Oggi i gruppi dirigenti fanno innanzitutto
guerra ai propri sottoposti, e il fine della guerra non è quello di conseguire
o impedire conquiste territoriali, ma di mantenere intatta la struttura della
società. La stessa parola “guerra” è pertanto divenuta fuorviante. Non si
sarebbe probabilmente lontani dal vero se si affermasse che, diventando
perenne, la guerra ha cessato di esistere. [...] Una pace davvero permanente
sarebbe la stessa cosa di una guerra permanente. Anche se la maggior parte dei
membri del Partito l’intendono in modo più superficiale, è questo il vero
significato dello slogan “La guerra è pace”.
George
Orwell - 1984
L'intervento
NATO in Kosovo inizia dopo il fallimento dei negoziati di Rambouillet (6-23
febbraio 1999). I Serbi abbandonarono le trattative quando si videro imporre la
clausola “Appendice o Annex B” che prevedeva l’occupazione militare della
federazione serba da parte di truppe NATO.
Lo stesso
Kissinger affermò che si trattava di una provocazione irricevibile da qualunque
paese: “Il testo di Rambouillet, che chiedeva alla Serbia di ammettere
truppe NATO in tutta la Iugoslavia era una provocazione, una scusa per iniziare
il bombardamento” (Daily Telegraph, 28 June 1999).
“Penso
che i termini imposti a Milošević a
Rambouillet fossero assolutamente intollerabili; come avrebbe mai potuto
accettarli? Fu una scelta deliberata” (John
William Gilbert, ministro della difesa inglese)
Un mese
dopo iniziarono le operazioni militari NATO contro la Serbia e ci fu l’escalation
di violenze serbe contro i kosovari.
Il
segretario alla difesa britannico George Robertson, testimoniando di fronte al
Parlamento, dichiarò che “fino al gennaio del 1999 l’ELK (Esercito di
Liberazione del Kosovo) aveva ucciso più persone delle autorità serbe”.
PRIMA DELL’INTERVENTO
“UMANITARIO” NATO NON C’ERANO STATE OPERAZIONI DI PULIZIA ETNICA:
Nel 1998 l’ELK
era stato inserito dagli Stati Uniti in una lista di organizzazioni
terroristiche implicate nel narcotraffico
Il primo
ministro kosovaro, già leader della guerriglia, era un capo-mafia
così come
tanti dei suoi compagni nell’ELK, coinvolti in tutti i possibili traffici
(droga, armi, donne, organi):
I
bombardamenti umanitari di obiettivi civili da parte della NATO non ebbero
nulla di umanitario (Human Rights Watch)
Oggi il
Kosovo ospita “Camp Bondsteel”, la più grande base militare americana dell’Europa
sudorientale.
che è
diventata un campo di detenzione in stile Guantanamo, stando alla descrizione
della Commissione Europea per i Diritti Umani
KOSOVO
STORIA/4 – Uno stato mafioso nel cuore d’Europa 14 luglio 2010 di Matteo Zola L’oleodotto
di Dick Cheney Ambo sta per Albanian Macedonian Bulgarian Oil, entità registrata
negli USA per costruire un oleodotto da 1,1 miliardi di dollari (noto anche
come Trans-balcanico) che dovrebbe essere ultimato entro il 2011 e portare il
petrolio dal Mar Caspio a un terminal in Georgia. Da lì verrebbe trasportato
via nave attraverso il Mar Nero fino al porto bulgaro di Burgas per poi
attraversare la Macedonia fino al porto albanese di Vlora. La guerra della Nato
voluta da Bill Clinton contro la Jugoslavia era cruciale per l’accesso
strategico a Vlora, dove il greggio deve essere imbarcato sulle petroliere
dirette alle raffinerie statunitensi sulla West Coast. Va detto che lo studio
originale di fattibilità dell’Ambo, che risale al 1995, è stato condotto dalla
Kellogg, Brown and Root, una sussidiaria dell’Halliburton, compagnia che si
dice vicina all’ex vice presidente Dick Cheney. L’Ambo si accorda infatti con
la griglia energetica perseguita da Cheney (e, prima di lui, da Richardson,
ministro per l’Energia di Clinton) che dovrebbe assicurare agli Stati Uniti
anche il petrolio delle ex-repubbliche sovietiche. Naturalmente la cosa può
funzionare solo militarizzando massicciamente il “corridoio energetico” che
parte dal Caspio e attraversa Caucaso e Balcani, e isolando le potenze
confinanti, ovvero Russia e Iran. Ecco il perché di Camp Bondsteel, la più
grande base statunitense oltreoceano dai tempi del Vietnam, costruita dalla
stessa compagnia che ha progettato l’oleodotto (Kellogg, Brown and Root) su 400
ettari di terra (agricola) vicino al confine con la Macedonia.
è ironico
che proprio questa operazione sia stata impiegata per giustificare quella in
Libia!
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