Anche se è difficile prevedere con precisione il momento della caduta, la
tendenza è evidente. E' questione di poche settimane.
Ehud Barak su Assad, 2 gennaio 2012
La Lega Araba deve rimettersi alle Nazioni Unite e bisogna creare una
No-Fly Zone…si dovrà costituire una forza congiunta con la Turchia.
Saad Hariri, ex primo ministro libanese (sunnita ed educato in Arabia
Saudita e Stati Uniti), 2 gennaio 2012
Si dice che puoi farne fesso uno tante volte, molti una volta, ma mai tutti
tutte le volte. Però l’umanità è quella che è e moltissime persone hanno il
vizio di farsi infinocchiare con una regolarità che ha dell’incredibile.
L’ultimo, entusiasmante, inganno è quello della “guerra sexy”, la guerra bella,
buona e giusta. Le guerre umanitarie vanno per la maggiore, sono quelle più trendy.
Non si è una nazione seria se non si è preso parte ad una sana, virile, nobile
guerra umanitaria. Il rischio, come per tutte le cose eccitanti, è quello della
dipendenza: se non ne riusciamo a fare almeno una ogni 2-3 anni, ci resta
l’amaro in bocca, un desiderio inappagato.
Ogni volta si sostiene che senza una guerra umanitaria le cose
degenereranno ed ogni volta la guerra umanitaria non solo causa colossali
distruzioni, migliaia di morti (a volte centinaia di migliaia di morti) e
milioni di rifugiati/profughi, gravando drammaticamente sui bilanci delle
nazioni occidentali, ma getta intere nazioni in uno stato di caos permanente. È
successo in Somalia, nel Kosovo:
in Afghanistan e Pachistan:
in Iraq, Yemen, Libia:
e ora tocca alla Siria:
Il fatto è che non ne possiamo fare a meno e prendiamo per buono l’aforisma
di Oscar Wilde che l’unico modo per liberarsi di una tentazione è
cedervi.
Appoggiamo le guerra a certi tiranni mentre altri tiranni sostenuti
dall’occidente sono invece liberi di sedare le rivolte nel sangue senza
preoccuparsi delle conseguenze e senza che i media occidentali se ne occupino.
Chi denuncia questa infame crociata viene bollato come complottista -
una volta l’appellativo era “comunista”: l’importante è che lo scettico sia
inquadrato nella categoria delle patologie mentali: fanatico, paranoico,
autoritario, masochista, mitomane, ecc.
Però nel caso delle due autobombe esplose in Siria qualche giorno fa i
media occidentali hanno subito insinuato che si trattasse di un autoattentato
del governo siriano. Quindi la logica è che il complottismo è legittimo
quando si è schierati dalla parte giusta, ovvero quella della NATO. Il
complottismo è logico anche quando presuppone che un governo laico riesca a
convincere degli attentatori suicidi a farsi saltare in aria tra i loro
concittadini per dare l’impressione di stare difendendosi. Il complottismo è,
al contrario, dissennato quando esamina la geopolitica dello scontro tra Arabia
Saudita ed Israele (che occupa le alture siriane del Golan ed è ufficialmente
in guerra con la Siria) da un lato e l’Iran (miglior alleato della Siria)
dall’altro. L’interpretazione più improbabile è quella fatta propria dai
media, quella più ponderata è ignorata o irrisa.
Ci sono tiranni buoni (utili all’Occidente – es. Gheddafi fino
all’inizio del 2011) e tiranni cattivi (non-allineati o sacrificabili – es. il
Gheddafi linciato e sodomizzato con un bastone, uno dei momenti più alti della
storia dell’esportazione della democrazia con la forza).
Ci sono lapidazioni, decapitazioni e fustigazioni buone (Arabia
Saudita) e cattive (Iran, dove la lapidazione è sospesa per legge).
Ci sono giunte militari buone (Egitto) e democrazie cattive
(Bolivia, Argentina, Costa d’Avorio, Pachistan, ecc.).
Ci sono violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale buone
(USA, Turchia, Israele, Sudafrica dell’apartheid, ecc. - Guantánamo, rete di
prigioni segrete, Fallujah, Afghanistan, Diego Garcia, Gaza, Libano, ecc.) e
cattive (paesi non-NATO).
Ci sono brogli buoni (Bush) e brogli cattivi (Putin).
C’è la tortura buona (tecniche di interrogatorio avanzate) e quella
cattiva (tortura).
Invece ogni intervento occidentale è sempre umanitario ed il fine
giustifica ogni mezzo (inclusi gli ordigni all’uranio impoverito o, nel caso
dell’Iran, le bombe atomiche “tascabili”).
I jihadisti salafiti e i mujaheddin che hanno combattuto prima in Afghanistan,
poi in Iraq e infine in Libia sono ora in Siria: “Viene intanto confermato che truppe
americane e della Nato stanno addestrando le milizie dell'opposizione siriana
al presidente Bashar al-Assad nella citta' di Hakkari, nel sud est della
Turchia, vicino al confine siriano. E' quanto ha svelato un'ex
impiegata dell'Fbi, Sibel Edmonds, citando fonti turche e statunitensi.
Secondo quanto riporta il quotidiano turco 'Milliyet', per la Edmonds
l'addestramento dei ribelli siriani, che sotto il colonnello disertore Riad
al-Assad hanno formato l'Esercito siriano libero, è iniziato a maggio. La
Edmonds ha quindi aggiunto che gli Stati Uniti sono coinvolti nel traffico di
armi verso la Siria dalla base militare di Incirlik in Turchia. Washington, ha
aggiunto, provvede anche a fornire un supporto finanziario ai ribelli impegnati
a rovesciare l'attuale regime di Damasco”.
Il primo ministro turco Erdogan ha provveduto a congelare i conti bancari
dell’Esercito della Siria Libera per costringerlo a piegarsi all’autorità
del Consiglio Nazionale Siriano, un’emanazione della fratellanza musulmana:
Se uno fosse dotato di una modica quantità di discernimento potrebbe quasi
pensare che i fondamentalisti islamici facciano gli interessi
dell’Occidente, quasi fossero più o meno consapevolmente coinvolti nel
Progetto per un Nuovo Secolo Americano, che prevede, guarda caso, la
sottomissione dei succitati paesi:
Arriviamo al punto. Perché la gente si fa fregare così facilmente?
Ho già affrontato questa questione in due articoli:
Ma c’è un testo che mi pare fornisca un quadro completo. È l’eccellente
“Fraudologia: teoria e tecniche della truffa” di Matteo Rampin, Ruben Caris
(2010). Da questo studio apprendiamo che i truffatori sfruttano i vizi
capitali: superbia (narcisismo), avarizia (possesso), lussuria (edonismo
sessuale), ira (aggressività), gola (edonismo alimentare), invidia
(competizione), accidia (passività). Ricorrono ai beni materiali come fonte
illusoria di certezze (anche amuleti), a dipendenze da piaceri ed appetiti, al
desiderio di essere amati ed apprezzati/valorizzati/riconosciuti nei nostri
meriti, di essere al centro dell’attenzione, di vedere la propria visione del
mondo confermata (stabilizzazione e coerenza interna: è sufficiente assecondare
le credenze della vittima), di nutrire speranze, di ricevere consolazione, al
rimorso, al senso di colpa, al timore della punizione o di un “imminente
stravolgimento cosmico” (sic!).
La gente ha paura di perdere quel che ha e di non ottenere quel che
desidera. La gente ha anche paura delle complicazioni, della confusione,
dell’imprevedibilità. Uno dei riduttori della complessità è la tendenza a
pensare che il mondo sia complessivamente ordinato secondo giustizia e che i
cattivi saranno puniti ed i buoni premiati (le disgrazie accadono a chi se
le cerca). Ogni evidenza che indica il nostro errore viene squalificata o
ignorata. Rifiutiamo ciò che non si adatta ai nostri sistemi di credenze e
accettiamo le menzogne più incredibili, se ci piacciono. Decidiamo di
credere ad una cosa e continuiamo a farlo anche di fronte all’evidenza del
contrario.
A questo punto è sufficiente che i truffatori ci costringano a costringere
la nostra convinzione da attacchi esterno per consolidarla e farla fruttare. La
situazione ideale è quando uno crede di essersi persuaso da sé senza immaginare
che non è così e poi desidera fortemente che la “sua” costruzione della realtà
sia vera, il che accade specialmente se ci si sente minacciati.
Altri fattori che spianano la strada del truffatore sono la bellezze e la
piacevolezza (una guerra umanitaria è bella e piacevole). La
spettacolarizzazione (un evento sorprendente) indirizza la mente, supera
le difese che allarmerebbero la vittima (sensazionalismo mediatico). Le persone
tendono ad evitare il dolore e cercare il piacere. Per questo i governi
truffaldini evitano di rispondere ad un’obiezione, cosicché alcuni scettici
meno determinati e sicuri reagiscono sentendosi in colpa per aver sollevato una
questione indegna di essere presa in considerazione.
Una strategia semplice ed efficacissima è quella del poliziotto buono
(una figura genitoriale rassicurante come la mamma) che collabora con il poliziotto
cattivo (castrante ed aggressivo come papà).
La gente si fa fregare anche perché sente il bisogno di appartenere ad
un gruppo e teme di esserne escluso. L’autostima, l’orgoglio la
vanità impediscono di mettersi in gioco, di gridare che il re è nudo.
Un’altra brillante metodica è quella di creare il problema e poi fornire
la soluzione desiderata (dal truffatore). Ad esempio si genera una crisi:
per trarre vantaggio dal bisogno di senso di fronte all’assurdo.
I governi truffaldini, per rinforzare gli effetti di una crisi, sfruttano
la suggestionabilità dei cittadini ed i momenti in cui sono più vulnerabili,
il senso di solitudine, la fame, l’assonnamento, la spossatezza fisica e
psicologica. Un truffatore infonderà sempre un senso di urgenza e
agirà in situazioni che producono confusione: incoerenza, sorpresa,
incomprensibilità, sovraccarico sensoriale, inclassificabilità dell’evento nel
repertorio delle conoscenze della persona, sovraccarico emotivo. Tutti
questi frangenti spengono le facoltà di comprensione della realtà delle persone
e spingono ad aggrapparsi ad un’ancora di salvezza, che invece è la tana
del lupo.
Lupo che non è avvertito come tale perché si traveste da agnello e/o da
pastore e per via della propensione ad accettare un ordine imposto
dall’alto, dell’istinto gregario-gregge, della acquiescenza nei confronti di
persone percepite come autorevoli, formidabili o autoritarie.
Il depistaggio dell’attenzione della vittima si realizza anche con false
esche: costruendo ricordi fittizi (ricostruendo la storia), scenari futuri
fittizi, eventi apparentemente casuali; rendendo apparentemente essenziali cose
che non lo sono, creando problemi inesistenti e poi proponendosi di risolverli,
prospettando due sole alternative (libertà di scelta ristretta, una sola
opzione attraente), ben sapendo che una sarà rifiutata, oppure prospettando
tante scelte ma poco diverse tra loro.
L’obiettivo del lupo è quello di mettere la vittima con le spalle al
muro; deve fuggire solo nella direzione prestabilita: firma qui!
Dai pure a me! Vedrai che se fai così tutto si risolverà! È tempo di agire!
Questi sacrifici non saranno inutili!
I governanti truffaldini usano frasi fatte e luoghi comuni che fanno
appello alla pigrizia cognitiva semplificatoria, oltre alle manipolazioni
semantiche del tipo costoso = esclusivo, aborto = interruzione di
gravidanza, guerra = conflitto.
Nel caso della Siria e dell’Iran entra in gioco anche la
tendenza al completamento, ossia il bisogno di finire una cosa iniziata
(primavera araba).
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