[L’intervento in Libia è
una] farsa tardocoloniale franco-britannica, malamente vestita da intervento
umanitario. […]. Quasi tutti i leader, nel Nord del mondo, tifano in segreto
per i controrivoluzionari arabi.
Editoriale di Limes, 3,
2011 - "controrivoluzioni in corso"
Ciò che è successo in Libia
sarebbe attribuibile a un tentato colpo di stato organizzato da alcuni
congiurati libici in accordo con la Francia e forse con l’Inghilterra, al fine
di rovesciare con un colpo di mano il regime di Gheddafi e insediare un governo
più simpatetico con gli interessi economici di queste due potenze e meno
sensibile al rapporto privilegiato che con l’Italia aveva il colonnello. Lo
scoppio spontaneo della rivolta in Cirenaica sull’onda delle rivolte in Tunisia
e in Egitto avrebbe colto di sorpresa gli organizzatori del complotto
costringendoli a far scattare anzitempo i meccanismi del golpe. Solo in questo
modo si spiegherebbero le defezioni militari a macchia di leopardo,
l’improvviso emergere di un gruppo di comando formato da transfughi del regime
di Gheddafi, più o meno discreditati, e l’incredibile attivismo del presidente
francese Sarkozy, ispirato dall’intellettuale Bernard Henri Lévy.
Karim Mezran, “Ora
costringiamo Bengasi a rispettare i Tripolitani”, Limes n.3/2011
Si veda anche Karim MEZRAN
– “Come l'Italia ha perso la Libia: il gioco della Francia e il fallito golpe
anti-Gheddafi” Limes n.2/2011
Quanta gente si è schierata
con l'intervento in Libia solo perché Berlusconi era contrario?
E ha rifiutato di informarsi
perché la contrarietà di Berlusconi era garanzia sufficiente della bontà
dell'intervento?
Troppa.
Migliaia di libici detenuti
illegalmente (incluse donne e bambini), linciaggi di neri, torture, abusi,
violenze, milizie che imperversano per le strade...tutto questo nella Libia
“Democratica” Post-Gheddafi!
Ne hanno parlato i giornali
italiani? Poco o niente.
Tesi principali di questo
articolo: L'opinione pubblica mondiale non è stata informata
adeguatamente. La sollevazione popolare è, più probabilmente, un colpo di
stato fallito sfociato in una guerra civile. L’intervento umanitario è stata
una guerra neo-coloniale e finanziaria ed una sfida geopolitica alla Russia ed
alla Cina. Un passaggio intermedio del tragitto che conduce alla guerra in
Iran ed alla Terza Guerra Mondiale:
Cosa sappiamo di Gheddafi?
Sappiamo che era un tiranno, un tiranno come tanti altri tiranni collocati e
mantenuti al potere nei paesi arabi dalle potenze occidentali.
In almeno un’occasione è
probabile che sia stato sanguinario. Mi riferisco in particolare agli
“incidenti” avvenuti nel carcere di Abu Selim, dove decine, forse centinaia di
detenuti sono morti (uccisi?). Questo incidente non è mai stato un problema
finché il "Nostro" collaborava attivamente nella Guerra al Terrore,
anzi.
Questo perché il carcere
era impiegato, sotto la supervisione americana, come “filiale di Guantanamo” in
Libia:
Ecco chi erano i carcerati
di Abu Salim:
“A metà degli anni Novanta
un gruppo di islamisti reduci dall'Afghanistan aveva organizzato sulle Montagne
Verdi (luogo storico della lotta contro il colonialismo italiano) un gruppo di
resistenza al regime dell'"infedele" Gheddafi”.
Erano Al-Qaedisti
I fondamentalisti tanto
temuti dagli Stati Uniti, che non sembrano aver trovato nulla da eccepire in
occasione della loro “rimozione”.
Sulle vicende libiche
abbiamo appreso tante altre cose interessanti, non certo grazie alla stampa
italiana, impressionante per conformismo e faziosità.
Alcuni esempi:
Il 15 febbraio, primo
giorno di proteste: “si ritiene che centinaia di persone abbiano appiccato il
fuoco ai comandi di polizia della città orientale di Beyida” – “nella città
meridionale di Zentan, 120 km a sud di Tripoli, centinaia di persone hanno
marciato per le strade ed incendiato la sede dei servizi di sicurezza ed una
stazione di polizia”.
Quel giorno (il 15) non ci
fu nessun morto, ma 28 feriti tra le forze di sicurezza e 10 tra gli insorti. I
testimoni sono concordi nell’affermare che le forze di sicurezza abbiano
impiegato gas lacrimogeni, manganelli e idranti:
Il regime stava preparando
(per il 17, come infatti è avvenuto) la liberazione di 110 militanti del
“Gruppo di combattimento islamico della Libia” per calmare le acque ed aveva
promesso un raddoppio dei salari per i dipendenti pubblici colpiti dal
caro-vita.
Era dunque possibile
negoziare col regime, esattamente come hanno sostenuto Brasile, Argentina, Uruguay, Turchia,
Germania ed Unione Africana (oltre a Russia, Cina ed India).
Luis Moreno Ocampo,
procuratore capo del Tribunale Penale Internazionale, ha dichiarato che il
governo libico era INTENZIONATO a schiacciare la protesta uccidendo dei civili
e per questo la corte avrebbe emesso dei mandati di arresto.
Sarebbe stato interessante
capire come Ocampo pensava di procedere nell’istituire un processo alle
intenzioni senza diventare una macchietta del diritto penale.
È stato anche
particolarmente precipitoso nell'accusare Gheddafi di crimini contro l'umanità
per aver ordinato la distribuzione di viagra per praticare stupri di massa ai
danni delle libiche:
“Sherif Bassiouni,
presidente della commissione d'inchiesta che ha preparato il rapporto dell'Onu
sulla Libia, ha espresso dubbi sull'esistenza di una politica di stupri di
massa da parte del regime di Muammar Gheddafi, come è stata descritta dal
procuratore della Corte penale internazionale (Cpi), Luis Moreno-Ocampo. In una
conferenza stampa a Ginevra, Bassiouni ha affermato che quando la commissione è
andata in Libia, lo scorso aprile, ha sentito parlare solo di ''tre casi''
di stupro a Misurata, oltre a quello di Eman al Obaidi, che ha denunciato
di essere stata violentata da miliziani filo-governativi. ''Possiamo trarne
la conclusione – ha commentato – che esiste una sistematica politica di stupri?
A mio giudizio no''. Bassiouni ha spiegato che durante la sua missione in
Libia le due parti si erano reciprocamente accusate di ricorrere a stupri di
massa. Sottolineando di non disporre di elementi formali che lo provi, ha cosi'
ipotizzato che ''la societa' si sente vulnerabile'', e che si e' creata una ''gigantesca
isteria''.
Anche Amnesty
International (che finora è sempre stata in favore dell'intervento)
contesta Ocampo e la Clinton: "Un'inchiesta di A.I. non ha trovato alcuna
evidenza di queste violazioni dei diritti umani ed in molti casi ha dimostrato
l'infondatezza o sollevato dubbi su queste accuse. ha invece trovato
indicazioni del fatto che in diverse occasioni I RIBELLI DI BENGASI HANNO
CONSAPEVOLMENTE MENTITO E PRODOTTO PROVE FALSE"
Credibilità di Ocampo e
della Clinton? ZERO.
Il 17 fu il “Giorno della
Rabbia”, l’inizio dell’insurrezione armata in tutto il paese. Fino a quel
giorno in tutta la Libia c’erano state 4 vittime:
http://www.lemonde.fr/proche-orient/article/2011/02/17/suivez-en-direct-les-manifestations-dans-le-monde-arabe_1481247_3218.html#ens_id=1481220
–
Ocampo pensa forse che se
in Argentina 1500 persone assalissero il commissariato del governo e
bruciassero un comando di polizia a Córdoba, distruggendo auto e vetrine in
centro e ci fossero insurrezioni in tutto il paese e specialmente nell’Ovest
con un chiaro intento secessionistico, non ci sarebbero decine di morti tra i
civili?
Human Rights Watch ha
dichiarato che non c’era alcuna evidenza del fatto che siano stati impiegati
mercenari per combattere gli insorti
Nel 2008 la marina libica
era stata invitata ad un’esercitazione congiunta con la sesta flotta, chiamata
"Phoenix Express 2008".
e per i suoi servigi
nella lotta contro il terrorismo Condi Rice si congratulò con lui
Ma Gheddafi teneva il piede
in due scarpe e si permise di OFFRIRE AI RUSSI UNA BASE NAVALE (in cambio di
tecnologia militare) in Libia. Dove? A BENGASI! (il che spiega perché i
Russi siano incazzati).
L’altra possibile base
navale russa è in Siria (!!!)
Gheddafi non ha MAI
affermato che avrebbe compiuto un eccidio di civili:
qui il suo discorso con
traduzione (in inglese):
Il rapporto per il 2010 del
Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite lodava la Libia, descrivendola come una
nazione prospera che garantiva assistenza sanitaria gratuita, istruzione
superiore e trasporti pubblici accessibili a tutti, calmierava i prezzi degli
alimenti, concedeva prestiti ad interesse zero alle giovane coppie sposate e
sviluppava sistemi di irrigazione particolarmente encomiabili. Anche il
rapporto per il 2010 di Amnesty International segnalava apprezzabili
miglioramenti.
SI POTEVA E SI DOVEVA
NEGOZIARE CON IL REGIME.
Come Saddam Hussein, sei
mesi prima dell’invasione dell’Iraq, Gheddafi aveva però deciso di agganciare la vendita del
petrolio libico al dinaro libico (vincolato all’oro posseduto dalla Libia – 144
tonnellate) e non più al dollaro ed all’euro, in modo da consentire alle
nazioni africane ed arabe di emanciparsi dagli interessi finanziari occidentali
e svilupparsi per conto proprio.
Questo piano aveva il
sostegno africano e godeva anche di un tacito assenso da parte di Russia e
Cina. Gli Europei erano ferocemente contrari.
Il sistema monetario libico
era controllato dallo Stato e non da banchieri privati e dal FMI e ciò
consentiva di dimezzare i costi delle infrastrutture pubbliche e dei programmi
di sviluppo, tenendo lontane le multinazionali.
I ribelli libici
“pro-democrazia” sono finanziati da una serie di dittature arabe: Bahrein, Arabia
Saudita, Qatar, Giordania ed Emirati Arabi Uniti.
*****
Cosa sappiamo degli
insorti?
Sappiamo che volevano lo
scontro fin dal principio e sono stati loro ad usare la violenza per primi (già
dal primo giorno tra i ricoverati in ospedale – 38 – la maggioranza erano
membri delle forze di sicurezza)
I "volti nuovi"
della Libia sono quelli vecchi e corrotti o sono affiliati alla CIA:
La regia dell’insurrezione
era formata da ex sgherri di Gheddafi non meno infami di lui
Boiko Borisov, primo
ministro bulgaro, si è rifiutato di intrattenere alcun rapporto diplomatico con
loro perché l’opposizione include “persone che hanno torturato le nostre
infermiere per 8 anni e voi ci chiedete di parlare proprio con loro?”
Sappiamo che ci sono
ragguardevoli infiltrazioni di fondamentalisti islamici:
“Diversamente dalle moschee
a Tripoli e nel resto della Libia, dove i riferimenti alla Jihad sono estremamente
rari, a Bengasi e Derna sono piuttosto frequenti”:
Nuove rivelazioni sulla
presenza di Al-Qaedisti ed Hezbollah tra i ribelli ritenute molto
allarmanti dagli ambienti governativi britannici:
Quotidiano algerino cita
fonti dell’intelligence algerina che indicano che gli insorti hanno venduto ad Al-Qaeda
una parte delle armi sottratte alle caserme libiche, per autofinanziarsi
Molti sono Al-Qaedisti
che hanno già combattuto contro gli Americani e le forze NATO in Iraq e
Afghanistan:
Che la Cirenaica sia un
covo di fondamentalisti islamici antiamericani ed antioccidentali è confermato
da nientepopodimeno che L’AMBASCIATA AMERICANA A TRIPOLI:
Sono razzisti.
1 insorto su 5 combatte
Gheddafi perché crede che sia ebreo!
A parte l’antisemitismo,
nel 2000 ci sono stati pogrom contro i neri in Libia (c. 150 morti):
Ora i neri (libici e
non-libici) sono nuovamente un bersaglio:
Gli tolgono le loro case e
li picchiano. A volte li stuprano:
O li linciano:
L’obiettivo è la loro
rimozione (pulizia etnica), come testimonia la stessa “Agenzia delle
Nazioni Unite per i Rifugiati”
I neri libici si sono
schierati con Gheddafi non perché pagati ma perché è stato il primo
leader arabo a condannare la tratta degli schiavi neri da parte degli Arabi
e perché ha sempre difeso i suoi concittadini neri. Questa è una delle
varie ragioni per cui Mandela e Gheddafi erano amici:
Il nucleo centrale
dell’insurrezione armata è stato creato e finanziato dai Sauditi e dalla CIA:
La guerra in Libia era
programmata già da lungo tempo:
“Al Pentagono, nel novembre
del 2001, feci una chiacchierata con uno degli ufficiali superiori. Sì, stavamo
ancora progettando la guerra contro l’Iraq, ma c’era anche altro. Quel progetto
faceva parte di un piano quinquennale di campagne militari che comprendeva
sette nazioni: a partire dall’Iraq, per continuare con la Siria, il
Libano, la Libia, l’Iran, la Somalia e il Sudan. Il tono era indignato
e quasi incredulo […] Cambiai discorso, non erano cose che volevo sentire”
(Wesley K. Clark, Winning Modern Wars, p. 130)
Il generale Wesley Clark è
l'ex comandante generale dell'US European Command, che comprendeva tutte le
attività militari americane negli 89 paesi e territori dell'Europa, in Africa e
in Medio Oriente. E' stato inoltre comandante supremo delle forze militari NATO
in Europa dal 1997 al 2001.
Durante un'intervista che
si è svolta il 2 marzo 2007, ha descritto un memo che gli fu mostrato al
Pentagono nel 2001, spiegando in che modo l'amministrazione americana prevede
di prendere il controllo di 7 paesi in 5 anni: l'Iraq, la Siria, il Libano, la
Libia, la Somalia, il Sudan e l'Iran: Circa 10 giorni dopo l'11 settembre 2001
mi sono recato al Pentagono, ho visto il segretario alla difesa Rumsfield e il
vice segretario Wolfowitz, sono sceso per salutare alcune persone dello Stato
Maggiore che lavoravano per me e uno dei miei generali mi chiamò dicendomi:
«Venga, Le devo parlare un momento», io gli dissi «ma lei avrà da fare...» e
lui disse «no, no, abbiamo preso una decisione, attaccheremo l'Iraq» . Tutto
questo accadeva attorno al 20 di settembre. E io gli chiesi: «ma perché?» e
lui: «non lo so», e aggiunse «penso che non sappiano cos'altro fare». Io gli
chiesi «hanno trovato informazioni che collegano Saddam Hussein con Al
Quaeda?», disse «No, non c'è niente di nuovo. Hanno soltanto deciso di fare la
guerra all'Iraq!», e disse «non so la ragione è che non si sa cosa fare
riguardo al terrorismo, però abbiamo un buon esercito e possiamo rovesciare
qualsiasi governo». Sono tornato a trovarlo alcune settimane più tardi e
all'epoca stavamo bombardando l'Afghanistan. Gli chiesi: «bombarderemo sempre
l'Iraq?», lui mi rispose «molto peggio!». Prese un foglio di carta e disse «ho
appena ricevuto questo dall'alto», sarebbe a dire dall'ufficio del segretario
alla difesa. «Questo è un memo che descrive in che modo prenderemo 7 paesi
in 5 anni, cominciando dall'IRAQ, poi la SIRIA, il LIBANO, la LIBIA, la
SOMALIA, il SUDAN e per finire l'IRAN». Gli chiesi: «è confidenziale?» e lui
«si, signore».
"Fra le varie
certezze, infatti, possiamo tranquillamente aggiungere il particolare ruolo dei
servizi occidentali nel caso libico: sappiamo della fuga in Francia di Nouri
Masmari già ad ottobre, che già in novembre il colonnello
dell’aeronautica Abdallah Gehani incontrò un gruppo di agenti dei servizi
francesi. Sappiamo anche che uomini dei reparti speciali inglesi
sono sbarcati in Cirenaica ed hanno avuto un ruolo importante nell’organizzare
l’insurrezione. Sono cose che abbiamo già detto in questo blog.
E’ altrettanto chiaro che
dei destini della (futura) democrazia araba alle potenze occidentali non
importi un fico secco: la Libia è un immenso tesoro di gas e petrolio, dispone
di un pingue fondo sovrano sul quale molti amerebbero mettere le mani e,
disponendo di ampie distese desertiche potrebbe, in futuro, essere un
importante fornitore di energia da solare. E queste sono sicuramente
motivazioni molto più credibili di quelle “umanitarie” che, infatti, sono del
tutto ignorati nel caso del Barhain dove i sauditi hanno schiacciato la rivolta
senza che l’occidente facesse un colpo di tosse".
Perciò non è curioso che in
Cirenaica abbiano instaurato un regime non diverso da quello di Gheddafi: si
macchiano di crimini di guerra:
"Le milizie degli
insorti in Libia hanno commesso "serie violazioni dei diritti umani"
e "probabilmente anche crimini di guerra", ma il Consiglio
nazionale transitorio (Cnt) "ha mostrato riluttanza a ritenerle
responsabili". È la denuncia che Amnesty International fa nel suo
rapporto sulla situazione in Libia
Percorrono le città
seminando il terrore tra i lavoratori immigrati e tra i libici di pelle nera
del Fezzan. Alcuni di loro sono stati torturati e definiti NEMICI DELLA
RIVOLUZIONE che devono essere sottoposti al giudizio della GIUSTIZIA
RIVOLUZIONARIA. La loro lista nera per ora include 8mila nomi:
[traduzione del blogger
Gianluca Freda: “I funzionari dell’opposizione a Bengasi, le cui massicce
retate per arrestare presunti sostenitori di Gheddafi hanno suscitato molte
critiche, portano i giornalisti a visitare, sotto stretta sorveglianza, i
centri di detenzione. Molti detenuti affermano di essere semplici lavoratori
immigrati e di non aver mai combattuto per Gheddafi. Da un mese a questa parte,
bande di giovani armati pattugliano la città, trascinando neri e immigrati
dall’Africa sub-sahariana fuori dalle loro case e mettendoli poi sotto custodia
per interrogarli come sospetti mercenari o spie del governo. Negli ultimi
giorni l’opposizione ha iniziato ad arrestare alcuni uomini accusati di aver
combattuto come mercenari nelle milizie di Gheddafi quando le forze governative
avanzavano verso Bengasi. Sono state organizzate cacce all’uomo notturne aventi
per bersaglio circa 8.000 persone che vengono indicate come agenti operativi
del governo in alcuni documenti segreti della polizia, documenti sequestrati
dopo che i funzionari della sicurezza interna erano fuggiti di fronte
all’avanzare della ribellione che il mese scorso ha posto fine al controllo di
Gheddafi sulla Libia orientale. “Sappiamo chi sono”, dice Abdelhafed Ghoga,
portavoce dell’opposizione. Lui li chiama “uomini con le mani macchiate di
sangue” e “nemici della rivoluzione”].
Notizia confermata da Human
Rights Watch:
Il Telegraph: “La
Bengasi liberata non doveva essere così”:
[traduzione del blogger
Gianluca Freda: “I giovanotti armati al posto di blocco vanno per le spicce.
Puntano un coltello alla gola dell’autista prima di trascinare tre uomini e una
donna fuori dalla macchina, strattonandoli per la strada fino ad una vicina
moschea per un brutale giro di interrogazioni...Il giovane movimento di
opposizione libico fa retate di sospetti oppositori e amministra la sua brutale
forma di giustizia in una città che vive nella paura di essere infiltrata da
quinte colonne di lealisti filogovernativi. I capi dei ribelli ammettono che
dozzine di sostenitori di Gheddafi sono stati arrestati e uccisi. Ogni sera,
bande di vigilantes si radunano in prossimità di posti di blocco improvvisati –
messi insieme con cataste d’immondizia, tubi e bidoni – per controllare chi
entra e chi esce dai loro quartieri. Molti residenti hanno adesso troppa paura
ad uscire in macchina la sera per le strade buie, temendo di essere malmenati o
peggio in uno dei checkpoint che continuano a proliferare. “Se non sanno chi
sei e ti trovi nella loro zona della città e hai una bella macchina, penseranno
che tu sia un ladro di automobili oppure diranno che stai con Gheddafi”,
racconta un autista che ora resta sempre vicino a casa al calar della sera]
Un'altra
"simpatica" novità dagli insorti: il numero di donne che hanno
denunciato di essere state stuprate a Bengasi ha toccato quota 200, ma si
presume siano molte di più e le altre siano state trattenute da ragioni
culturali:
La NATO, per proteggere i
civili (!!!), usa proiettili all’uranio impoverito:
Qui analisi degli effetti
sugli esseri umani
"Il segretario
generale dell'Alleanza, Anders Fogh Rasmussen, ha ribadito che la missione
della Nato in Libia proseguirà fino a quando i civili saranno minacciati dalle
forze rimaste fedeli a Muammar Gheddafi. Definizione paradossale dal momento
che a Sirte e Beni Walid la popolazione sostiene il regime e non viene
certo colpita dagli uomini di Gheddafi ma dai ribelli e dai velivoli della Nato".
La R2P autorizza quasi ogni
guerra in caso di "emergenza umanitaria", rendendola automaticamente
"giusta":
"Una promozione
viene fatta per le armi europee a lungo e medio raggio usate dagli europei per
colpire obiettivi in Libia come i missili "Brimsston", definiti
ad alta definizione sono stati usati per distruggere i piccoli bersagli senza
causare danni o morti attorno. Un alto funzionario del British Royal Air
riporta che i Ministeri della Difesa francese e degli Stati Uniti hanno
espresso il loro desiderio di acquisire questo tipo di missile, ma se verrà
ottenuto un maggiore successo in Libia aumenterà il numero di ordini
confermati".
1 commento:
Che Geddafi fosse un tiranno non c'è dubbio, sul fatto che fosse anche sanguinario francamente non mi risulta, anzi mi risulta che si è cominciato ad appiccicargli quest'etichetta solo quest'anno. Non sarà solo un modo propagandistico per obliterare il fatto che la Libia era il paese arabo con maggiore redistribuzione della ricchezza petrolifera al grande pubblico?
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