giovedì 29 dicembre 2011

Il cancro è filoamericano?




Luciano Gulli, “Incubo cancro per i leader del Sud America”, Il Giornale, 29 dicembre 2011
omette il dettaglio che sono tutti leader latinoamericani che gli Stati Uniti considerano loro avversari



«Tropico del cancro…», è scappato detto a qualcuno. E certo, cattivo gusto a parte, non si può dire che la battuta non colga atrocemente nel segno. È successo quando in redazione è arrivata la notizia che la presidente argentina Cristina Kirchner, 58 anni, rieletta lo scorso 23 ottobre, ha un cancro alla tiroide e sarà operata il prossimo 4 gennaio.
«Come Chavez», il presidente del Venezuela, ha ricordato qualcuno. «E Lula, Lula da Silva, il brasiliano», ha ribattuto un altro. «E Castro, allora? E Dilma Roussef, che ha sostituito Lula alla presidenza del Brasile?», gli ha fatto eco un terzo.
Così, alla fine, ci siamo messi a far la conta, e insomma, se non è un'epidemia, quella che ha colto molti capi di stato o ex capi di stato dell'America latina, poco ci manca. Sicché non è parso poi così peregrino pensare che quando i Maya avevano pre-visto che il 2012 sarebbe stato l'anno della catastrofe per il pianeta forse non avevano valutato che l'epicentro, che l'occhio del ciclone si sarebbe allargato proprio sulla testa del continente da essi abitato. Un disordine cosmico che si manifesta scegliendosi certi simboli, che colpisce i vertici del Potere, prima… Perché accanto a quelli citati, e sono già cinque, bisogna citare Fernando Lugo, 60 anni, presidente paraguayano, lui pure colpito da un tumore linfatico.
Insomma, Nemesi magari non c'entra, ma vien voglia lo stesso di fare gli scongiuri, se uno cinge la sciarpa di presidente, dal Golfo del Messico in giù.
«Il 22 dicembre - ha esordito il portavoce della presidenza argentina che ha un cognome sicilianissimo, Scoccimarro - durante un controllo di routine è stato rilevato un carcinoma papillare al lobo destro della tiroide della presidente Kirchner». Non ci sono metastasi, ha sottolineato Scoccimarro. La malattia è circoscritta, i linfonodi non sono stati colpiti. Insomma, con un po' di fortuna, tutto potrebbe finire con una buona dose di spavento. «Settantadue ore di ospedale, 20 giorni di convalescenza» e nulla più, ha lasciato intendere Scoccimarro ricordando che la guida dello Stato sarà assunta durante l'assenza della cinquantottenne presidente dal suo vice Amadou Boudou.
Meno rosee sembrano le prospettive per Hugo Chavez, 57 anni, da molti mesi in guerra con un tumore particolarmente aggressivo diagnosticatogli a Cuba. Chavez è già stato sottoposto a una serie di pesanti bombardamenti chemioterapici sia a Cuba che a Caracas, dove molti dei suoi sostenitori, per simpatia e per fargli coraggio, si sono rapati a zero quando il presidente, per effetto delle cure, ha perso i capelli. Quanto lo abbia fiaccato nel fisico, il tumore, nessuno sa dire, visto che le sue condizioni di salute sono coperte da una sorta di segreto di Stato. L'umore, solitamente scoppiettante, pare invece non sia stato neppure sfiorato, tanto che Chavez minaccia di candidarsi - e di vincere, naturalmente - alle elezioni in programma in Venezuela l'anno prossimo.
Di tumore, si diceva, è malato anche Luiz Lula da Silva, 66 anni, ex presidente brasiliano. Anche se il 13 dicembre scorso i medici dell'ospedale Sirio Libanes di San Paolo hanno fatto sapere che le cure hanno avuto successo e che il cancro contro il quale sta lottando Lula - un cancro alla laringe - è regredito di un 75 per cento. Lula come Dilma Roussef, 63 anni, la sua pupilla e attuale presidente, alla quale asportarono un linfonodo sotto l'ascella quasi tre anni fa. Un tumore aggredito in tempo, stavolta. Il solito bombardamento chimico ed ecco Dilma Roussef tornare come nuova. Il che non si può dire di Fidel Castro, colpito nel 2005 da una emorragia intestinale e da allora mai ripresosi.

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