La mia amministrazione non
autorizzerà la detenzione militare a tempo indeterminato senza processo di
cittadini americani. Una cosa del genere violerebbe le
tradizioni e i valori più importanti della nostra nazione
B.H. Obama
Nel terzo millennio nessuno
dovrebbe più subire il trattamento riservato a decine di migliaia di
Giapponesi, Italiani e Tedeschi negli Stati Uniti e in Canada:
Ma d’altra parte il fatto
che gli Stati Uniti si fregino del primato di possedere un quarto della
popolazione carceraria del mondo non è un buon segno (con il 5% della
popolazione totale mondiale):
E certi disegni di legge
attualmente al vaglio delle commissioni competenti sono a dir poco minacciosi:
Alla fine del 2011 Obama ha
controfirmato una legge (National Defense Authorization Act) che trasferisce
all’esercito buona parte delle competenze in materia di operazioni
anti-terroristiche e prevede la possibilità di imprigionare i sospetti
terroristi a tempo indeterminato e senza processo.
prima versione (Senato): http://www.gpo.gov/fdsys/pkg/BILLS-112s1867pcs/pdf/BILLS-112s1867pcs.pdf
versione emendata (Senato –
93 voti a 7): http://www.gpo.gov/fdsys/pkg/BILLS-112s1867es/pdf/BILLS-112s1867es.pdf
versione della Camera dei
Rappresentanti passata con 322 voti a 96:
versione definitiva
[283-136 alla Camera e
86-13 al Senato]
Inizialmente avevo preso
per buono l’allarme lanciato dalla ABC con questo articolo:
che dichiarava senza mezzi
termini che l’esercito avrebbe potuto arrestare cittadini americani sulla
scorta di sospetti, tenendoli reclusi fino a data da destinarsi.
Poi qualcuno mi ha fatto
notare che la sezione 1021 [“AFFIRMATION OF AUTHORITY OF THE ARMED FORCES OF
THE UNITED STATES TO DETAIN COVERED PERSONS”], sottosezione e) recita “Nothing
in this section shall be construed to affect existing law or authorities
relating to the detention of United States citizens, lawful resident aliens of
the United States, or any other persons who are captured or arrested in the
United States.”
Dunque sembrerebbe che lo
stato di diritto antecedente alla legge non possa essere in alcun modo
compromesso.
Ma allora perché la ABC
aveva stravolto il significato di questa legge, demonizzando Obama, senza
sentirsi in dovere di togliere un articolo menzognero? Mi ero persino convinto
che la ABC stesse deliberatamente sabotando la campagna di ri-elezione di Obama
– un’idea abbastanza sciocca, visto che gli sfidanti repubblicani sono quasi
tutti più autoritari e radicali di Obama, che resta un moderato, al loro
confronto.
Mi sono preso il tempo di
esaminare meglio la questione e devo ammettere che non so cosa pensare. C’è
troppa confusione e su una materia così delicata non dovrebbe essercene. Troppi
giuristi sembrano minimizzare la portata della legge asserendo che ufficializza
pratiche già adottate in precedenza e che l’amministrazione Obama si è espressa
in toni rassicuranti.
Ma quando Obama avrà
lasciato il posto a qualcun altro? E se ci dovesse essere un altro 11
settembre, magari con una bomba sporca? E nel caso di un conflitto esteso
scatenato da un attacco all’Iran? E perché il fatto che queste procedure siano
adottate con estrema gradualità dovrebbe rassicurarmi? Non è proprio la
gradualità del riscaldamento dell’acqua che impedisce alla rana di sapere che
sta per essere bollita?
Tanto per cominciare ho
constatato che non è stata unicamente la redazione della ABC a
denunciare questa legge, ma anche il New York Times, normalmente molto
pro-Obama, con un devastante editoriale che lo definisce maldestro e descrive
il testo approvato come “così pieno di elementi discutibili che non c’è lo
spazio per esaminarli tutti”, con il potenziale di “conferire ai futuri
presidenti l’autorità di imprigionare a vita dei cittadini americani senza una
formale accusa e senza un processo” e “nuove, terribili misure che renderanno
la detenzione a tempo indefinito e i tribunali militari un aspetto permanente
della legge americana”. In sintesi, “una deviazione dall’immagine che che
questa nazione si è fatta di se stessa, ossia di un luogo in cui le persone che
hanno a che fare con lo stato o sono sottoposti ad un’accusa formale oppure
restano a piede libero”.
David Cole, docente di
giurisprudenza al Georgetown University Law Center, sempre sul NYT, ha
avvalorato la posizione del quotidiano:
Perché mai un quotidiano
così importante dovrebbe assumere una posizione così estrema, se non avesse
delle solide ragioni per farlo?
Il direttore dell’FBI
Robert Mueller, il Segretario alla Difesa Leon Panetta ed il Direttore della
National Intelligence, James Clapper, erano anche loro contrari a questa legge perché gli
arrestati, sapendo di rischiare una detenzione militare, non avrebbero mai
collaborato con le indagini e perché la misura comportava un significativo
esautoramento delle funzioni dell'FBI e delle altre agenzie investigative:
Sembra siano stati
parzialmente accontentai con un emendamento che consente alle suddette agenzie
di interrogare i sospettati detenuti dalle autorità militari: “Nothing in this
section shall be construed to affect the existing criminal enforcement and
national security authorities of the Federal Bureau of Investigation or any
other domestic law enforcement agency with regard to a covered person,
regardless whether such covered person is held in military custody”.
Un gruppo di ventisei
generali ed ammiragli in pensione che si era già impegnato per proibire la tortura ha
scritto ai rispettivi senatori spiegando che questa è una legge che arreca più
danni che benefici
Trentadue parlamentari
democratici hanno
inviato le loro lettere di protesta alle due camere, temendo che la legge
minerà alle fondamenta il quarto, quinto, sesto, settimo ed ottavo emendamento
della Costituzione.
Altre critiche severe sono
arrivate dall’American Civil Liberties Union (ACLU), da Human Rights
Watch e da un articolo di Forbes, che la descrive come “la più grave
minaccia alle libertà civili degli Americani”.
Quel che è certo è che le disposizioni
contenute in questa legge si fanno beffe delle convenzioni di Ginevra e violano
gli articoli 8, 9, 10 e 11 della Dichiarazione universale dei diritti
dell'uomo, sulla scia del vergognoso Patriot Act, un cavallo di Troia
che sta abbattendo dall’interno le difese costituzionali dei cittadini
americani:
Non solo il campo di concentramento
di Guantánamo non è stato chiuso, come promesso da Obama, ma questa legge in
pratica rende impossibile chiuderlo (sezioni 1026 e 1027) nonostante Obama abbia dichiarato
che “il carcere di Guantánamo Bay compromette la sicurezza nazionale e la
nostra nazione sarà più sicura il gorno in cui questa prigione sarà finalmente
e responsabilmente chiusa” [“the prison at Guantánamo Bay undermines our
national security, and our nation will be more secure the day when that prison
is finally and responsibly closed]
Anzi, ne richiederà
l’espansione, così come quella dell’altro campo di concentramento di Bagram, in
Afghanistan
Gli Stati Uniti non sono
più nella posizione di insegnare a nessuno il significato della democrazia ed
il rispetto dei diritti, costituiscono ormai un esempio nefasto per tutte le altre
nazioni ed espongono i loro stessi cittadini ad un medesimo trattamento in
paesi con i quali sono ai ferri corti (es. accuse di sabotaggio alle
infrastrutture iraniane)
I problemi interpretativi
cominciano con la sezione 1021 (precedentemente 1031), che contempla la
detenzione a tempo indefinito, senza un giusto processo, di persone ACCUSATE di
essere stati o essere membri o di aver appoggiato in misura sostanziale
al-Qaeda, i Talebani o forze ad essi associate in stato di belligeranza
con gli Stati Uniti ed i loro alleati.
Dunque anche la resistenza
palestinese, siriana e libanese all’occupazione israeliana? Saddam Hussein era
stato falsamente collegato ad Al-Qaeda, pur essendone un nemico dichiarato: cosa
succederà ai cittadini iraniani, siriani, palestinesi, libanesi, somali,
yemeniti, pachistani, indonesiani, venezuelani, brasiliani, cubani?
E perché proprio ora che si
afferma che Al Qaeda è stata virtualmente smantellata?
e gli Stati Uniti stanno
negoziando con i Talebani?
L’interpretazione delle
disposizioni di legge è tutto. L’amministrazione Bush è sempre stata
molto elastica nella sua lettura di quel che era autorizzata o meno a fare
e varie corti, in diversi
gradi di giudizio, hanno simpatizzato con questo approccio che erodeva i
diritti degli accusati/imputati. (cf. Matteo TONDINI, "Hamdan v. Rumsfeld. Se il
diritto si svuota dei suoi contenuti": "In conclusione, la sentenza
prospetta evidenti elementi di censurabilità sul piano del diritto sostanziale
e, più in generale, mette in evidenza un ulteriore problema irrisolto, ovvero
l'effettivo accesso alle garanzie previste dal diritto dei conflitti armati e,
generalmente, dai diritti umani da parte di coloro che si ritrovano
imprigionati in vuoti giuridici, creati appositamente per scavalcare quelle
garanzie processuali che trovano fondamento nell'acclaramento della verità
(processuale), e non nella messa in libertà dei colpevoli").
ACLU e HRW sostengono che
l’ultima volta che poteri di detenzione così ampi sono stati conferiti allo
stato è stato al tempo di McCarthy, con l’Internal Security Act. Secondo
Jonathan Hafetz, avvocato ed uno dei massimi esperti di questo ambito
giuridico, questa è la prima volta nella storia americana che si autorizza
per legge l’incarcerazione militare illimitata e senza processo:
La sezione 1021 precisa
che, nel suo ambito, non è estendibile ai cittadini americani
– “Nothing in this section shall be construed to affect existing law or
authorities relating to the detention of United States citizens, lawful
resident aliens of the United States, or any other persons who are captured
or arrested in the United States” (e i cittadini americani all’estero?).
Il giudizio
dell’amministrazione Obama sulla sezione 1022 è stato il seguente: “mal
concepita, non servità a migliorare la sicurezza degli Stati Uniti…superflua,
rischia di creare incertezza”
La lettera b della sezione
1022 specifica che la detenzione militare non è obbligatoria per i
cittadini degli Stati Uniti: “The requirement to detain a person in
military custody under this section does not extend to citizens of the United
States”. Di conseguenza, par di capire, gli stranieri sospettati devono per
forza essere arrestati, mentre i cittadini americani potrebbero essere
arrestati, pur non sussistendo un obbligo di farlo. In ogni caso non è chiaro
se la legge stabilisca che questa possibilità è esclusa categoricamente,
specialmente alla luce del Patriot Act e dei precedenti Padilla:
e al-Marri:
Robert M. Chesney
(University of Texas) ha criticato la scelta di non fare chiarezza, lasciando
il testo in termini così vaghi da consentire interpretazioni restrittive e
radicali:
Anche prendendo per buona
l’interpretazione più rigida, quella che esclude i cittadini americani e che è
stata esplicitamente fatta propria dall’amministrazione Obama – “per quanto
concerne i cittadini statunitensi coinvolti in attività connesse al terrorismo,
che siano arrestati all’estero o in patria, saranno processati dal nostro
sistema penale” [“when it comes to U.S. citizens involved in terrorist-related
activity, whether they are captured overseas or at home, we will prosecute them
in our criminal justice system”] –, resta il fatto che questa disposizione
viola l'articolo 7 della Dichiarazione universale dei diritti umani: “Tutti
sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione,
ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale
tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come
contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione”. Ora esiste un obbligo
di detenzione militare per cittadini non-americani, inclusi quelli arrestati sul
suolo americano. Dunque esiste un
obbligo di approntamento di una rete di centri di detenzione militari sul suolo
americano. Perciò sì, la mia risposta è che esistono le premesse perché negli
Stati Uniti si ripeta quel che accadde tra il 1941 ed il 1945.
Che ci sia qualcosa che non
torna è un’impressione rafforzata dal rifiuto dell’emendamento proposto
dal senatore Feinstein, che esentava in modo esplicito i cittadini
statunitensi, senza lasciare adito ad alcun dubbio:
Poiché, quasi senza
eccezione, chi arriva al potere tende a fare il massimo uso possibile delle sue
prerogative, il rifiuto del suddetto emendamento è estremamente significativo. Obama,
o chi gli succederà, avrà una discrezionalità interpretativa senza precedenti
nella storia americana:
Qualche blogger ha
suggerito che si possa trattare di una trappola preparata per forzare la
mano ad Obama, che non poteva porre il veto su una sezione senza respingere
l’intera legge, la quale però è essenziale per poter rifinanziare le forze
armate, inclusi i salari delle reclute e l’indotto delle basi militari negli
Stati Uniti, dai quali dipende l’esistenza di milioni di persone e l’economia
statunitense (e globale).
Obama è stato certamente
molto critico e ha minacciato di usare il suo potere di veto. Ha anche
assicurato che “l’esercito non pattuglia le nostre strade e non fa rispettare
le nostre leggi – né lo dovrebbe fare” [“our military does not patrol our
streets or enforce our laws—nor should it”].
Sembra però che stia cercando di salvare il salvabile,
essendo da tempo su posizioni difensive. Non so quanto potere realmente
eserciti, non conosco le sue reali intenzioni.
Nessun commento:
Posta un commento