mercoledì 14 dicembre 2011

Londra in fiamme! Preludio alla Rivoluzione Globale?



Troppe persone di sinistra tendono a pensare che gli ultimi della società sono essenzialmente buoni e i potenti sono essenzialmente malvagi.
Troppe persone di destra tendono a pensare che gli ultimi della società sono essenzialmente malvagi e i potenti sono essenzialmente buoni.
La cosa interessante delle violenze vandaliche estive nelle città inglese è che il profilo morale e psicologico degli uni (ultimi) e degli altri (primi) è molto simile ed è plasmato da una visione del mondo social-darwinista in cui il prossimo è uno strumento per elevarsi socialmente, lo status è tutto, il potere non riconosce limiti. Un qualcosa di radicalmente diverso, addirittura agli antipodi, rispetto alla visione egalitario-solidale di Occupy Wall Street e degli indignati.

All’inizio di agosto migliaia di giovani inglesi sono scesi per le strade assaltando negozi e scontrandosi con la polizia. La spiegazione ufficiale è che queste persone erano criminali nati e che le loro azioni non avevano alcun significato sociale e politico, non erano indice di alienazione, anomia e disperazione, ma solo il prodotto di un’educazione carente, di avidità, venialità, irresponsabilità, congenita corruzione morale, scaltro utilizzo delle nuove tecnologie per raggirare le forze di polizia. Governo e poteri forti non si sono assunti alcuna responsabilità, l’intera colpa è stata assegnata ai criminali e l’unico intervento giudicato necessario per rimediare alla situazione è stata la comminazione delle pene più severe contemplate dal codice penale per quel tipo di reati, per quel tipo di vandali privi di morale, di coscienza, di ragione.
La London School of Economics ed il Guardian hanno realizzato uno studio del fenomeno che fa finalmente luce sugli aspetti che il governo britannico e i media hanno volutamente sorvolato, semplificando immotivatamente una realtà molto più complessa. Per David Cameron la causa unica delle rivolte era da ricercarsi nelle bande di strada, le gang metropolitane. Purtroppo per lui proprio l’inchiesta governativa ha mostrato che solo il 13% degli arrestati ne faceva parte e che nella maggior parte dei casi non ha operato come tale:
I dati del Ministero della Giustizia indicano che il 64% dei partecipanti risiede nei distretti più poveri ed il 42% si deve avvalere delle “tessere annonarie” dei nostri giorni, sussidi sociali per comprare il cibo e poter tirare avanti. La disoccupazione giovanile è al 22%.
La ricerca della LSE ha rivelato che i rivoltosi erano molto più politicamente motivati di quanto ci si aspettasse:
La ricerca mostra i nessi con la “primavera araba” ed esclude che possano essere fenomeni locali, proponendo un confronto con i fermenti della fine degli anni Sessanta, che interessarono categorie diverse e paesi diversi ma erano accomunati da una vigorosa protesta contro un sistema iniquo e troppo trincerato per scegliere la via del negoziato e delle concessioni:
I testimoni parlano di una furia cieca ed indiscriminata, contro le cose e contro dei perfetti sconosciuti, guidata dal desiderio di infliggere quanta più sofferenza e danni all’ambiente circostante, indipendentemente dal fatto che si trattasse di poliziotti o meno. Se uno cresce in certi distretti metropolitani inglesi la vulnerabilità, la mitezza, la nonviolenza sono fuori questione. Si cresce imparando a lottare, a subire ed usare violenza. Se uno ha la fortuna di avere dei genitori decenti o una figura-modello allora può anche districarsi. Gli altri sono fondamentalmente condannati e si abituano presto ad un tipo di pressione che chi governa la nazione non ha mai esperito e non può neppure lontanamente immaginare. La pentola a pressione è esplosa con la crisi prima e le misure di austerità poi. Ma mentre nei paesi Arabi era fin troppo facile capire con chi ce la si doveva prendere, in Gran Bretagna i membri più alienati della società erano infuriati ma senza un bersaglio preciso (a parte gli agenti), senza riuscire ad individuare chiaramente dei responsabili principali, o un progetto per cui lottare. Così il tutto si è risolto in vandalismi e ruberie, ossia nella distruzione delle esistenze di altri concittadini che non hanno alcuna diretta responsabilità in tutto questo.
Questa miopia è dovuta al fatto che i politici sono stati molto abili nel favorire l’alta finanza fingendo di stare dalla parte dei cittadini e che per molti, in parte per colpa loro, è praticamente impossibile riuscire a capire perché alcuni se la passano così bene, partendo così avvantaggiati, ed altri fanno fatica ad arrivare a fine mese, a prescindere dagli sforzi che fanno per sollevarsi dalle loro condizioni di vita. È quel che succede quando la mobilità sociale si riduce al minimo, la gente diventa ogni giorno più sfiduciata e rabbiosa, i finanzieri sfasciano l’economia mondiale e poi si attribuiscono compensi favolosi, continuando a farlo, nella più completa impunità. 
Il che spiega perché la gran parte degli intervistati (81%) si aspetta che ci saranno altre sommosse e violenze nei mesi ed anni a venire e molti, a dispetto della aspre punizioni che sono state comminate, sono pronte a ripetere le stesse azioni. Avendo perso ogni speranza nel futuro e fiducia nella società, non sanno come sfogare la tensione se non in modo caotico e distruttivo. È probabile che la loro previsione troverà conferma: George Osborne, il responsabile del dicastero dell’economia, ha già preannunciato che il regime di austerità si prolungherà fino al 2017 e le stime del ministero prevede altri 710mila esuberi nel settore pubblico entro quella data:
La metà delle persone sentite nel corso dei procedimenti giudiziari veniva dal 20% più povero tra i distretti britannici. Solo il 51% dei devastatori si sente parte della società inglese, contro il 92% della media generale. Il 59% tra chi non studiava era disoccupato.
La miseria è stato un fattore determinante:

ALCUNE RIFLESSIONI
I grandi evasori e gli squali della finanza si permettono di definire parassiti i dipendenti pubblici e le famiglie che si avvalgono dello stato sociale e che subiscono gli effetti del comportamento scriteriato, immorale e PARASSITARIO dei primi.
La grandi aziende controllano la politica, che plasma la società attraverso le leggi che promulga, ma le multinazionali non sono organizzazioni etiche, anzi. Il loro comportamento è paragonabile a quello di uno psicopatico:
Perciò il risultato dell’influenza del grande capitale in politica può solo essere deleterio per la società.
Infatti il giornalista del Sunday Times Kevin Cahil ha pubblicato un libro intitolato “Chi possiede la Gran Bretagna” che documenta come il territorio sia per il 69% di proprietà dello 0,6% della popolazione. Di contro, circa il 70% della popolazione è concentrato sul 5,8% della terra. Non sorprende dunque che il costo dei terreni e delle abitazioni sia così alto e che i padroni di casa abbiano il diritto di pretendere che gli inquilini se ne vadano entro un mese, se non vogliono che l’affitto raddoppi. Un reddito annuo di 50mila sterline può non essere più sufficiente per ottenere un mutuo. C’è chi ha interesse a far sì che questa tendenza prosegua, a prescindere dai suoi salatissimi costi sociali.
L’importante è riuscire a far credere alla gente che i disordini siano provocati da criminali nati ed ignorare il fatto che questi siano cresciuti nei distretti più poveri, in aree in cui si rischia di essere accoltellati mentre si gioca per strada, dove la vita ha poco valore ed è virtualmente impossibile dare un più alto significato all’esistenza umana, propria e altrui, ma anche alla natura, all’arte, all’educazione, alla società nel suo complesso, alla coscienza/anima. Non c’è da stupirsi che divengano dei nichilisti arrabbiati, che credono unicamente nel proprio immediato tornaconto.
Qual è la differenza tra loro e chi fa in modo che milioni di famiglie ed intere nazioni si indebitino fino al collo, di chi investe nell’industria bellica che produce mine antiuomo e nei rifiuti tossici, che specula sul prezzo delle derrate alimentari, affamando milioni di persone, che impedisce lo sviluppo di tecnologie ed economie sostenibili, di carburanti non inquinanti, ecc. Almeno i vandali urbani sono sociopatici – l’ambiente li ha resi psicopatici. I dirigenti aziendali ed i grandi banchieri sono, di norma, nati con la camicia, quindi se si comportano da psicopatici non è per le pressioni ambientali ma per scelta o per una data configurazione neurologica:
Il fatto che abbiano un enorme successo, tanto da fare il buono e cattivo tempo in una società costituita da milioni di cittadini, attenendosi ad un codice di condotta spregevole ed antisociale, non è certo di buon esempio per le giovani generazioni. Sii immorale, farai strada! Non è un modello a cui i giovani possono restare indifferenti: l’onesto arranca, il furbo trionfa e può anche condizionare il modo in cui si definiscono le regole che si applicheranno a tutti, le leggi dello Stato, aggirandole a sua discrezione quando gli sono di ostacolo. Mi viene in mente quella pubblicità dei due giovani belli e vincenti che schioccano le dita e fanno apparire tutto quello che desiderano – si può immaginare un messaggio più diseducativo? L’unico significato che viene convogliato dalla televisione dei nostri tempi sembra sia essere: “materialismo è bello”, “edonismo è giusto”, “niente è sacro tranne il proprio tornaconto”, “l’unico diritto inalienabile è quello di poter trarre profitto”. Dobbiamo sorprenderci del fatto che persone “educate” dalla televisione crescano con l’idea che è legittimo sfasciare negozi per rubare oggetti di lusso e di status? Questa gente non ha più nulla da perdere, non ha mai avuto qualcosa da perdere. Se avessero avuto una qualche prospettiva non l’avrebbero certo messa a repentaglio a quel modo.
Chi crede che cercare di capire il loro comportamento per evitare che si ripeta equivalga a giustificarli merita solo degnazione.
Ci si può solo augurare che, prima di spirare, chi è stato spietato con il prossimo non sia più capace di mentire a se stesso e razionalizzare il male che ha fatto, giungendo ad una qualche forma di pentimento e redenzione.

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