mercoledì 19 ottobre 2011

Costa d'Avorio: un'altra guerra neocoloniale



Laurent Gbagbo, esiliato in Francia dal despota di turno (Houphouët-Boigny), che godeva del sostegno francese (la Costa d’Avorio è una ex colonia – i tiranni post-coloniali sono come degli amministratori neocoloniali) ottiene un dottorato in filosofia alla Sorbona e viene adottato dai progressisti e dal partito socialista francese, che sostiene la sua candidatura alla presidenza della Costa d’Avorio. [Da wikipedia: Partecipò alle elezioni presidenziali del 22 ottobre 2000, contro il leader militare Robert Guéï; quando quest'ultimo dichiarò la vittoria, una rivolta popolare a favore di Gbagbo (che sosteneva di aver vinto con il 59,4% dei voti) scoppiò nella capitale Abidjan. Guéï fu costretto a fuggire e Gbagbo divenne presidente il 26 ottobre. Il 19 settembre 2002, un tentativo di colpo di stato contro il governo di Gbagbo fallì e si trasformò in una rivolta]. Quel tentato colpo di stato era a beneficio di Ouattara.

Il rivale di Gbagbo, Alassane Ouattara, che stando agli osservatori ONU ha vinto le elezioni presidenziali e stando alla Costituzione ivoriana le ha perse, gode del pieno sostegno dell’ONU e ha sposato una parigina. Sapete chi ha officiato il matrimonio nel 1990? Nicolas Sarkozy, allora sindaco di Neuilly. Ouattara ha lavorato per il Fondo Monetario Internazionale a Washington ed è stato ministro e poi primo ministro (non eletto, ma incaricato direttamente dal tiranno) sotto Houphouët-Boigny. Durante il suo governo l’oppositore Gbagbo è stato incarcerato per aver preteso più democrazia. Nel 1999 Ouattara ha dichiarato che un colpo di stato dei militari in Costa d’Avorio (condannato perfino dagli USA) era una rivoluzione popolare (!):

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Gbagbo, che non è mai stato coinvolto in un colpo di stato, gode dell’appoggio di Roland Dumas, già ministro degli esteri francese e presidente della corte costituzionale francese e di Jean-François Probst, ex consigliere di Jacques Chirac, un politico di destra in rotta con Sarkozy, che accusa di aver svenduto la nazione agli Americani. Probst ritiene che Ouattara sia un agente della CIA:

L’appoggio di Sarkozy a Ouattara è un handicap per quest’ultimo, a livello africano, perché Sarkozy è generalmente disprezzato, anche per una sua frase molto emblematica: “l’uomo africano deve ancora entrare nella storia” (2007):

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La Corte Suprema ivoriana, in accordo con i dettami costituzionali e la legge elettorale ivoriana, ha assegnato la vittoria a Gbagbo, a causa di sospetti brogli nel nord del paese, in gran parte controllato dai ribelli: ci sono stati 20mila voti in più degli iscritti alle liste elettorali ed in certi seggi Ouattara ha preso percentuali bulgare: 95% dei voti. Non è stato comunque possibile fare un riconteggio dei voti perché le forze pro-Ouattara si sono impadronite dei seggi.
Esiste un resoconto dettagliato degli osservatori dell’Unione Africana sulle intimidazioni e brogli occorsi nel nord. Lo trovate qui:
La documentazione fornita dalla stessa commissione elettorale rivela l’indebita aggiunta di decine di migliaia di voti per Ouattara nella somma finale di un distretto (tanto che il numero totale di voti supera di gran lunga quello degli elettori registrati per il voto) ed è virtualmente impossibile, ad esempio, che al primo turno ci siano seggi in cui Gbagbo ottiene migliaia di voti ed al secondo turno ne prende zero.

La Costa d’Avorio è il primo esportatore di cacao (e caffè) nel mondo (seguite le quotazioni del cacao, vale oro) e recentemente è stato trovato un vasto giacimento di petrolio nelle sue acque territoriali.

Anche qui USA e Francia sono schierate contro Russia e Cina. Anche qui gli USA preferirebbero rimanere ai margini. Anche qui Gbagbo è descritto come un mostro e lo sfidante come un paladino dei diritti umani e della democrazia, pur essendo stato un fedele servitore del tiranno e l’organizzatore di un colpo di stato contro un governo legittimamente eletto.

Sulla “democraticità” delle forze pro-Ouattara, il portavoce delle Nazioni Unite Farhan Haq ha riferito che l’Alta Commissione dell’ONU per i Diritti Umani è allarmata per le violazioni dei diritti umani perpetrate dai militanti pro-Ouattara:

“L'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) ha affermato oggi che i gruppi armati che appoggiano il presidente eletto Alassane Ouattara hanno commesso atrocità nel tragitto verso Abidjan”:

Al netto delle violenze perpetrate dall’una e dall’altra parte, in questo caso mi sento di dire che il Male Peggiore è decisamente quello che gode dell’appoggio delle Nazioni Unite (in Libia è Male Peggiore contro Male Peggiore). Gbagbo è di gran lunga il Male Minore, se è poi un male (chi è senza peccato scagli la prima pietra).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Perche’ la classe politica e la stampa italiana non hanno il coraggio, come non l’ebbero nel 2002, di condannare una ribellione armata organizzata contro il Presidente Gbagbo legittimamente eletto nel 2000 dal popolo ivoriano? Soffrono del complesso di inferiorità oppure sono forse succubi della politica e dell’informazione stabilita dai cugini d’oltralpe ?
Faccio un esempio: in una trasmissione radiofonica Bruno Vespa si è permesso di affermare che a volte l’intervento della forza militare dell’ONU è auspicabile per spodestare i dittatori come è avvenuto in Costa d’Avorio… Ho scritto al sig. Vespa sia al suo indirizzo Rai che a quello di RTL, per un confronto, ma egli non ha risposto, probabilmente perché, come la stramaggioranza dei giornalisti italiani, ha riportato notizie veicolate dai media francesi, ossia definendo Gbagbo un dittatore senza nemmeno conoscere l’uomo e le sue lotte per la democrazia e contro l’ingerenza delle potenze occidentali nelle scelte e decisioni degli Stati africani.
Da libero cittadino, non esito a dire che furono le multinazionali francesi ad organizzare il 19 settembre 2002 il golpe contro Gbagbo che, anche se fallito, contribuì ad innescare quella ribellione armata successivamente legittimata dal governo francese di Chirac, nel gennaio 2003 durante gli accordi di Linas-Marcoussis a Parigi.
Si ricorda che il tentativo di colpo di Stato ai danni di Laurent Gbagbo, presidente della Costa d'Avorio, avvenne nel momento in cui egli aveva aperto il mercato del paese ad investimenti di società cinesi, statunitensi, giapponesi e brasiliane nel settore dei lavori pubblici e delle concessioni per l'estrazione del petrolio.
Per un lungo periodo, nei mercati sopra citati, avevano operato solo e soltanto gruppi economici francesi. In quel famigerato 19 settembre, uno sparuto gruppo di militari, con armi e mezzi più sofisticati e potenti di quelli dell'esercito regolare ivoriano, tentò di prendere possesso di tutti i punti strategici di controllo del potere.
La Francia non mollerà mai il suo predominio economico sulla Costa d’Avorio perché questa nazione, oltre alle sue risorse naturali quali greggio, gas naturale, diamanti, oro, manganese, minerali di ferro, cobalto, bauxite, rame, energia idroelettrica, è ricca anche di risorse agricole come caffè, banane, noci di cocco, mais, riso, zucchero, cotone, gomma, legname, ananas e olio di palma ed è anche il primo produttore di cacao al mondo…
Si consiglia il testo seguente: LA FRANCIA IN COSTA D’AVORIO, GUERRA E NEOCOLONIALISMO Ed. Nexus
https://www.facebook.com/pages/Neocolonialismo-in-Costa-dAvorio/326818844091307