Arduo da vedere il
Lato Oscuro è.
Yoda
Signore e signori,
la parola "segretezza" è ripugnante in una società libera e aperta e
noi, come popolo, ci siamo opposti, instrinsecamente e storicamente, alle
società segrete, ai giuramenti segreti e alle riunioni segrete. Siamo di
fronte, in tutto il mondo, ad una cospirazione monolitica e spietata, basata
soprattutto su mezzi segreti per espandere la sua sfera d'influenza,
sull'infiltrazione anziché sull'invasione, sulla sovversione anziché sulle
elezioni, sull'intimidazione anziché sulla libera scelta. È un sistema che ha
reclutato ampie risorse umane e materiali nella costruzione di una macchina
affiatata, altamente efficiente, che combina operazioni militari, diplomatiche,
di intelligence, economiche, scientifiche e politiche. Le sue azioni non
vengono diffuse, ma tenute segrete. I suoi errori non vengono messi in
evidenza, ma vengono nascosti. I suoi dissidenti non sono elogiati, ma ridotti
al silenzio. Nessuna spesa viene contestata. Nessun segreto viene rivelato.
Ecco perché il legislatore ateniese Solone decretò che evitare le controversie
fosse un crimine per ogni cittadino. Sto chiedendo il vostro aiuto nel
difficilissimo compito di informare e allertare il popolo americano. Sono
convinto che con il vostro aiuto l'uomo diventerà ciò che per cui è nato: un
essere libero e indipendente.
JFK, discorso
tenuto all’hotel Waldorf-Astoria di New York, 27 aprile 1961
La guerra non ci
si propone più come un'alternativa razionale. L'umanità deve porre fine alla
guerra, o la guerra porrà fine all'umanità.
JFK, messaggio
all'ONU del 25 settembre 1961
Il grande nemico
della verità molto spesso non è tanto la menzogna – deliberata, creata ad arte
e disonesta – quanto il mito – persistente, persuasivo ed irrealistico.
JFK, Discorso alla
Yale University, New Haven, Connecticut, 11 giugno 1962
Dunque non
concentriamoci solo sulle nostre differenze, ma pensiamo anche ai nostri
interessi comuni e a come superare tali differenze. E se le nostre divergenze
non possono essere risolte oggi, almeno possiamo cercare di rendere il mondo un
luogo sicuro per le diversità. Perché, in fin dei conti, il nostro più
elementare legame è che tutti noi abitiamo questo piccolo pianeta, respiriamo
la stessa aria, ci preoccupiamo per il futuro dei nostri figli, e siamo tutti
mortali.
JFK, discorso
tenuto all’American University, 10 giugno 1963
L’uccisione di Rabin,
l’infinita serie di attentati alla quale sfuggì miracolosamente lo Yasser
Arafat che cercava la pace (in alcuni casi sembra davvero impossibile che
sia sopravvissuto: unico superstite, unico incolume), l’uccisione di Martin
Luther King, John Fitzgerald Kennedy e Robert Kennedy, Malcolm
X, Aldo Moro, Benazir Bhutto, Dag Hammarskjöld (segretario
delle Nazioni Unite, Nobel per la Pace postumo), Olof Palme (oppositore
della guerra in Vietnam), David Kelly (ex ispettore ONU in Iraq e
strenuo oppositore della guerra del 2003), gli attacchi giudiziari a Chirac
e de Villepin che si sono opposti alla guerra in Iraq, la campagna di
calunnie ai danni di Jimmy Carter, che lavora per una soluzione pacifica
alla questione palestinese, e di Nikita Krusciov, rimosso da Brežnev, dal partito e
dal KGB per la sua politica distensiva nei confronti degli Stati Uniti e del
Vaticano (al tempo guidati da altri due “distensionisti” come J.F. Kennedy
e il grande papa Giovanni XXIII). Tra i papi, c’è l’insolita morte di papa
Luciani e l’attentato a Wojtyła.
Più recentemente,
dobbiamo registrare l’intimidazione indirizzata a Jens Stoltenberg,
primo ministro norvegese contrario alla guerra in Libia e favorevole alla
risoluzione pacifica della questione palestinese:
In questo mondo i
pacifisti di alto profilo non godono di grande longevità.
Due presidenti
statunitensi ci avevano messo in guardia.
Franklin D.
Roosevelt, nel 1938: “La libertà di una democrazia non è salda se il suo
sistema economico non fornisce occupazione e non produce e distribuisce beni in
modo tale da sostenere un livello di vita accettabile. Oggi tra noi sta
crescendo una concentrazione di potere privato senza uguali nella storia. Tale
concentrazione sta seriamente compromettendo l'efficacia dell'impresa privata
come mezzo per fornire occupazione ai lavoratori e impiego al capitale, e come
mezzo per assicurare una distribuzione più equa del reddito e dei guadagni tra
il popolo della nazione tutta”.
Dwight D.
Eisenhower, nel suo discorso di addio alla nazione, il 17 gennaio 1961: ”Nei concili
di governo, dobbiamo guardarci le spalle contro l'acquisizione di influenze che
non danno garanzie, sia palesi che occulte, esercitate dal complesso
militare-industriale. Il potenziale per l'ascesa disastrosa di poteri che
scavalcano la loro sede e le loro prerogative esiste ora e persisterà in
futuro. Non dobbiamo mai permettere che il peso di questa combinazione di
poteri metta in pericolo le nostre libertà o processi democratici. Non dobbiamo
presumere che nessun diritto sia dato per garantito. Soltanto un popolo di
cittadini allerta e consapevole può esercitare un adeguato compromesso tra
l'enorme macchina industriale e militare di difesa ed i nostri metodi pacifici
ed obiettivi a lungo termine in modo che sia la sicurezza che la libertà
possano prosperare assieme”.
Il successore di
Eisenhower fu John Fitzgerald Kennedy, che bloccò il complotto chiamato “Operazione
Northwoods”, poco più di un anno prima della sua uccisione:
Altri avvertimenti
più recenti provenienti dalle alte sfere del potere statunitense:
Difficile
contrastare il complesso militare-industriale:
Specialmente
quando anche la stampa fa terrorismo psicologico:
O si fa cooptare
dai servizi segreti:
Ed esistono tra i
150 ed i 500 milioni di esseri umani che sono, non per colpe loro,
strutturalmente antagonistici a qualunque discorso di pace e nonviolenza e che
tendono ad avere successo nelle strutture sociali organizzate piramidalmente e
competitivamente:
Gli amanti della
pace e della nonviolenza devono perciò fronteggiare ostacoli a dir poco
monumentali, che non possono essere ridotti alla semplice constatazione che l’umanità
è egoista, aggressiva, competitiva e violenta.
Il primo errore da
non commettere è in effetti quello di credere che l’asserito nonviolento lo sia
realmente. Nessuno di noi può essere nonviolento: ogni atto
che compiamo nel nostro esclusivo interesse genera violenza, inevitabilmente e
tutti noi siamo inclini ad interpretare come altruistiche le nostre azioni che
sono in realtà egoistiche. Se non ce ne rendiamo conto è perché non
abbiamo mai conosciuto delle alternative. Uomini e donne più ispirati di noi ci
assicurano che esistono. Dunque è fondamentale non considerarsi buoni in lotta
contro un male sistemico: facciamo anche noi parte del sistema, siamo in varia
misura complici del male sistemico. Non ci potrebbe essere alcun male
sistemico se non fosse una componente essenziale della condizione umana, della
nostra forma mentis, del nostro essere quello che siamo – egocentrici che
conferiscono al nostro prossimo un grado di realtà e dignità inferiore a quello
che attribuiamo a noi stessi. I nostri desideri e bisogni sono più reali di
quelli altrui, il male altrui è più reale del nostro. Somma ipocrisia.
Il secondo errore
da non commettere è però quello di partire da questa premessa per minimizzare,
sottovalutare le ipertrofie del summenzionato male sistemico. Il nostro è un
mondo dove ci sono mali minori e Mali Maggiori e dove non c’è spazio per il
Vero Bene. Esistono Mali che si esprimono su una scala ineffabile,
indicibile, incalcolabile, che le parole e i concetti umani non riescono a
cogliere e comunicare, proprio perché non si considera maligno, bensì
benevolmente realistico. È il male della Pedagogia Nera del
Grande Inquisitore di Dostoevskij, così ben descritta da Gustavo Zagrebelsky in
“La felicità della democrazia: un dialogo” (2011, p. 171): “Il
super-omismo, il sentimento di onnipotenza, l’insofferenza alla regole, l’atteggiamento
paternalistico nei confronti degli altri se gli sono clienti, il desiderio di
piacere e d’essere amato a ogni costo, la ferocia nei confronti di chi non
accetta la sua benevolenza e protezione, la manipolazione della verità dei fatti
quando ostacolano la sua figura di grande protettore, la riduzione dei
cittadini a minorenni politici”.
È questa Pedagogia
Nera che uccise JFK e, probabilmente, tutti gli altri operatori di pace e
giustizia.
Quale fu la colpa
di Kennedy? Fu una colpa molteplice e contagiosa, per questo si decise di
estirparlo, prima che infettasse il resto dell’umanità con le sue malsane idee.
Kennedy, che pure
aveva vinto le elezioni – si insinua con l’appoggio della mafia, un debito che
pagò con la vita: nessuno è autenticamente Buono, appunto – proponendosi come
un leader guerresco, dopo qualche tempo si disse contrario ad un intervento
armato nel Laos, pianificò il ritiro dal Vietnam, ostacolò lo sbarco della Baia
dei Porci, rifiutò di approvare l’operazione Northwoods, respinse l’opzione del
bombardamento aereo di Cuba durante la crisi dei missili, vietò ogni tentativo
di assassinare Fidel Castro, iniziò un ciclo di colloqui proprio con Castro –
anche lui costretto alla segretezza per non far infuriare gli estremisti al
potere a Cuba – per arrivare ad un avvicinamento (alle spalle di una parte dell’establishment
americano), varò un’analoga politica distensiva con l’Unione Sovietica guidata
da un leader che diffondeva in Russia i discorsi pacifisti di Kennedy tradotti
in russo, in modo da placare gli animi dell’opinione pubblica russa. Kennedy
stabilì relazioni pacifiche con l’Indonesia, scartò definitivamente l’opzione
dell’attacco preventivo alla Russia, cercò di contenere il potere della CIA
(tagliò il budget e rimosse alcuni alti funzionari, tra i quali Allen Dulles,
che fu poi messo a capo della commissione d’inchiesta che investigò il suo
assassinio spiegando che non si trattava di un complotto: come chiedere ad una
volpe di investigare sull’irruzione di altre volpi in un pollaio!) e di
certi cartelli industriali, tutelò il Congo dalla depredazione delle nazioni e
delle multinazionali. Tra parentesi, Dag Hammarskjöld, definito proprio da
Kennedy come “il più grande statista del secolo”, morì il 18 settembre 1961 in
un incidente aereo mentre si recava in Congo per negoziare un cessate il fuoco
che non piaceva alle multinazionali ed al Regno Unito. Kennedy incolpò la CIA
per la morte di Diem (Vietnam) e Patrice Lumumba (Congo). Il 10 giugno 1963
Kennedy annunciò pubblicamente la sua intenzione di porre fine alla Guerra
Fredda, l’11 ottobre la sua risoluzione a ritirarsi dal Vietnam, il 22
novembre 1963 fu assassinato a Dallas, nel Texas.
In pratica,
Kennedy si scavò la fossa da solo quando, con generosità, dichiarò: “Sia noi
che l’Unione Sovietica stiamo destinando agli armamenti ingenti somme di denaro
che potrebbero essere spese meglio per combattere l’ignoranza, la povertà e le
malattie. Siamo intrappolati entrambi in un circolo vizioso e pericoloso, in
cui il sospetto dell’uno genera sospetto nell’altro e le nuove armi generano
altre armi per contrastarle. In breve, è nell’interesse sia degli Stati Uniti e
dei loro alleati sia dell’Unione Sovietica e dei suoi alleati una pace giusta e
autentica e il blocco della corsa agli armamenti….Perché, in fin dei conti, il
legame che ci unisce tutti è che tutti abitiamo questo pianeta, respiriamo
tutti la stessa aria, abbiamo tutti a cuore il futuro dei nostri figli. E siamo
tutti mortali” (10 giugno 1963).
Mortali come un presidente
nel mirino dei suoi nemici.
Kennedy cercò la
pace e fu bollato come traditore dai veri traditori che avrebbero dovuto
servire lui e il popolo americano ma che erano certi di saperne più di lui, di
essere più degni di lui, di eccellere oltre ogni aspettativa nella gestione del
potere e di quelle che considerano masse beote, utili solo per la tosatura e
come carne da cannone.
Lyndon Johnson,
che assunse la presidenza alla morte di Kennedy, tagliò i ponti con Krusciov e
Castro, cancellò i piani di ritiro dal Vietnam e proseguì l’escalation
interventista nell’intera Indocina.
Così trionfò l’indicibile,
una cricca di potenti moralmente corrotti, persuasi di rappresentare il meglio, ma che hanno bisogno di eliminare fisicamente i loro avversari per poter prevalere a
livello planetario.
E la storia
continua:
BIBLIOGRAFIA
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