Condivido
punto per punto le considerazioni di Paolo Hutter (lettera a Repubblica, 15
dicembre 2011) sulla questione dell’ipotetica abolizione delle province
italiane:
“La
manovra del Governo conto le Province crea più problemi di quelli che risolve e
si sta impantanando a causa delle sue inevitabili contraddizioni legislative e
costituzionali. Ma come si fa a pensare di abolire un’istituzione storica come
quella delle Province tramite un decreto economico? Per risparmiare pochi
milioni, poi.
In tutti i
paesi europei c’è un’istituzione geograficamente intermedia tra Regioni e
Comuni e persino la Grecia per risparmiare “sui costi della politica” ha
ridotto il numero delle Regioni, Province e Comuni tramite accorpamenti ma non
si è sognata di abolirle. Le Province soffrono di mancanza di poteri e di altri
mali, sono anche diventate un po’ troppe, ma sono mediamente la dimensione
geografica ideale per politiche territoriali e ambientali moderne. E, comunque
la si pensi in proposito, non si possono abolire né svuotare senza un confronto
pacato, razionale ed approfondito, lontano da linciaggi”.
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