L'Italia ce la farà a
uscire dal tunnel della crisi, usando l'arma vincente della coesione sociale e
nazionale.
Giorgio Napolitano,
presidente della Repubblica, 24 dicembre 2011.
Il rischio è quello di
ritrovarci negli anni '30 come durante la grande depressione che colpì il mondo
prima della guerra. Nessuna economia al mondo, sia dei paesi a basso reddito,
dei mercati emergenti a medio reddito, o delle economie super-avanzate sarà
immune dalla crisi, che non si sta solo sviluppando, ma è in escalation.
Christine Lagarde, presidente
del Fondo Monetario Internazionale, 24 dicembre 2011.
Uno dei due farà la figura
del pirla e non è difficile immaginare chi.
Sta per scoppiare la più
immensa bolla finanziaria della storia e, in Italia, la più provinciale ed
egocentrica tra le potenze economiche, sembra quasi che il problema sia
unicamente italiano, anche a causa della monotonia delle esternazioni della
coppia Monti-Napolitano. Una coppia tanto antiquata da credere ancora che i
salassi possano curare i pazienti, quando persino Olivier Blanchard, il capo
economista al FMI – un’istituzione più volte accusata di stritolare le economie
per favorire regimi finanziari oligopolistici (anche da un premio Nobel come
Stiglitz) – constata che i programmi di austerità sono controproducenti:
Non è forse tipico degli
strozzini prestare a chi non si può permettere di restituire per poi spolpare
il debitore insolvente, non lasciandogli neanche le lacrime da piangere? E non
è forse quello che sta succedendo, a colpi di austerità e salassi?
Intanto il prezzo del
petrolio cresce, il mercato dei derivati si espande ed è più tossico che mai,
gli indebitamenti si gonfiano, la crescita ristagna, la disoccupazione aumenta
(anche negli Stati Uniti, solo che lì le statistiche non includono i milioni di
americani che hanno gettato la spugna e perciò sono stati espulsi dal dato
riguardante la forza lavoro), gli investitori abbandonano i mercati borsistici,
la Cina non esporta più e sta per affrontare l’esplosione della sua bolla
speculativa, Francia, Belgio, Italia, Spagna, Irlanda, Slovenia e Cipro stanno
per subire un abbassamento del rating.
Solo Napolitano potrebbe
pensare che tutto andrà bene.
I consumatori italiani
sembrano più lucidi del loro presidente:
Gli economisti italiani
sembrano più lucidi del loro primo ministro:
Chi non è avulso dalla
realtà sa che siamo messi peggio che nel 2008, l’anno dell’inizio dell’attuale
Crisi:
E che sono ancora gli
stessi che fanno girare la giostra, senza lasciarci scendere:
Non è dunque per caso che
la Banca Centrale Europea ha pensato bene di fare l’ennesimo favore alle
banche, che potranno prendere a prestito dalla BCE ad un ridicolo tasso dell’1%
e prestare agli stati ad un interesse del 6%. «Il rischio di credito per le
banche è pressoché nullo», ha detto l'economista Luigi Zingales. «Se il Tesoro
italiano dovesse dichiarare bancarotta, le banche sono insolventi in ogni caso,
quindi il rischio aggiuntivo se lo prende la Bce. Si tratta di un regalo tanto
enorme che vorrei anche io essere una banca»:
Babbo Natale non è mai
stato così generoso! E conviene a tutti: ai narcotrafficanti (BCE), ai pusher
(banche e politici), ai cittadini che per qualche tempo ancora potranno negare
di essere dei tossicodipendenti:
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