Socrate ci ricorda che non è che solo perché uno si comporta come una persona autorevole lo è realmente. In tempi di crisi gli esseri umani cercano dei pastori ed il loro livello di discernimento critico si abbassa, anche drammaticamente.
Angela Merkel, a 35 anni, era segretaria della sezione “agitazione e propaganda” della Freie Deutsche Jugend (Fdj), i giovani del partito comunista della DDR. A nessun comunista “tiepido” sarebbe mai stato assegnato un tale incarico. Sono passati poco più di vent’anni da quel periodo. Quanto può essere cambiata la sua personalità, se era una propagandista comunista in età adulta?
Il padre di Angela, Horst Kasner, era un pastore luterano che, nel 1954, aveva deciso di andare controcorrente e si era trasferito dalla Germania occidentale (repubblicana, democratica, libera) a quella orientale (totalitaria, sovietica, ufficialmente atea). Il partito seppe come ricompensarlo: gli affidarono un seminario, l’uso di due automobili ed un lasciapassare per circolare liberamente tra le due Germanie. Si guadagnò il soprannome di «Kasner il rosso». La figlia avrebbe fatto una brillante carriera accademica se fosse diventata un’informatrice della Stasi. Ma lei, ha raccontato al suo biografo, rinunciò, dichiarando di non essere certa di poter mantenere dei segreti. Nel 2005 ricordava di essere stata avvicinata da due agenti della Stasi; nel 2009, durante un’intervista televisiva, i due agenti divennero un solo agente. Curioso che una persona non riesca a rammentare aspetti cruciali di una scelta così fondamentale come quella di vendere o meno la propria anima.
Dopo la caduta del muro aderisce al Demokratische Aufbruch (Risveglio democratico), il cui presidente, Wolfang Schnur, si viene a sapere che collaborava con la Stasi. Costretto a dimettersi, il suo ruolo viene assunto dalla Merkel. Alle elezioni il suo partito prende meno dell’1% dei voti, ma viene scelta come portavoce del governo di Lothar de Maiziére. Nel frattempo il suo compagno, Joachim Sauer, viene assunto dalla statunitense Biosym Technology e poi dalla Accelrys, entrambe aziende che lavorano per il Pentagono. Il governo del cristiano conservatore Kohl sceglie proprio lei – divorziata, senza figli, in regime di convivenza e fino a poco più di un anno prima una funzionaria propagandista della gioventù comunista della DDR – per ricoprire l’incarico di ministro della Famiglia, della Gioventù e della Condizione femminile. Diventa vicepresidente del partito dopo aver perso un’elezione regionale perché anche Lothar de Maiziére viene riconosciuto colpevole di aver collaborato con la Stasi e si deve dimettere. Lo sostituisce. Alla fine degli anni Novanta uno scandalo sui finanziamenti fa fuori anche Helmut Kohl ed il presidente della CDU, Wolfgang Schäuble. Lei pugnala alle spalle il suo mentore con un articolo sulla Frankfürter Allgemeine Zeitung, si propone come paladina della moralità e diventa così presidente del partito dei cristiano democratici (ferocemente anticomunisti), un decennio dopo essere stata responsabile della propaganda tra i giovani del partito comunista. Nel 2003, consigliata da Jeffrey Gedmin, uno degli artefici del “Progetto per un Nuovo Secolo Americano” ed un europeista convinto, giustifica la guerra in Iraq.
Nel 2004 appoggia la candidatura alla presidenza tedesca di un banchiere Horst Köhler, fautore del Trattato di Maastricht, direttore del FMI, membro della Commissione Trilaterale, che si è dimesso nel 2010 in seguito alle polemiche scatenate da un suo intervento in Afghanistan, quando ha tranquillamente spiegato ai soldati tedeschi che combattono in Afghanistan che lo stanno facendo per ragioni di profitto: “Un paese delle nostre dimensioni, con la nostra attenzione alle esportazioni e il nostro ricorso al commercio estero, deve sapere che in caso di emergenza gli interventi militari possono essere necessari per proteggere i nostri interessi”
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P.S. A proposito, anche lei intende farci un sedere così (vedi foto)
1 commento:
E dovremmo lasciarla a capo di una cosi detta ''Europa democratica''? Penso che abbiamo tutti sbagliato strada.
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