sabato 5 novembre 2011

Se aspettate la cavalleria cinese, state freschi!





In Cina le autorità hanno il loro bel da fare a tenere sotto controllo l’inflazione (oltre il 6%). Le banche sono restie a concedere prestiti e così diverse industrie non sono più in grado di pagare i propri operai. Un problema che riguarda anche il settore pubblico, in teoria quello più al riparo dai rovesci economici. Migliaia di operai non ricevono la paga da settimane, in alcuni casi persino mesi (come in Grecia). I ferrovieri, in particolare, sembrano tra i più colpiti. Vale la pena di notare che la Cina ha puntato proprio sugli investimenti ferroviari per superare la crisi. Oggi solo un terzo dei progetti ferroviari non è stato soppresso o ridotto. Questa è una delle ragioni per cui la società cinese è in subbuglio e incidenti e rivolte sono diventati frequentissimi.
La crisi dei subprime cinesi deve ancora esplodere, ma succederà molto presto, perché i prestiti sono accordati ai governi locali che, ora, sono per l’80% a rischio di insolvenza perché hanno puntato tutti sulla vendita di terreni edificabili, aiutando gli imprenditori ad investire e, ora che la bolla sta per esplodere…
…non riusciranno a farsi restituire i finanziamenti:
“Lontano dall'indicare una qualsiasi soluzione, l'editoriale di Bloomberg ammette che "ci sono poche cose che i dirigenti del mondo sviluppato possono fare per influenzare le sorti della Cina". Ha continuato: "Sarebbe meglio per gli Stati Uniti e per il mondo concentrarsi sulla limitazione della loro propria vulnerabilità. Più conserveranno una crescita appena a ridosso dello zero, più rischieranno di cadere nella recessione in caso di choc improvviso, come una sindrome cinese". Questo commento sottolinea il fatto che invece di essere capace di salvare il capitalismo mondiale, la Cina stessa sta diventando rapidamente una fonte di grande instabilità economica, alimentando la crisi mondiale in continuo aumento”.
Non ci sarà alcun atterraggio morbido per la Cina. I Cinesi, come i Francesi in Europa, sono un popolo orgoglioso e pugnace ed è prevedibile che la faranno pagare cara ai propri politici. 
Tutto questo significa che il modello alternativo di sviluppo – quello centralizzato – non solo non funziona, ma causa guai anche peggiori di quello occidentale, più liberalizzato. L’idea di un accorpamento dei poteri per gestire tecnocraticamente la modernità liquida è perciò una solenne sciocchezza.  
La Cina non potrà soccorrere nessun altro paese, neppure se stessa (già l’idea che pensi di poterlo fare il Giappone, malmesso com’è, fa sorridere) e quindi lo scenario più probabile è quello di una drammatica contrazione dell’economia mondiale, con tutto quel che ne consegue.
Sta già succedendo in Australia:
Immagini delle “città fantasma” cinesi, vittime della fallimentare frenesia speculativa:

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