Secondo le informazioni disponibili fino ad ora, una maggioranza schiacciante di pazienti sentono dei sintomi benigni; il loro ristabilimento è veloce e completo, la maggior parte delle volte ricorrendo a un trattamento medico. A livello mondiale, il numero di decessi è poco importante, non ci aspettiamo di vedere una crescita improvvisa e spettacolare del numero di infezioni gravi o mortali.
Margaret Chan, Direttore Generale dell’OMS, 11 giugno 2009
I principali epidemiologi
prevedono che la pandemia potrebbe far parte delle più benigne da quando la
medicina moderna documenta le epidemie di influenza.
Washington Post, 8 dicembre
2009
L'OMS e i responsabili della
salute pubblica, i virologi e i laboratori farmaceutici hanno costruito un
sistema sull'imminenza della pandemia. Ci sono molti soldi in gioco, reti
d'influenza, carriere e intere istituzioni! Ed è bastato che uno dei virus
dell'influenza muti per vedere tutta la macchina mettersi in moto. Non pensa
che il fatto che l'OMS abbia cambiata la definizione di pandemia sia notevole?
La vecchia definizione era “un nuovo virus che si diffondeva velocemente, per
cui non si aveva nessuna immunità e che causava un alto numero di malati e
un'alta mortalità”. Ora, le ultime due sono state cancellate e con questo
cambiamento è stato possibile catalogare l'influenza suina come pandemia."
Tom Jefferson, epidemiologo,
membro della Cochrane Collaboration [«A whole industry is waiting for a
pandemic », Der Spiegel, 21 luglio 2009]
Avete visto nell’Emisfero Sud,
se non si fosse trattato di un’influenza, ma di un altro virus, non ne
parleremmo nemmeno. Il fatto è che l’influenza ci ossessiona dal tempo della
grande epidemia la Spagnola…di decennio in decennio se vi è stata mutazione, è
stata di una virulenza decrescente. Per questo non ho paura di questa influenza
e trovo che vi sono delle strategie della paura che sono, sicuramente sincere,
ma precipitose. Io non mi vaccinerò e non incoraggerò i miei figli, che sono
maggiorenni, a farlo."
Rony Brauman, già presidente
di Medici Senza Frontiere, direttore della ricerca presso la Fondazione CRASH
di MSF a Parigi
È una pandemia dell’indecenza.
Quando considero la situazione del pianeta, mi vergogno di vedere tutti questi
sforzi per evitare questa influenza di cui si sa davvero poco. Ogni settimana
nel mondo muoiono di malattia 200mila bambini. La maggior parte di loro
potrebbe essere salvata con medicine e programmi di prevenzione. Ogni anno un
milione di persone muoiono di malaria tra l’indifferenza quasi generale…L’influenza
A non ha provocato che un decesso (discutibile) in Francia. Questa povera
ragazza di 14 anni è probabilmente morta per qualche altra ragione. Ma qui un
morto vale molto più delle migliaia o milioni di morti altrui… Non si sa niente
sull’efficacia del vaccino e sui possibili effetti collaterali…se il virus muta
il vaccino sarà inutile
Marc Gentilini,
specialista di malattie infettive, già presidente della Croce Rossa, membro
dell’Accademia Nazionale della Medicina.
Gli stessi tecnocrati che
hanno concepito e governato il sistema finanziario che è crollato nel 2008
sotto il peso della sua avidità, banditismo, immoralità, irresponsabilità,
incoscienza e megalomania, ora ci assicurano che se non facciamo come dicono loro
sarà la catastrofe.
Bisogna essere dei fessi per
fidarsi di chi ti ha già fatto fesso una volta, ma pare sia questo il caso di
milioni di cittadini europei.
Non tutto è comunque perduto:
le vaccinazioni contro l’A/H1N1 sono state rifiutate in massa non solo dalle
persone comuni di tutto l’Occidente, inclusi i Tedeschi, che in genere sono
molto disciplinati in queste cose (si è vaccinato solo il 10% dei Tedeschi, a fronte di
una media storica del 23%), ma dagli stessi dipendenti del sistema
sanitario, pur sottoposti a pressioni inusitate da parte delle autorità mediche
e politiche:
Un analogo rifiuto dettato da
scetticismo informato è stato pronunciato da Olandesi e Francesi in
occasione dei referendum sulla Costituzione Europea. Non tutto è perduto, appunto.
Prima di addentrarci nelle
paludi dello scandalo dell’influenza “suina” e della mangiatoia di soldi
pubblici che ha partorito, segnalo una notizia sconvolgente di qualche giorno
fa e che ribadisce la pericolosità di certi esseri umani che popolano questo
pianeta:
“I ricercatori dell'Erasmus
Medical Centre di Rotterdam (Paesi Bassi) hanno prodotto una variante
estremamente contagiosa del virus dell'influenza aviaria H5N1 in grado di
trasmettersi facilmente a milioni di persone, scatenando, così, una pandemia.
Gli scienziati, guidati dal virologo Ron Fouchier, hanno scoperto che bastano
cinque modificazioni genetiche per trasformare il virus dell'influenza aviaria
(che finora ha ucciso 500 persone nel mondo) in un agente patogeno altamente
contagioso che potrebbe scatenare una pandemia in grado di uccidere la metà
della popolazione mondiale… la variante geneticamente modificata è uno
dei virus più pericolosi che siano mai stati prodotti…. Thomas Inglesby,
scienziato esperto di bioterrorismo e direttore del Centro per la Biosicurezza
dell’Università di Pittsburgh è categorico: «È solo una cattiva idea quella di
trasformare un virus letale in un virus letale e altamente contagioso. È’ un’altra
cattiva idea quella di pubblicare i risultati delle ricerche che altri
potrebbero copiare»”.
Un’altra pessima idea è stata
quella di acquistare milioni di vaccini che ora sono da buttare per contrastare
un’epidemia particolarmente blanda come la A/H1N1, spacciata terroristicamente
per pandemia apocalittica dall’OMS, che aveva assunto come consulenti ex
dipendenti delle case farmaceutiche che avrebbero ricavato enormi profitti
dalla campagna di vaccinazione.
Approfondiamo questo caso.
LA POLONIA E L’A/H1N1
Ecco il giudizio sull’intera
questione espresso da Ewa Kopacz, l’allora ministro della sanità polacca,
che segnalava almeno 20 punti poco chiari nelle direttive OMS e parlava di
truffa: “Qual è il dovere di un ministero della Sanità? Concludere accordi
che facciano l'interesse dei cittadini oppure siglare accordi che facciano
l'interesse delle case farmaceutiche?”.
Lo si potrebbe chiedere all’allora
ministro della sanità italiana, Sacconi, la cui moglie era presidente di
Farmindustria. Così scriveva Vittorio Feltri il 30 gennaio 2009, su Libero,
in un editoriale dal titolo “Caro Berlusconi, chiedi cosa fa la moglie di
Sacconi”: «Si dà infatti il caso che Sacconi sia coniugato (...) con una donna
talmente in gamba da essere assurta alla direzione generale di Farmindustria.
Anche chi non ha dimestichezza con certi affari comprende: siamo di fronte a un
gigantesco conflitto di interessi; il responsabile del dicastero (sia pure
tramite il sottosegretario Fazio) controlla la Salute pubblica, e sua moglie è
al vertice non di un’azienda di elettrodomestici bensì di un colosso quale
Farmindustria che, come dice la parola stessa, si occupa di farmaci. Il premier
ne è al corrente? Se lo è, provveda per favore a scorporare la Sanità dal resto
(Lavoro e Previdenza) onde non offrire il fianco agli attacchi dell’opposizione».
Torniamo alle dichiarazioni di
quella ministra polacca che, a differenza di altri, serve il suo paese ed il
bene comune: “Vi invito a visitare uno qualsiasi di questi siti web: non esiste
un solo effetto collaterale: hanno inventato il farmaco perfetto. E, visto che
il farmaco è così miracoloso, come mai le società che lo producono non vogliono
introdurlo nel mercato libero e assumersene la completa responsabilità? Non
abbiamo risultati di test clinici, nessun elenco di ingredienti e nessuna
informazione sugli effetti collaterali. I vaccini sono arrivati al quarto
stadio di controllo, controlli molto brevi a dire il vero, e ancora non abbiamo
queste informazioni. Inoltre, il controllo sulle persone è stato molto ridotto…Ci
sono 1 miliardo di persone con l'influenza stagionale ogni anno in tutto il
mondo. Un milione di persone muoiono ogni anno, sempre per l'influenza
stagionale, su scala mondiale. Non sono statistiche di un anno o due, ma dati
raccolti in anni e anni di osservazioni. E' mai stata annunciata una
pandemia a causa dell'influenza stagionale?".
COSA NE PENSA IL PRESIDENTE
DELLA COMMISSIONE SANITÀ DEL CONSIGLIO D’EUROPA?
Fonte: www.dailymail.co.uk
11.01.2010
Bozza della relazione finale
del Consiglio d’Europa sulla gestione dell’affare H1N1 che raccomanda maggiore
sorveglianza sulle attività dell’OMS:
LE CONCLUSIONI DEL COMITATO
NAZIONALE PER LA BIOETICA
Ecco la considerazioni finali
di un’inchiesta realizzata nel 2006 dal Comitato Nazionale per la Bioetica e
commissionato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Lo trovate a
questo link (pp.13-14):
1) l’industria spesso non
fornisce ai medici un’informazione neutrale e completa, ma un’informazione già
indirizzata, creata nei propri uffici;
2) i farmaci prodotti sono
spesso duplicati di altri farmaci già esistenti (i cosiddetti farmaci me-too)
che non presentano vantaggi rispetto a questi ultimi e che vengono venduti a un
prezzo superiore. L’industria promuove solitamente i medicamenti più recenti e
costosi e a tal fine a volte elargisce ai medici vari tipi di “doni” che
inducono nei sanitari un atteggiamento incline all’iperprescrizione o alla prescrizione
dei farmaci più costosi;
4) l’industria a volte
interrompe ricerche non favorevoli o ne impedisce la pubblicazione. In altri
casi distorce una ricerca in corso, sostituendo gli obiettivi (end points)
primari con obiettivi surrogati;
5) i dati bruti delle
sperimentazioni clinico-farmacologiche rimangono spesso nelle mani dell’industria
e non vengono mai messi a disposizione dei ricercatori che li hanno prodotti. A
questi ultimi i dati vengono forniti soltanto quando sono stati rielaborati
dagli uffici statistici delle aziende;
6) l’industria, in quanto “proprietaria
dei risultati”, non pubblica i risultati negativi;
7) le riviste scientifiche non
pubblicano articoli con dati negativi perché di scarso interesse scientifico o
commerciale;
8) l’industria condiziona,
attraverso la pubblicità, le maggiori riviste mediche, i cui referees spesso
hanno rapporti di dipendenza economica dalle aziende;
9) i medici che redigono le
rassegne o le linee-guida sovente non sono davvero indipendenti dalle
industrie.
LA PRESUNTA INDIPENDENZA DEGLI
ESPERTI DELL’OMS
L’immagine e credibilità dell’OMS
e dei suoi consulenti è stata devastata da un’inchiesta congiunta del British
Medical Journal e del Bureau of Investigative Journalism, che ha rivelato gli stretti
e redditizi rapporti tra esperti e case farmaceutiche. Ciò ha costretto
l’OMS ad avviare una sua inchiesta interna, confidenziale e gestita in
buona parte da persone già coinvolte nello scandalo. Dunque l’OMS è
recidiva e non intende porre fine ai suoi numerosi e giganteschi conflitti di
interesse. Anche questo fatto è stato denunciato dal BMJ.
Possiamo immaginare che le
resistenze dell’OMS siano motivate dal fatto che essa è finanziata ormai
per la quasi totalità dai privati (ossia dalle case farmaceutiche):
Sir Roy Anderson,
consulente del governo britannico sull'influenza suina, manteneva
contemporaneamente un incarico da 116.000 sterline l'anno presso il consiglio
della GlaxoSmithKline, la terza più grande casa farmaceutica del mondo.
Della commissione “indipendente”
dell’OMS sulla pandemia di H1N1, faceva parte John Mackenzie (Curtin
University, Australia – NB prima volta che la sento nominare in vita mia), uno
dei più allarmisti. Mackenzie ha robusti legami con i produttori di vaccini.
Albert Osterhaus, il principale consigliere
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la pandemia H1N1, collega di quel
Ron Fouchier che sostiene di aver creato in laboratorio una superaviaria
che potrebbe sterminare la metà della popolazione mondiale (quelle “naturali”
non funzionano abbastanza bene?). Già al centro di un’inchiesta parlamentare
olandese per i suoi legami con le case farmaceutiche che producono i vaccini
prescritti dall’OMS. Lo hanno soprannominato “Signor Influenza”, ma un
nomignolo migliore sarebbe Dottor Pandemia, visto che è responsabile del panico
riguardante la SARS – meno di 800 morti probabilmente da attribuire alla
SARS, quasi esclusivamente in Cina, Taiwan e Singapore – e l’aviaria H5N1 –
stando ai dati OMS ci sono stati 564 casi di aviaria tra il 2003 ed il 2011,
con 330 decessi nel mondo - 37 all’anno! La stima delle fatalità per la normale
influenza stagionale nei soli Stati Uniti è, ANNUALMENTE, di 23.607 decessi. Di
tubercolosi muoiono 2 milioni di persone all’anno.
Altre pandemie fittizie, ma
molto redditizie, per Roche (Tamiflu) e GlaxoSmithKline (Relenza).
Il Signor Influenza, oltre che
membro del comitato di esperti dell’OMS (SAGE, Strategic Advisory Group of
Experts), alle cui riunioni prendono parte in qualità di osservatori gli
esperti di GlaxoSmithKline, Novartis, Baxter & co. è anche presidente di un
altro pannello di esperti di influenze, lo ESWI (European Scientific Working
group on Influenza), che si sostiene in gran parte grazie ai finanziamenti di
produttori di vaccini come Baxter Vaccins, MedImmune, GlaxoSmithKline, Sanofi
Pasteur e Novartis e del distributore del Tamiflu, Hofmann-La Roche.
Frederick Hayden, membro del SAGE dell'OMS,
riceve generosi emolumenti da Roche e GlaxoSmithKline. Arnold Monto
invece è il destinatario di quelli di MedImmune, Glaxo e ViroPharma.
Negli Stati Uniti le cose non
vanno molto meglio. La moglie del commissario alla Salute dello stato di New
York, Richard Daines, è una dirigente della Goldman Sachs, maggiore
azionista di MedImmune. Il rapporto di collaborazione ha fruttato a quest’ultima
15 milioni di dollari.
Il notorio Donald Rumsfeld,
quello che il 10 settembre 2001 aveva annunciato un "inspiegabile" ammanco nel bilancio del Pentagono
di ben 2300 miliardi di dollari,
senza che poi se ne sapesse più nulla, era presidente della Gilead Science, la società che ha sviluppato e brevettato
il famoso Tamiflu, poi ceduto alla Roche in cambio di succulente royalties. Nel
1976 era Capo di Gabinetto del presidente Ford, al tempo delle vaccinazioni di
massa per un’epidemia di influenza suina, quando scelse un giovane Dick Cheney
per sostituirlo quando fu nominato Segretario alla Difesa:
LA SGUSCIANTE DEFINIZIONE DI
PANDEMIA
Prima dell’allarme H1N1 la
definizione ufficiale dell’OMS di pandemia precisava che questa avrebbe dovuto
comportare “enormi numeri di morti e ammalati”. Specificazione che è stata, in
seguito, convenientemente espunta, dato che l’H1N1 non uccideva quasi nessuno,
a fronte della previsioni di milioni di morti e 2 miliardi di infetti, ma si
doveva comunque giustificare l’acquisto in massa di vaccini.
L’ironia della cosa è che la
sua circolazione è servita a DIMINUIRE i morti della normale influenza
stagionale. Lungi dal causare catastrofi, ha salvato delle vite!
In cambio i vaccini contro
le influenze stagionali potrebbero aver reso i vaccinati più vulnerabili all’H1N1:
In Italia si sono ammalate
oltre un milione e mezzo le persone, con 70 decessi. Acquistati 24 milioni di
vaccini, impiegati meno di 900mila (<4%). 184 milioni di euro finiti nelle
tasche della Novartis. La percentuale delle vittime riconducibili al virus H1N1
è stata dello 0,0038% dei malati, contro lo 0,2% della normale influenza
stagionale.
DANNI DA VACCINAZIONI
(ringrazio Mario Giuliano)
All’inizio di questo secolo 1
persona su 20 in Europa e negli Stati Uniti soffriva di una malattia
autoimmune.
Alcuni sospettano che massicce
infiammazioni s’innestino in disordini autoimmuni cronici e già (loro sì)
epidemici nella popolazione umana. La maggior parte dei disordini mentali
sarebbe una conseguenza di disordini autoimmunitari. Di conseguenza, in ultima
istanza, certe vaccinazioni danneggerebbero le funzioni cerebrali.
Leggiamo cosa riferiva al
Senato la commissione parlamentare d’inchiesta “sui casi di morte e di gravi
malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato all'estero”, martedì
7 dicembre 2010:
“Riassumendo, le nostre
indagini tecnico-scientifiche, hanno escluso la presenza di danni attualmente
evidenziabili con le tecniche usate e riconducibili a tossicità chimica e/o a
contaminazione radioattiva da Uranio Impoverito in tutti i soggetti esaminati”
(p. 19).
Testo completo dell'intervento
del prof. Franco Nobile, Consulente della Commissione – oncologo, Presidente
della sezione provinciale di Siena della Lega italiana per la lotta contro i
tumori (p. 31 e sgg.):
Non vorrei buttare il sasso in
uno stagno, peraltro più vasto di un Oceano ma sono sempre di più i
ricercatori che attribuiscono a queste immunodeficienze, provocate dalle estese
campagne vaccinali, non solo l’aumento delle allergie ma anche delle malattie
autoimmuni, provocate dalle disorganizzazione del sistema immunitario
disturbato dei vaccini. Imponente è la letteratura scientifica da cui
emergono considerazioni e studi che lasciano sospettare possibili correlazioni
tra vaccinazioni e tumori. Solo a titolo esemplificativo citiamo: ricercatori
dell’Università di S. Francisco tra l’88 e il ’95 evidenziarono come uno dei
fattori di aumentato rischio linfoma era la vaccinazione antipolio. Dati poi
confermati, sempre su migliaia di casi, da ricercatori tedeschi, belgi,
scandinavi ed italiani anche per altri tipi di vaccinazioni. Sin dagli anni ’60
era ammesso che alcune vaccinazioni possono indurre tumori se si realizza la concomitanza
con altri fattori ambientali sfavorevoli.
Alcuni test pilota, condotti
su un campione molto ristretto di militari mai andati in missione, e su un
gruppo di pari consistenza di reduci da più missioni, pur nella loro ridotta
rilevanza statistica, hanno evidenziato una frequente alterazione
immunologica, fortemente suggestiva di immunodepressione. Se tali risultati
preliminari venissero confermati su ampia scala, significherebbe che senza
opportune misure preventive il personale militare in condizioni di
immunodepressione potrebbe essere esposto al rischio di contrarre vari tipi di
malattie.
Si è posto pertanto il
problema di individuare le cause o concause che hanno potuto provocare la
caduta dei poteri immunitari nei militari esaminati, e le ricerche sulle
possibili cause di tali anomalie si sono rivolte prioritariamente verso i
vaccini.
Occorre doverosamente far
presente che un aspetto assolutamente certo e riscontrabile in tutte le
vaccinazioni consiste nella soppressione post-vaccinale delle difese
immunitarie di durata variabile, con un massimo di caduta dei linfociti 10
giorni dopo l’inoculazione. Dalla letteratura scientifica risulta che un
vaccino diminuisce l’immunità mediata da linfociti del 50% e due vaccini
contemporaneamente del 70%.
(…) il supervaccino
creato per il morbillo nel 1989 risultò causare una super-soppressione (da 6
mesi a 3 anni) del sistema immunitario, causando anche dei decessi. Nel 1992 l’OMS
ritirò tale vaccino dal mercato.
(…). Ci preme sottolineare
subito e con forza gli innegabili ed enormi progressi compiuti contro le
malattie infettive dopo la scoperta delle vaccinazioni, il cui fine ultimo è
l’eradicazione di malattie devastanti come il vaiolo e la polio, mentre quello
intermedio è la loro prevenzione, individuale e/o di intere popolazioni.
(…) Consentitemi di prendere
per buona l’innocuità dei costituenti dei vaccini, anche se, in verità, non
sembrerebbe esatto con assoluta certezza. Basti ricordare, per esempio, i
sospetti avanzati ricorrentemente sui vari componenti elencati nel foglietto di
accompagnamento e che variano secondo le aziende: dagli antigeni vivi,
attenuati o uccisi, agli agenti coniugati, dai conservanti e stabilizzanti,
agli adiuvanti (per i quali per farli “adiuvare” di più e prolungare l’effetto
si ricorre a metalli pesanti come il mercurio (solo l’Italia non l’ha ancora
vietato) e l’alluminio, pericolosi per la salute dei vaccinati). I metalli
pesanti sono tossici perché penetrano nell’organismo con cibi, bevande,
farmaci, aria respirata, per contatto e si accumulano in ossa, fegato, rene,
sistema nervoso e grasso, bloccando importanti reazioni enzimatiche, alterando
il metabolismo e gli scambi energetici fino a provocare malattie autoimmuni, e
malattie cronico-degenerative come l’autismo, la sclerosi multipla, il
Parkinson, l’Alzheimer e forse certi tipi di tumore. Le intossicazioni più
frequenti sono da piombo, arsenico, cadmio, alluminio e mercurio. Gli ultimi
due metalli sono presenti come adiuvanti in diversi vaccini. Sottolineiamo che
eventuali danni da vaccini rappresentano un problema comune a tutta la
popolazione vaccinata, sia civile che militare.
(…). Probabilmente, proprio in
relazione al possibile verificarsi di tali eventi avversi, le stesse
aziende produttrici di vaccini dichiarano nei loro foglietti illustrativi di
non aver provveduto a testare e a valutare la potenziale cancerogenicità dei
vaccini commercializzati. Nessuna
azienda produttrice effettua indagini a medio e a lungo termine per sapere se i
vaccini, che oggi sempre più spesso vengono prodotti geneticamente modificati,
possano rappresentare una concausa per l’insorgenza di talune patologie o
provocare mutazioni genetiche. La formula riportata è la seguente : “Non è
stato valutato per questo vaccino il potenziale carcinogenetico, mutagenico e i
potenziali danni sulla fertilità”. Altre aziende usano più o meno la stessa
dizione, magari aggiungendo “di non aver fatto studi a lungo termine neanche
sugli animali”.
Ma anche se segnalazioni del
genere si susseguono da parecchi decenni, mai sono state correlate fra loro, e
non solo non vengono svolti, ma neppure richiesti studi approfonditi e
metodologicamente significativi. Anzi, a partire dagli anni ’90 questo genere
di pubblicazioni scientifiche sembrerebbe in diminuzione come se nessuno
volesse assumersi la responsabilità di porre un così pesante interrogativo
sulla consolidata (e remunerativa) pratica delle vaccinazioni di massa, civili
e militari, dell’ordine di diversi miliardi di dosi.
(…) Attualmente non
esiste alcun monitoraggio comune dei programmi di vaccinazione in Europa volto
a valutare l’efficacia e la sicurezza. Non ci sono dati raccolti in
base ai quali identificare le eventuali differenze che potrebbero sorgere nei
Paesi dell’UE in seguito a diversi modi e tempi di somministrazione del vaccino”.
Il relatore raccomanda l’istituzione
di un “Osservatorio permanente e informatizzato degli eventi avversi
post-vaccinali”, spiegando che “questo sistema di sorveglianza dovrebbe servire
a consentire le cure ad ogni singolo caso; ad accertare se un dato evento
avverso possa essere attribuibile ad un reale rapporto di causa-effetto con un
vaccino oppure ad un semplice rapporto temporale; aggiornare le informazioni
disponibili sulla sicurezza e la reattività dei vaccini sui rischi-benefici e
sulle controindicazioni; modificare eventualmente i criteri di utilizzo dei
vaccini; fornire ai militari una corrette informazione sulla frequenza e sulla
gravità degli effetti indesiderati dovuti alla vaccinazioni”.
Il Giappone ha bandito l’uso
del Tamiflu (l'antivirale prodotto dalla Roche), per
gli adolescenti:
Ci sono analoghe preoccupazioni
negli Stati Uniti sugli effetti a carico del sistema nervoso centrale e
periferico del Tamiflu:
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