Jacques Attali, uno degli economisti
ed intellettuali europei più influenti del nostro tempo (ex eminenza grigia di Mitterrand - vedi foto),
non è uno di quelli che si
astiene dal dire quel che pensa per paura di fare la figura del pirla:
Non ne ha bisogno, perché sa di
cosa sta parlando e perché non ha mai nascosto che cosa auspichi (a differenza,
ad esempio di Monti, Lagarde, Merkel, Napolitano, ecc.). Osserva gli indicatori
socio-economici, i dati sul commercio e ne trae delle conclusioni che sono
ineludibili, ossia che i candidati francesi alle presidenziali stanno
nascondendo ai loro elettori la verità, ignorando sistematicamente e
deliberatamente le questioni di cui dovrebbero discutere. Un fenomeno che non è
limitato alla Francia, come ben sappiamo noi Italiani.
Ecco le 4 questioni
fondamentali:
1. I volumi del
traffico internazionale di merci sono in vistosa diminuzione e sono ritornati
ai livelli del 2002 (cf. Baltic Dry Index), in prossimità del collasso del
2008. Ciò significa che l’economia globale sta per rallentare e non sorpasserà
la soglia di una crescita del 3%, il livello più basso da una dozzina di anni,
con l’eccezione del 2009. Infatti la crescita è rallentata in Cina, India,
Brasile e Africa. Attali osserva che anche
le nazioni più dinamiche non saranno in grado di creare abbastanza posti di
lavoro per i loro giovani. L’Europa, dal canto suo, andrà in recessione.
Sarà più difficile esportare e si dovrà scegliere tra protezionismo e un vasto
piano di rilancio dell’economia mondiale.
2. In
Europa, nonostante il massiccio, epocale intervento della BCE, che potrà dare
l’impressione che la crisi sia in remissione, la situazione debitoria della maggior parte delle nazioni sarà presto
insostenibile: per ridurre questo debito si vareranno altri programmi di
austerità e la loro simultaneità non farà altro che peggiorare la recessione,
riducendo il gettito fiscale ed aumentando le spese sociali. O si
intraprendono grandi progetti europeo si abbandona l’euro. O si opta per un
federalismo democratico o si abbandona la Banca Centrale Europea.
N.B.
Attali è un globalista, a favore degli Stati Uniti d’Europa e del governo
mondiale, io no, per le seguenti ragioni:
3. Negli
Stati Uniti, terminata l’euforia per la massa monetaria immessa nel sistema
pre-elettoralmente (leggi: la Federal
Reserve sta aiutando Obama a vincere le elezioni sulla scia di una ripresa
fittizia), si capirà che chiunque vinca le elezioni dovrà fronteggiare
delle enormi difficoltà. Se Obama vince non avrà comunque una maggioranza al
Congresso e non potrà aumentare le tasse per tenere sotto controllo la crescita
del debito pubblco. Se perde, il suo successore repubblicano sarà costretto a
tener fede alla sua promessa di ridurre le tasse. In entrambi i casi il dollaro crollerà e renderà ancora più improbabile
la crescita europea. Attali si domanda: come si possono convincere gli
Americani ad essere rigorosi quanto si aspettano che lo siano gli Europei?
4. Il
mondo musulmano si trova di fronte a scelte colossali. L’Egitto ha solo tre mesi di risorse a disposizione per importare
quello di cui ha bisogno prima che la sua economia collassi. La Tunisia non è
messa meglio. La Siria è martirizzata. La
scelta iraniana di proseguire con il programma nucleare rende più probabile un
intervento militare prima o dopo le elezioni presidenziali americane. Lavarsene
le mani o aiutarli? E come?
Nessun commento:
Posta un commento