia, appoggiato da Israele e dagli USA, è arrivato l’accordo russo-siriano (navale e militare) per l’espansione del porto siriano di Tartus, dove in teoria ci sarà una presenza navale russa permanente:
Ora la Siria sta per essere spinta oltre il baratro:
La prossima tappa è l’Iran. Tutte le basi militari americane utili per l’attacco all’Iran sono anche utili per attaccare la Russia. Ci sono distaccamenti militari americani in Iraq, Afghanistan, Turchia, Pakistan, Kuwait, Azerbaijan, Armenia, Turkmenistan, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kyrgyzstan. La Georgia è un alleato di ferro degli Stati Uniti e di Israele ed ha già aggredito scelleratamente la Russia, per essere facilmente invasa e ridotta a più miti consigli. Romania e Polonia hanno accettato di installare postazioni anti-missilistiche che dovrebbero, ufficialmente, intercettare missili intercontinentali iraniani che non potrebbero mai raggiungere la Polonia (hanno una gittata massima di 2000km e raggiungono a malapena Odessa e Creta). I Russi, che non sono stupidi, hanno avvertito che piazzeranno missili a Kaliningrad:
Qui una rassegna degli eventi passati
in Europa:
e nel mondo:
Stiamo avvicinandoci a grandi passi ad una crisi come quella di Cuba, solo che questa volta pare ci sia veramente l’intenzione di arrivare allo scontro finale, alla resa dei conti con Russia e Cina (una lotta tra Mali, non tra Male e Bene). Pur escludendo che la terza guerra mondiale possa subire un’escalation nucleare – neppure degli psicopatici sarebbero così malati da autodistruggersi – queste strategie, anche nelle versioni più “soft”:
…mettono a repentaglio il futuro dell’umanità. Il 99,9 periodico per cento della popolazione mondiale non sa cosa sta per succedere e, se lo sapesse, si opporrebbe strenuamente all’uso del falso movente umanitario per scatenare l’inferno in terra, quando il vero motivo è l’accentramento del potere (per i leader megalomani), il riempimento della mangiatoia (per i grufolanti finanzieri/industriali) e la pretesa che un certo tenore di vita non è negoziabile (per i belanti cittadini-ovini, rincitrulliti dalla propaganda spacciata per libera informazione). Un paragone istruttivo è Oceania, in “1984” di George Orwell.
Se analizzate i cattivi di Hollywood vi accorgerete che sono, di norma, Francesi, Russi, Cinesi e musulmani. Solo l’ascesa di Sarkozy, il presidente francese più filo-americano e sionista della storia, ha mitigato l’offensiva manipolativa del cinema americano ai danni dei cugini transalpini. Finché al potere c’erano Chirac e de Villepin (momentaneamente fatto fuori con una persecuzione giudiziaria dalla quale è recentemente uscito completamente pulito), i Francesi erano criminali, incoscienti, arroganti e ostili.
Se analizzate i cattivi di Hollywood vi accorgerete che sono, di norma, Francesi, Russi, Cinesi e musulmani. Solo l’ascesa di Sarkozy, il presidente francese più filo-americano e sionista della storia, ha mitigato l’offensiva manipolativa del cinema americano ai danni dei cugini transalpini. Finché al potere c’erano Chirac e de Villepin (momentaneamente fatto fuori con una persecuzione giudiziaria dalla quale è recentemente uscito completamente pulito), i Francesi erano criminali, incoscienti, arroganti e ostili.
Qui un'analisi del fenomeno che parzialmente condivido:
Chirac e de Villepin hanno probabilmente evitato al mondo una catastrofe, durante le presidenze Bush-Cheney, e si meriterebbero il Nobel per la Pace:
Con la Cina si sta impiegando la stessa strategia che ha avuto successo con il Giappone. La si taglia fuori dalle sue fonti di approvvigionamento, la si demonizza, la si umilia, in modo da metterla con le spalle al muro, contando su una sua reazione emotiva e suicida, come fu il caso del Giappone nel 1941.
Il messaggio inviato alla Cina nel corso dell’inaugurazione di una nuova base americana a Darwin, “fuori dal raggio dei missili balistici cinesi”, è piuttosto esplicito:
Mentre negli anni Trenta e Quaranta Roosevelt era quasi certamente un “buono” e quella della guerra fu una decisione giusta, questa volta non sono le dittature a minacciare la pace nel mondo, ma le “democrazie”, che sono state prese in ostaggio da oligarchi che manovrano i loro burattini al governo e nei parlamenti - non crederete mica che Obama sia l’uomo più potente del mondo, vero? La Goldman Sachs è stata il secondo maggior finanziatore della sua campagna elettorale e se l’ha fatto è stato per ottenere qualcosa in cambio:
Bloccare la guerra civile in Siria e l’attacco preventivo all’Iran significa impedire che si arrivi all’ultima mossa, la guerra totale globale:
Per farcela non bastano le manifestazioni: ci sono state al tempo della guerra in Iraq e la guerra è stata fatta lo stesso. Serve il blocco totale, nonviolento, delle attività di tutte le maggiori nazioni coinvolte e, nella peggiore delle ipotesi, se la guerra dovesse scoppiare ugualmente, servirà una Rivoluzione Globale che però non sfoci nel Terrore Rivoluzionario: occorre che sia radicale ma anche di rapida soluzione, altrimenti ci troveremo in un mondo molto peggiore di prima.
Quel che c'è da capire e da fare è noto da quasi 500 anni:
http://fanuessays.blogspot.com/2011/11/etienne-de-la-boetie-un-uomo.html
Quel che c'è da capire e da fare è noto da quasi 500 anni:
http://fanuessays.blogspot.com/2011/11/etienne-de-la-boetie-un-uomo.html
Nessun commento:
Posta un commento