sabato 12 novembre 2011

L'Accordo di Bruxelles, la nave che affonda, l'orchestra che suona





La necessità è l’alibi del tiranno


Affossare le banche o le nazioni?

Al momento la prospettiva sembra essere quella di prosciugare il risparmio privato per salvare un sistema che è già un malato terminale. In pratica una redistribuzione delle ricchezze inversa a quella di Robin Hood: dai molti ai pochi, dai meno benestanti ai molto benestanti. Molti politici e finanzieri sono consapevolmente complici in questa impresa truffaldina. Altri sono dei conformisti che non hanno esaminato la situazione in modo approfondito, specialmente in una prospettiva storica e di economia politica. La conoscenza protegge, l’ignoranza espone ad ogni sorta di pericoli. Per questo è bene educare se stessi, continuativamente. 

Qualche mese fa la Dexia (una grossa banca franco-belga già salvata una volta) aveva superato brillantemente il nuovo stress test, più severo di quello precedente che aveva fatto passare le banche irlandesi, poi collassate.
è stato poi necessario salvare la Dexia con capitali pubblici.

"A stilare la pagella di Dexia a luglio sono stati Eba, Bce e Ue. I grandi censori che da un paio di anni bacchettano Atene per aver sbagliato a calcolare i suoi dati di bilancio. E che in questi giorni, con buona pace dei mercati, stanno lavorando alacremente per mettere a punto l'attesissima fase due dei nuovi stress test".


La Dexia, pur messa male, era messa meglio di: BBVA, La Caixa , Monte dei Paschi, Intesa Sanpaolo, Bankia e Unicredit.

La sorte della Dexia fa presagire il collasso finale del settore bancario europeo.
L’eurozona è la più grande economia del mondo. Questa è una crisi sistemica che minaccia l’economia globale. Se si arriva ad un crollo (il che è ormai quasi certo) la Germania dovrà dotarsi di una nuova valuta che la spingerà verso la recessione, e con essa il resto del mondo.
Allora gli eurocrati hanno proposta una scelta particolarmente appetibile, chiamata Accordo di Bruxelles: o vi sparate in testa oppure qui c’è il plotone di esecuzione. Per garantirsi, sono arrivate le nomine di Draghi (ex Goldman Sachs), Monti (ex Goldman Sachs), Papademos (ex vicepresidente BCE). L’ansia irritata dimostrata dalle autorità europee indica che sono perfettamente consapevoli che il treno si sta avvicinando rapidamente. Ciò nonostante, l’accordo peggiorerà le cose, invece di migliorarle.
L’Accordo di Bruxelles prevede tre cose: la risurrezione della Grecia, il salvataggio delle banche dell’eurozona, il salvataggio dell’Italia e della Spagna (per bloccare il declino della Francia).

1. RICAPITALIZZAZIONE DELLE BANCHE: la somma allocata è drammaticamente inadeguata rispetto all’obiettivo di raggiungere una capitalizzazione pari ad un rapporto del 9% rispetto alla loro esposizione. Per farcela le banche ridurranno la liquidità sui mercati proprio quando l’eurozona lotta per evitare la recessione.  Qualunque capitale pubblico che si rendesse necessario si aggiungerebbe al già enorme fardello dei debiti pubblici dell’eurozona.

Sta già succedendo:


2. RIPORTARE IN VITA LA GRECIA: si è deciso di tagliare 100 miliardi di euro di debito greco. 30 di questi verranno comunque dalle privatizzazioni (è rimasto ancora qualcosa da privatizzare?) e da ulteriori prestiti erogati dal Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria. Perciò in realtà il “condono” ammonta a 70 miliardi di euro (-19%). Insomma il debito totale sarà ridotto a 310 miliardi, mentre il PIL greco sarà sceso a 206 miliardi nel 2012. In cambio l’ulteriore appesantimento delle misure di austerità faranno in modo che l’economia greca continui a precipitare in caduta libera. Si tratta di un suicidio. Bene ha fatto Papandreu ad invocare un referendum popolare. L’Accordo di Bruxelles, oltre a dare il colpo di grazia alla Grecia, distruggerà anche la credibilità delle istituzioni europee.

3. EVITARE CHE ITALIA E SPAGNA ESCANO DAL MERCATO DELLE OBBLIGAZIONI: La Germania si è rifiutata di permettere alla BCE di fare come la Federal Reserve, stampando euro a più non posso per fornire liquidità a chiunque ne abbia bisogno, ritenendo che le conseguenze a lungo termine di una tale politica possono essere catastrofiche (potrebbero avere ragione). Tuttavia, a questo punto, il FESF dovrebbe usare 240 miliardi per garantire un buco da 3000 miliardi. Nessun investitore potrebbe prendere sul serio una garanzia del genere e lo dimostrano gli andamenti degli spread italiani e spagnoli. L’Accordo di Bruxelles rappresenta l’ammissione più lampante del fatto che l’Europa non è in grado di aiutare i due paesi. La richiesta di soccorso rivolta all’FMI e alla Cina certificano ulteriormente il fallimento.

In conclusione, gli eurocrati che governeranno Italia e Grecia in questa fase sono dei becchini, non dei salvatori.

FONTE: Yanis Varoufakis, Docente di economia politica all’Università di Atene.

Si veda anche il parere di un premio Nobel per l'Economia:
http://www.soldi-web.com/news-1/protagonisti/rogoff-laccordo-di-bruxelles-e-un-bluff
Il che  conferma le mie previsioni:


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