domenica 22 gennaio 2012

Il tiranno di Chicago e la stupidità del bene






Milton Friedman, “Capitalism and Freedom”, 1982.

Non dobbiamo sorprenderci che l'Europa abbia bisogno di crisi, e di gravi crisi, per fare passi avanti. I passi avanti dell'Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario. È chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale, possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c'è una crisi in atto, visibile, conclamata.
Mario Monti, discorso alla Luiss, 22 febbraio 2011.

All'immagine di un male banale ma contagioso ed epidemico Rumiz affianca quella di un bene ingenuo e cieco, di un bene imbecille e infermo che ha il pericoloso difetto di non saper fiutare il pericolo. Egli sottolinea, da questo punto di vista, come sia molto rischioso continuare a parlare di integrazione, di convivenza in Europa solamente a livello retorico, “nella beata ignoranza dei meccanismi della disintegrazione”. Nel suo “Maschere per un massacro” Rumiz ha insistito molto su questo aspetto, sottolineando che tutte le mosse preparatorie del conflitto in Bosnia si sono svolte in gran parte alla luce del sole, e che nonostante questo la maggioranza delle persone fino all'ultimo non voleva credere che l'efferatezza potesse scatenarsi tra di loro. "La velocità impressionante della pulizia etnica fu resa possibile non solo dalla sua lunga, meticolosa preparazione, ma anche da questa incredulità delle vittime e della gente in generale. Non esiste prova migliore, forse, che la Bosnia non è stata distrutta dall'odio - come fa comodo a troppi supporre - ma da una diffusa ignoranza dell'odio" (Rumiz, 1996, p. 7). Paradossalmente, racconta Rumiz, a Sarajevo è la "piccola criminalità" a fiutare prima l'arrivo della guerra e organizzare un minimo di difesa perché più consapevole delle possibilità e dei meccanismi del male e della violenza. […] Riprendendo l'intuizione di Rumiz, l'insegnamento che ci viene dall'esperienza balcanica è che ciò che ci trasforma in carne da cannone è lo stesso imbonimento, la stessa inerte apatia, la stessa acquiescenza che ci porta a seguire tutti lo stesso programma televisivo, o a comprare lo stesso prodotto reclamizzato, o a votare in massa il primo pagliaccio che scende in campo promettendoci di risolvere tutti i nostri problemi se solo acconsentiamo ad affidargli un po' più di potere.
Marco Deriu, “Dizionario critico delle nuove guerre”, EMI, Bologna, 2005, pp. 66-68.

I capponi di Renzo si beccano l’un l’altro invece di identificare la vera causa dei loro mali (divide et impera). Tuttavia, se qualcosa là in alto si sta muovendo è perché hanno capito che la gente (i capponi) si sta svegliando. L’avvento di un autoritarismo esplicitato è un segno paradossalmente positivo: vuol dire che, per qualche ragione, abbiamo finalmente la possibilità di vedere la realtà così com'è e non come una potentissima ma minuscola minoranza vuole che la vediamo. Così questa sparuta minoranza, in preda al panico, è costretta a togliere il guanto di velluto. Meglio così, le finzioni imprigionano molto di più della realtà nuda e cruda.
A questo riguardo, Chicago sta per apprendere una dolorosa lezione.
Volete conoscere il futuro? Osservate Chicago, leggete tutto quel che potete su Chicago, la città da cui proviene Obama. Dal 16 maggio 2011 il sindaco di Chicago è l'israeliano-americano (doppia cittadinanza, servizio militare in Israele) Rahm Israel Emanuel, amico personale di Obama e figlio di un terrorista dell'Irgun:
http://it.wikipedia.org/wiki/Rahm_Emanuel
Emanuel è passato dalle funzioni di
capo di gabinetto di Obama ad aspirante tiranno di Chicago:
http://www.guardian.co.uk/commentisfree/cifamerica/2012/jan/19/outlawing-dissent-rahm-emanuel-new-regime
Quel che succede a Chicago è quel che succederà a Londra, in occasione dei giochi olimpici:

Bernard E. Harcourt, direttore del dipartimento di scienze politiche dell’università di Chicago e, in precedenza, docente di diritto e scienze politiche a Parigi-Nanterre e Harvard, nel sopra linkato articolo apparso sul Guardian del 19 dicembre 2012, ha lanciato un allarme forte e chiaro. Rahm Israel Emanuel sta applicando pari pari la dottrina del capitalismo del disastro all’amministrazione della metropoli di Chicago, terza città degli Stati Uniti.
Chi non ha ancora letto “Shock economy” di Naomi Klein (Milano: Rizzoli, 2007), è meglio che si sbrighi a farlo, altrimenti non potrà capire assolutamente nulla di quel che sta accadendo. L’ha dovuto fare anche Paul Krugman, economista premio Nobel ed editorialista del New York Times:
Qui il documentario completo ed imperdibile di Michael Winterbottom sui temi trattatati nel libro della Klein:
http://fanuessays.blogspot.com/2011/11/shock-economy-il-capitalismo-del.html
Nel fondamentale “Shock economy” (2007), Naomi Klein ricompone il puzzle raccapricciante della realtà del nostro tempo, affidandosi alle analisi degli editoriali e delle inchieste dei maggiori quotidiani internazionali, ossia ad un genere di informazione accessibile a milioni di persone ma che, a causa della frammentazione e diluzione, quasi mai ricomposta in un quadro d’insieme. Ecco il quadro complessivo: milioni di persone morte, mutilate o torturate nel mondo; governi e servizi segreti in combutta con le multinazionali e dittatori vari per promuovere i loro interessi comuni; colpi di stato, drastico taglio dei servizi sociali, inquinamento doloso, privatizzazione dei beni comuni (incluso il DNA). La strategia è quella della terapia shock che si usa sui prigionieri: guerre, atti terroristici, disastri naturali, eventi epocali come opportunità per sfruttare le masse ed aumentare il loro potere e ricchezza (ampie citazioni ed estratti confermano che questa gente fa sul serio e non ha bisogno di nascondere i suoi obiettivi e metodi). Significativo il fatto che i torturatori tornassero in auge proprio mentre i loro governanti golpisti si accordavano con i luminari del “libero mercato” predicato dalla Scuola di Chicago di Milton Friedman. Tutto questo è peraltro documentato in numerosi altri studi più specialistici e meno “decifrabili” dalle persone comuni.
Tornando all’articolo in questione, Harcourt osserva che Emanuel sta sfruttando i summit del G8 e della NATO che si terranno a Chicago per estendere capillarmente i sistemi di sorveglianza e le prerogative della polizia (permanentemente), per esternalizzare e privatizzare i servizi comunali (e relativi profitti) con eventuali indennizzi a carico dei contribuenti (!!!) e per approvare leggi che limitano l’espressione del dissenso (permanentemente), sanzionano salatissimamente ogni minima infrazione (es. grandezza di uno striscione, errata o mancata notifica della presenza di un veicolo, ecc.) e gli conferiscono poteri straordinari. Nonostante il fatto che per mesi il movimento Occupy Chicago si sia distinto per la sua compostezza:
I manifestanti stanno cercando di resistere:
Ma la tragica realtà è che gli Stati Uniti si trovano su una china molto ma molto preoccupante:
e il Canada non è messo meglio:

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