sabato 19 novembre 2011

Verso gli Stati Uniti d'Europa



Non dobbiamo sorprenderci che l'Europa abbia bisogno di crisi, e di gravi crisi, per fare passi avanti.
 I passi avanti dell'Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario.

 È chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale, possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c'è una crisi in atto, visibile, conclamata. In questo siamo come il G20…Abbiamo bisogno di crisi per fare passi avanti. Ma quando una crisi sparisce, rimane un sedimento, perché si sono messe in opera istituzioni, leggi, ecc. per cui non è pienamente reversibile.
Mario Monti


Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che fanno del male, ma a causa di coloro che guardano senza fare niente.
Albert Einstein (o chi per lui, poco importa)


Angela Merkel, una statista dal passato ambiguo…
…dopo aver sciaguratamente paragonato la situazione attuale a quella del Regno Unito alle prese con Hitler – o forse è involontaria autoironia? –, chiede che l’Europa passi dall’unione monetaria a quella politica, ossia agli Stati Uniti d’Europa, rinunciando ad una grossa fetta della sua sovranità, quasi 22 anni dopo la riunificazione. 
Prima di proseguire sarebbe utile dare un’occhiata a questi due articoli:
Uno dei temi principali di cui mi occupo in questo blog è la minaccia costituita da un gruppo di politici e finanzieri privi di scrupoli ed interessati unicamente al potere che hanno preso in ostaggio il disegno europeista delle origini per tramutarlo in un programma di progressiva demolizione della democrazia, per mezzo di una depressione economica generata, come quella annunciata qualche tempo fa:
Nessuno si è mai svegliato un mattino e si è ritrovato in una dittatura. Ci si accorge sempre troppo tardi del tipo di società in cui si vive, dei compromessi che si sono accettati turandosi il naso, delle rinunce che non ci si immaginava di poter fare. È un processo graduale e va interrotto prima che sia troppo tardi, prima che il veleno faccia effetto, prima che la mitridatizzazione ci renda insensibili. C’è chi sta curiosamente alludendo a complotti intergenerazionali di nostalgici del nazismo intenti a recuperare il progetto del Terzo Reich. Personalmente trovo che questa ipotesi sia completamente superflua. Qui mostro come il nazismo sia un’ideologia eterna, pre-esistente ad Hitler, congenita alla specie umana:
È altrettanto inutile parlare di un complotto imperialista statunitense incentrato sulla volontaria collaborazione di Angela Merkel. Quale vantaggio trarrebbero gli Americani dalla creazione degli Stati Uniti d’Europa (SUE), una realtà geopolitica che per sua natura tenderebbe ad emanciparsi dall’ombrello NATO e fare accordi separati con la Russia, la Cina e i paesi arabi?
Qualcuno si ricorda se abbiamo eletto noi il presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, il presidente della Commissione Europea Jose Manuel Barroso, o uno qualunque dei vari commissari europei? Ai cittadini europei non è stata data la possibilità di decidere se sono disposti a lasciarsi alle spalle i tradizionali stati-nazione che, con tutti i loro difetti, si erano comunque fatti garanti dei diritti dei cittadini (cf. Arendt sugli Ebrei resi apolidi per poterli rimuovere dal corpo sociale). Gli Inglesi si opporrebbero in massa e così, date le circostanze, farebbero quasi tutti gli Europei. Per questo la strategia punta sulle crisi generate e sulla nomina di tecnocrati che completino il traghettamento senza consultare l’elettorato. Questa è l’essenza del “capitalismo del disastro”. Chi minimizza tutto questo bollandolo come “complottiamo” e liquida la storia socio-economica del secolo scorso come un dettaglio o è in mala fede, o è una persona troppo accecata dai suoi desideri e paure per essere in grado di esaminare obiettivamente la realtà. L’anticomplottista vede in ogni scettico un complottista, un imbecille che crede che lo sbarco sulla luna non sia mai avvenuto e che la regina d’Inghilterra sia un rettiliano. Dipingendo tutti gli scettici a tinte complottiste, l’anticomplottista disumanizza chi non la pensa come lui, riducendolo ad un unico comune denominatore, così innocuo nella sua risibilità. In fondo l'anticomplottista è marcatamente simile a quello che ritiene l'oggetto dei suoi strali.
Queste persone non troveranno quello che cercano o di cui hanno bisogno in questo blog.
Un’intervista a Éric Toussaint (presidente del Comitato per l'Annullamento del Debito del Terzo Mondo) può essere utile per fare luce sulla trama che si sta dipanando: “Si applicano in Europa le stesse misure del Congresso di Washington. In che consistono queste misure? Riduzione della spesa pubblica, licenziamenti massicci di funzionari, forti privatizzazioni, aumento delle imposte indirette come l’IVA, riforme del mercato del lavoro e dei sistemi pensionistici (questo fu il caso di parecchi paesi dell’America latina, mentre in Africa non c’è mai stato un sistema previdenziale). È esattamente lo stesso schema, che produce un degrado delle condizioni di vita e pietosi risultati economici in termini di crescita…Gli accordi imposti dalla troika (CE, FMI, BCE) alla Grecia, al Portogallo, all’Irlanda implicano misure simili a quelle applicate all’America Latina all’epoca del mandato di Carlos Menem in Argentina, che portarono alla fine al disastro e alla ribellione del 2001, il corralito…In Spagna il debito pubblico rappresenta solo il 17% del debito totale. È chiaro che la tendenza è quella del trasferimento del debito privato al governo spagnolo, come nel caso emblematico dell’Irlanda, paese modello con un deficit pari a zero e un tasso di disoccupazione nullo, che si ritrova oggi, in seguito al fallimento delle banche e all’esposizione alla bolla immobiliare, con un debito pubblico notevole perché il Tesoro si è sobbarcato il costo del salvataggio bancario. Questo processo è in corso in Spagna. Noi viviamo la messa in pratica della strategia descritta da Naomi Klein, la “strategia dello choc”. Per esempio, qualche giorno fa, il quotidiano Il Corriere della Sera ha rivelato il contenuto esatto della lettera che la BCE ha trasmesso all’Italia agli inizi d’agosto. È la descrizione esatta della “strategia dello choc”. Più che di raccomandazioni, si trattava di diktat su temi che non sono per nulla di competenza della BCE…”
Questa è la realtà di ciò che sta accadendo. Chi chiude gli occhi ora non potrà farlo per sempre e sarà responsabile di non aver provato ad ostacolare questo progetto, mettendosi in gioco. Ci sono i giusti:
E ci sono gli ignavi, i complici di ogni tirannia.
Presumo che la tappa finale di questo processo sarà un Governo Mondiale ben diverso da quello, autenticamente democratico, auspicato da chi scrive, o da Jacques Attali (se è in buona fede):
Schäuble (ministro delle finanze) e Merkel vogliono gli Stati Uniti d’Europa, ma per conseguire questo obiettivo devono disfarsi della costituzione tedesca e redigerne una nuova. Per il momento la Corte Costituzionale tedesca costituisce un impedimento per i Grandi Timonieri. Andreas Vosskuhle, presidente della corte costituzionale, in un’intervista al quotidiano “Frankfurter Allgemeine” ha precisato che: “C’è poco spazio di manovra per poter attribuire i poteri degli stati centrali all’UE. Se si volesse andare oltre questi limiti – che potrebbe essere politicamente legittimo e desiderabile – allora la Germania dovrebbe darsi una nuova costituzione. Sarebbe necessario un referendum. Tutto ciò non può essere fatto senza il popolo. La sovranità dello stato tedesco è inviolata ed è ancorata in modo perpetuo alla leggi fondamentali. Non può essere accantonata dal parlamento, anche con i suoi poteri di emendare la costituzione”. [Fonte: The dangerous subversion of Germany's democracy, 28 settembre 2011.
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE]
Herfried Münkler, autore di un istruttivo editoriale apparso su Der Spiegel, spiega che ogni tentativo di democratizzare l’Europa è controproducente. L’Unione Europea è come il Belgio, troppo eterogenea per potersi accordare e prendere anche le decisioni più basilari. Spingere il pedale della democratizzazione rischia di portare alla disintegrazione dell’edificio europeo. La forte astensione dell’elettorato in occasioni delle elezioni per il Parlamento Europeo, unita alla preferenza per candidati populisti lo rende ancora più scettico. Se vogliamo ricostruire l’Europa, spiega questo campione del pensiero antidemocratico, serve un forte nucleo centrale dotato di poteri importanti. La democrazia diretta darebbe un potere plebiscitario agli anti-europeisti moltiplicando il numero dei veti a Bruxelles. Münkler si riferisce a populisti come Jörg Haider (morto in un incidente d’auto), Pim Fortuyn (ucciso da un fanatico), Giorgio Panto (morto in un incidente aereo) o Lech Kaczyński (morto in un incidente aereo).
Polemiche, sospetti incrociati, rifiuto di sondare il parere dei cittadini, nella più classica tradizione eurocratica:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=9362
La dirigenza tedesca pensa di potercela fare entro la fine del 2012, per via parlamentare (articolo 23) o referendaria (articolo 146):
http://www.spiegel.de/international/europe/0,1518,797584,00.html



INTEGRAZIONE A CURA DI MARIO GIULIANO
Il processo di integrazione europea che si sta implementando ha natura costituzionale, pertanto dovrebbe seguire l'unica forma ammissibile dell'assemblea costituente (non certo attraverso una ratifica formale di un trattato internazionale). Non lo si è fatto asseritamente per ragioni pratiche, mentre la realtà è che si vuole farlo contro la volontà dei popoli.
Che siano ipotizzabili i reati di alto tradimento e attentato alla Costituzione non sono l'unico a pensarlo.
Quei reati partono da molto prima della nomina di Monti e coinvolgono molte più persone. Nel 2005 i referendum di Francia e Olanda affondano la Costituzione Europea, la quale peraltro aveva avuto una genesi discutibile dal momento che non era mai stata eletta una vera e propria assemblea costituente (che è l'unico modo per poter fare legittimamente una costituzione). All'inizio del 2006 inizia il golpe con la legge 24 febbraio 2006 n. 85 che, sotto l'ingannevole titolo "Modifiche in tema di reati d'opinione", in realtà depenalizza molti reati contro la personalità dello stato prevedendo che le relative condotte siano punibili solo se poste in essere con violenza, che gli insider possono anche non aver bisogno di esercitare, potendo avvalersi di mezzi (pseudo)legali. Anche le relative pene vengono drasticamente ridotte. Vi è traccia nello stenografico della discussione parlamentare di qualcuno che obiettò che i reati contro la personalità dello stato non sono reati d'opinione e che la riforma andava oltre il segno in modo pericoloso (qualche mosca bianca c'è - per la cronaca mi pare che era uno di AN, adesso non ricordo il nome). La legge spiana la strada alla firma del Trattato di Lisbona, che altrimenti avrebbe integrati diversi reati contro la personalità dello stato. Firma che tuttavia a mio parere integra comunque il reato di attentato alla costituzione, che essendo previsto nella stessa carta, non è stato modificato. Infatti D'Alema, che non è fesso, a Lisbona non è andato, mandando un sottosegretario, e nelle foto di rito si vede benissimo che Prodi è sulle spine. Quindi la commissione di reati contro la personalità dello stato, nella vicenda di Lisbona come in quella attuale del governo tecnico, sono ipotizzabili solo se si considera nulla la legge 24 febbraio 2006, in quanto frutto di un attentato alla costituzione, operazione giuridicamente piuttosto ardita, ma del resto qui siamo totalmente al di fuori della legalità e in una situazione di emergenza costituzionale, anche in considerazione dell'alto numero di parlamentari coinvolti, di questa e della precedente legislatura.


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