Wikileaks è diventata l'interfaccia perfetta tra qualche servizio segreto e l'opinione pubblica mondiale. L'informazione in rete viene usata con licenza d'uccidere.
Fabio Ghioni,
hacker
Emmanuel Goldstein
è un personaggio letterario, il nemico del Partito che governa l'Oceania nel
libro di George Orwell 1984. A causa della sua opposizione al Grande Fratello,
ogni giorno, a partire dalle 11.00 in ogni ufficio e luogo pubblico si tengono
manifestazioni di isteria collettiva contro di lui: i famosi "Due minuti
d'odio". Il lettore, comunque, capirà in seguito che Goldstein e il
suo gruppo non sono altro se non un sistema che il Partito usa per controllare
le coscienze, al punto che la loro stessa esistenza non è decidibile con
certezza.
I grandi
banchieri, muovendo alcune semplici leve che controllano il flusso del denaro,
possono determinare il successo o il fallimento dell’economia di un paese.
Controllandone i comunicati stampa sulle strategie economiche che demarcano le
tendenze nazionali, l’élite è capace non solo di prendere in mano le redini del
potere della struttura economica di tale nazione ma anche di estendere il
controllo su tutto il mondo.
Aldous Huxley
Anna Stepanovna
Politkovskaja, morta
Enzo Baldoni,
morto
Ilaria Alpi, morta
Julian Assange,
arrestato per non aver indossato un profilattico
Se Assange fosse
una vera minaccia per l’establishment sarebbe ancora vivo? Io credo, piuttosto,
che avrebbe fatto la fine di questi altri:
Assange ha negato
che dietro l’11 settembre ci sia un qualunque complotto diverso da quello di
Osama Bin Laden
Assange ammira
Benjamin Netanyahu
"Mendax"
(ingannatore, mentitore, mendace) è lo pseudonimo usato da Julian Assange
quando faceva l'hacker.
Non sarebbe la
prima volta che succede:
"Chi proprio
non crede alla parabola di Wikileaks è Fabio Ghioni, l’hacker più
famoso d’Italia condannato per lo scandalo dei dossier Telecom. Sono almeno tre
le cose che secondo Ghioni non tornano: la natura riservata delle notizie
diffuse, le dimensioni degli investimenti finanziari necessari e i reati
commessi. “La violazione del segreto di Stato in America è punita con la
pena di morte e se gli Usa volessero veramente l’estradizione di Assange, la
otterrebbero senza nessun problema”. L’ex numero uno del Tiger team
di Telecom sostiene che dietro a Wikileaks ci sia qualche servizio segreto. “Per
fare un’operazione del genere ci vuole un budget di almeno tre milioni di euro
l’anno”. Insomma, secondo lui, qualche barba finta è andata da Assange
e gli ha detto: “Ti passo le informazioni riservate, ti do un posto dove
metterle, ti copro di milioni e ti garantisco fama e successo ma soprattutto
impunità”. Un’offerta difficile da rifiutare.
A sostegno della
sua tesi Ghioni cita la storia del soldato Manning. La persona che, secondo gli
inquirenti statunitensi, è entrata nel database Siprnet, da cui provengono i
cable diplomatici, per poi passarli ad Assange. “Questa è una storia
comica. I computer che si possono collegare al sistema sono monitorati
costantemente. Dai movimenti del mouse a quello che uno digita sulla tastiera.
Ma vi immaginate un soldato che si connette e scarica centinaia di migliaia di
dati? – continua Ghioni che a sostegno della sua tesi cita il caso della
sicurezza informatica della sua ex azienda – Nei computer connessi alla banca
dati di Telecom non puoi inserire neanche una chiavetta usb, non puoi scaricare
nessun documento. Vogliamo pensare che i servizi segreti e il dipartimento di
Stato americani hanno una policy sulla sicurezza informatica inferiore a quella
di Telecom? Non scherziamo”.
"Violarlo e
rubarne i segreti è stato un gioco da ragazzi, spiega Manning in chat a un
amico hacker: “Mi sono avvicinato al computer con un cd di Lady GaGa, ho
cancellato la musica e scritto un file compresso. Nessuno ha sospettato nulla.
Mentre facevo finta di ascoltare e cantare Telephone (una delle hit di Lady
GaGa, ndr) ho scaricato quella che verosimilmente è la più grande sottrazione
di dati riservati della storia americana”.
Ecco la sintesi di
un blogger, che evidenzia l'assurdità di questa versione dell'accaduto:
"un
tale manning, stufo di vedere massacrati i civili irakeni decide di rubare dei
file che si scambiano i diplomatici (e perchè mai? che c'entra? boh). Andiamo
avanti. Questo manning entra con un cd di lady gaga e una penna usb, accede
all'archivio e mentre fa finta di ascoltare il cd di lady gaga copia tutti i
file... Praticamente un genio. Certo, deve essere un genio uno che riesce a
copiare qualcosa su un cd musicale (che non è riscrivibile) un archivio così
immenso (però forse era un dvd...). E la penna usb a cosa gli sarà servita? A
sbloccare il cd musicale e farlo diventare dvd riscrivibile? Ma questi pensano
che le persone sane di mente ci caschino? Io dico di sì, a giudicare
dall'isteria collettiva su questi file".
Intervista a Fabio
Ghioni (1 dicembre 2010):
Wikileaks sta
diventando uno strumento di potere e in quanto tale, una struttura
d'intelligence valuterebbe innanzitutto la sua utilità operativa come strumento
di infowar o di ricatto verso persone o strutture scomode…La mia esperienza mi
ha insegnato che ogni cosa che ci viene comunicata va sempre considerata con un
sopracciglio alzato. Assange potrebbe essere in buona fede e allora potrei dire
che il mandato internazionale è il modo più semplice di bloccare una persona. Se
però non è in buona fede ed è uno strumento nelle mani di una struttura di
infowar o intelligence, allora direi che il mandato internazionale è una
copertura perfetta soprattutto se ha risonanza mediatica.
«Dietro a quel
sito c’è qualche 007»
Intervista a Fabio
Ghioni:
Assange e
Wikileaks fanno tutti da soli o c’è qualcuno dietro?
«Non scherziamo. È
impossibile che facciano tutto da soli, come paladini della trasparenza. Basta
dare un’occhiata alla mole di documenti raccolti e resi pubblici. Stiamo
parlando di intere banche dati. Dietro a tutto c’è qualcuno interessato a fare
uscire queste informazioni in maniera chirurgica e a senso unico».
Cosa intende dire?
«Quando solo pochi
conoscevano Wikileaks, ricordo che Assange boccheggiava e non riusciva a pagare
neppure le bollette del sito. Poi sono esplosi. Qualche servizio segreto
deve essersi reso conto della potenzialità di uno strumento del genere per
campagne di disinformazione e propaganda mirata. Questo non significa che i
documenti rivelati siano falsi. Finora, però, sono usati a senso unico, contro
l’Occidente. Una specie di schema stile “divide et impera” per seminare
divisioni nei rapporti fra alleati. Mi sembra una tattica fin troppo chiara e
mirata, che ha poco a che fare con la trasparenza».
Quali sarebbero i
servizi segreti coinvolti?
«Esistono
organizzazioni cybercriminali come Russian business network, che secondo
documenti americani è collegata all’Fsb, intelligence russa. Non escludo
neppure che ci sia lo zampino di qualche struttura occidentale. È
significativo che Wikileaks non abbia mai pubblicato documenti della Cia, ma
solo del Pentagono e del Dipartimento di Stato, per ora. Non penso che
Pechino e Teheran passino informazioni ad Assange. Però è plausibile che un
colosso come la Cina finanzi Wikileaks, senza farlo sapere, trattandosi di uno
strumento che sta provocando caos nel cuore dell’Occidente».
È stato arrestato
un militare dell’intelligence Usa come gola profonda di Assange. Può essere che
ci sia solo lui?
«È impossibile,
inverosimile. Probabilmente ci sarà più di qualcuno al Pentagono o al
Dipartimento di Stato Usa, che ha passato documenti e informazioni pensando di
migliorare il mondo con la denuncia di qualche magagna occidentale. Penso che
le fonti idealiste di Wikileaks siano il 5%, ma non può essere il singolo a
passare banche dati intere».
Costa molto una
struttura come Wikileaks?
«Il costo è
elevato e si potrebbe aggirare su milioni di euro. La storia delle donazioni è
ridicola. Che il sito renda pubblici i bilanci e poi faremo i conti.
Assange è sempre in viaggio e non bastano i punti Mille miglia. Da dove
arrivano i soldi?».
Il fondatore di
Wikilekas continua a presentarsi come paladino della trasparenza. Cosa ne
pensa?
«Non metto
in dubbio che abbia iniziato spinto da gradi ideali, che condivido, ma poi la
faccenda gli ha preso la mano. Il sito stava per chiudere per mancanza di
fondi, poi è resuscitato. Mi piacerebbe credere che questa storia derivi da
cittadini paladini delle libertà, ma purtroppo non è così».
Il Mossad accusato
di complotto: «Le notizie di Wikileaks avvantaggiano Israele»
di Eric Salerno
ROMA (3 dicembre
2010) - A chi fa gioco il gioco di Wikileaks? Finora poco più di seicento di
251.287 messaggi diplomatici americani “rubati” sono apparsi in rete ma c’è già
chi parla di complotto. Due sono le direttrici indicate: Julian Assange e i
suoi collaboratori si vogliono arricchire oppure stanno lavorando per favorire
la politica di un governo. Le teorie complottiste abbondano sul web. Nel
mirino, quasi sempre, Stati Uniti e Israele. E anche questa volta, in prima
linea tra gli accusati, i due Paesi.
In un’intervista
alla rivista americana Time il fondatore di Wilkileaks ha fatto le lodi di
Netanyahu che, ha detto, è convinto che le rivelazioni aiuteranno la ricerca
della pace in Medio Oriente. «Il premier israeliano sostiene che i leader devono
parlare in pubblico come parlano nel privato». I documenti classificati
finora pubblicati giocano sicuramente a favore di Tel Aviv. Sia quando i
diplomatici americani raccontano come molti leader arabi sono preoccupati per
la politica di Teheran, sia quando spiegano che nonostante lo stato formale di
belligeranza tra arabi e Israele, esistono ottimi rapporti tra molti paesi del
Golfo e il “nemico”.
Wikileaks è nato
nel dicembre 2006 e sostiene di «essere stato fondato da dissidenti cinesi,
giornalisti, matematici ed esperti di informatica dagli Stati Uniti, Taiwan,
Europa, Australia e Sud Africa». E anche se oggi c’è chi sospetta un ruolo dei
cinesi nella raccolta e disseminazione dei documenti, molti cinesi vicini al
regime sono convinti che Assange e i suoi siano in qualche modo collegati al
Mossad, il servizio segreto di Tel Aviv.
Su un sito
britannico qualcuno ha trovato “intrigante” una frase di un articolo del
giornalista israeliano Yossi Melman, pubblicato sul quotidiano The Independent.
Melman mette insieme tre eventi «apparentemente non collegati tra loro». Il
primo, la pubblicazione dei documenti molti dei quali riguardano le
preoccupazioni del mondo con il programma nucleare iraniano; il secondo, l’assassinio
misterioso a Teheran del più importante scienziato nucleare iraniano e il
ferimento di un altro; e infine la nomina di Tamir Pardo come nuovo capo del
Mossad. «Ma c’è un legame tra di loro. Sono parte dello sforzo interminabile
dell’Intelligence israeliana, insieme con le loro controparti in Occidente
compreso l’M16 britannico e la Cia americana, per sabotare, ritardare e se
possibile per impedire all’Iran di raggiungere il suo scopo di ottenere la sua
prima bomba nucleare». Melman non ha voluto chiarire oltre il suo pensiero.
Accuse al Mossad,
dopo quelle scontate di Ahmadinejad, sono arrivate ieri anche dalla Turchia,
vecchio alleato strategico di Israele ora su posizioni nettamente contrarie
alla politica del governo Netanyahu. Huseyin Celik, numero due del
partito del premier Erdogan ha indicato che «Israele è soddisfatto» per le
rivelazioni. «Ancora prima che i documenti fossero diffusi, già dicevano che “Israele
non avrà problemi”».
Wikileaks:
Tarpley, è strip-tease CIA per colpire nemici. A partire da Berlusconi-Putin.
lo dice giornalista investigativo (ansa) - Roma, 7 dic 2010
Le rivelazioni di
Wikileaks? "Sono uno strip-tease della Cia per colpire i suoi nemici, a
cominciare da Berlusconi-Putin": lo sostiene il celebre giornalista
investigativo Usa, Webster Tarpley all'ANSA. Il rapporto Roma-Mosca "vuol
dire fra le altre cose l'oleodotto Southstream, oggetto di odio feroce da parte
della CIA. Nessun fantoccio di Washington viene criticato", ha
aggiunto.
I documenti
pubblicati rivelano "cose già note da un pezzo, come il desiderio dei
Sauditi di colpire l'Iran. Assange dice bene della CIA mostrando di dire
male", aggiunge Tarpley, convinto che "il prossimo passo sarà un
ripulisti generale dell'internet, chiudendo tanti siti critici, utilizzando
come pretesto dei segreti spifferati da Assange". Il giornalista non è
l'unico ad accusare Assange di fare gli interessi di gruppi occulti: nella
schiera dei critici c'é anche John Young, co-fondatore di Wikileaks e ora con
un proprio sito indipendente.
…
Per capire
Assange, bisogna rifarsi a Paolo Sarpi, il maestro veneziano dei servizi
segreti, il quale ha teorizzato il limited hangout o self-exposure praticato
dalla CIA gia' quattro secoli prima di Assange nel suo parere "Del
confutar scritture malediche," scritto per il Senato il 29 gennaio 1620.
(Opere, edizione Cozzi, Milano: Ricciardi, 1969)
…
Notiamo in questo
contesto che e' stato proprio Cass Sunstein a menzionare Wikileaks per la
prima volta (ch'io sappia) nella grande stampa americana, scrivendo sul
Washington Post del 24 febbraio 2007: "Wikileaks.org, founded by
dissidents in China and other nations, plans to post secret government
documents and to protect them from censorship with coded software." [Trad:
“Wikileaks.org, fondato da dissidenti in Cina e in altre nazioni, intende
pubblicare documenti governativi segreti proteggendoli dalla censura con
software criptato”].
Era il primo
successo pubblicitario per il gruppo di Assange, e veniva grazie a Cass
Sunstein personalmente.
Su Cass
Sunstein:
Fino a qualche
mese fa l’unico avvocato difensore di Julian Assange era Mark Stephens,
della Finers Stephens Innocent, consulenti legali del Waddesdon Trust (famiglia
Rothschild):
Vale la pena
ricapitolare gli indizi che dovrebbero portarci a concludere che non sia quello
che dice di essere.
Da quando Assange è
diventato il responsabile unico di wikileaks, scacciando o agevolando l’uscita
di chi non la pensava come lui, le “fughe di notizie” hanno rivelato che:
* le armi di
distruzioni di massa in Iraq esistevano veramente (!!!);
* l’Iran è una
potenza regionale destabilizzatrice e va fermata con le buone o con le cattive;
* Nicola
Calipari è morto a causa della sua negligenza;
* il numero di
vittime della guerra in Iraq corrisponde al dato fornito dall’amministrazione
Bush-Cheney, è drasticamente inferiore rispetto alle stime di tutte le
organizzazioni indipendenti e i responsabili del macello sono soprattutto gli
iracheni stessi e non le forze di invasione;
* la condotta
di Israele e di Tony Blair è impeccabile;
Una curiosa
convergenza rispetto alle posizioni dei falchi della precedente amministrazione
statunitense e dell’attuale governo israeliano.
La seconda razione
di fughe di notizia ha rivelato che:
* gli Stati Uniti
spiano i loro alleati e le Nazioni Unite (sorpresona!);
* L’Arabia
Saudita e tutti i paesi suoi alleati nel Golfo si preoccupano dell’ascesa dell’Iran;
* Ahmadinejad è
descritto come il “nuovo Hitler” e Hugo Chavez come un folle;
* l’Iran riceve
missili dalla Corea del Nord;
* gli Stati Uniti
temono che le armi nucleari pachistane finiscano nelle mani sbagliate;
* il governo
russo fa affari con la mafia russa;
* Gheddafi è
(era) mentalmente labile e potrebbe (avrebbe potuto) fare di tutto;
Guarda caso, i
principali bersagli sono ancora una volta i maggiori avversari e critici degli
Stati Uniti e di Israele che anche questa volta se la cava brillantemente, con
nulla a suo carico.
D’altronde lo
stesso Assange ha affermato in due occasioni che il bersaglio di Wikileaks
sarebbero stati i regimi oppressivi asiatici, Russia e Cina in primis:
In cambio, tra le
tante cose, non scopriamo nulla di più di quel che ci hanno già detto i
migliori giornalisti d’inchiesta riguardo al coinvolgimento delle forze NATO
nel narcotraffico afghano, agli omicidi eccellenti commissionati dal governo
israeliano, né sul comportamento terroristico dei mercenari assoldati dalle
multinazionali in Iraq, agli eventi di Fallujah.
A che gioco sta
giocando Assange? Perché ha ammesso pubblicamente che gli Americani gli
passano documenti scottanti? Perché dovrebbero aiutarlo se è così temuto e
detestato?
Hillary Clinton ha
subito usato le wikileaks per dimostrare che le preoccupazioni americane nei
confronti dell’Iran sono fondate ed ampiamente condivise.
I commenti nei
forum dei quotidiani britannici che ci preparano alla guerra con l’Iran, ossia
alla Terza Guerra Mondiale, si sprecano:
“È un incubo
per gli anti-israeliani. Ora non possono dare la colpa ad Israele se l’America
attaccherà l’Iran a causa delle pressioni saudite”
“WikiLeaks ha
anticipato il giorno in cui gli USA agiranno finalmente per estirpare gli
impianti nucleari dello stato del terrore iraniano. Chi ama la pace dovrebbe
rallegrarsene e nominare Wiki per il premio Nobel per la pace”
“Allora non
sono solo i “malvagi” israeliani che esortano a colpire l’Iran, ma più o meno
tutti i paesi del Medio Oriente. E’ quasi troppo bello per essere vero. Non che
non lo si sapesse prima, ma ora nessuno potrà negarlo”.
“Così se ci sarà
una guerra contro l’Iran potremmo per favore astenerci dal dire che è solo per
il petrolio, visto che sono i produttori di petrolio che spingono per l’attacco
all’Iran?”
“Sarà molto
difficile per la gente condannare l’America quando vedono che ogni sceicco la
implora di bombardare i loro ‘fratelli’”
La vicenda di Gary
McKinnon è molto istruttiva. Rischia di ricevere lo stesso trattamento penale
di un terrorista, senza neppure essere un hacker di prima classe e senza aver
neppure commesso una minuscola frazione di quel che ha fatto Assange
("un tentativo irresponsabile di destabilizzare la sicurezza
globale", è come il Pentagono ha descritto le rivelazioni di wikileaks).
Però Assange è
ricercato dall'interpol per non aver usato un profilattico, non per aver messo
a repentaglio la sicurezza internazionale!
Curioso, no?
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