Se scivoliamo in un
conflitto con l’Iran, in un modo o nell’altro, le conseguenze saranno
disastrose per noi, enormemente disastrose e, contemporaneamente, globali.
Zbigniew Brzezinski, 14
dicembre 2011
Il capo degli ispettori ONU Hans Blix ha dichiarato venerdì che le
ispezioni non hanno portato alla luce nessun'arma di distruzione di massa e che
le interviste con gli scienziati sono state utili, e ha sollevato dubbi sulle
prove esibite dal segretario di Stato Colin Powell che indicavano che l'Iraq
potrebbe aver ripulito i luoghi delle ispezioni prima dell'arrivo degli inviati
ONU.
Associated Press,
"Blix: no weapons of mass destruction", 14 febbraio 2003
Questa non è una nazione
pronta ad entrare in guerra:
Specialmente una guerra che
ha tutte le carte in regola per scatenare un effetto domino coinvolgendo un
numero indeterminabile di altre nazioni, tra le quali delle potenze nucleari.
Per come la vedo io, solo
un idiota farebbe una cosa del genere, oppure una marionetta. Si tratta ora
di capire se Barack H. Obama sia un savio, un idiota, o una marionetta.
Per il momento il suo
entourage ed i suoi alleati stanno facendo tutto il possibile per fargli fare
una pessima figura.
Leon Panetta (Segretario
della Difesa) ha dichiarato – non si sa bene sulla base di quale valutazione,
visto che il più recente rapporto AIEA non corrobora questa sua posizione – che
l’Iran avrà l’arma nucleare entro un anno (fine 2012) e che gli Stati
Uniti non permetteranno che ciò avvenga:
Per chi non ha ancora
capito quanto ipocrita, menzognera, stupefacentemente malvagia (e chiaramente
suicida, per chi ha occhi per vedere) sia la condotta dell’Occidente
riguardo a questa problematica:
Il generale Martin
Dempsey, capo dello Stato Maggiore, che ha in precedenza espresso in più di
un’occasione la sua fortissima riluttanza a coinvolgere la nazione in un
conflitto con l’Iran, espandibile al mondo intero, ha comunque rassicurato
l’amministrazione Obama sul fatto che l’esercito americano è pronto per
l’attacco.
Forse in considerazione del
fatto che i soli bombardamenti aerei non sarebbero in grado di bloccare il
programma atomico iraniano, a partire dal 2010 Israele ha cominciato a
posizionare su base permanente i suoi sottomarini nucleari al largo delle
coste iraniana:
[N.B. Israele non
solo ha armi nucleari ma voleva fornirle al Sudafrica dell’apartheid (soluzione
finale del problema dei neri?)]:
Dimostrando grande
previdenza, le guardie rivoluzionarie iraniane hanno già preparato le fosse
per i caduti di una guerra che si annuncia molto poco chirurgica e
sanguinosissima:
Forse, se l’opinione
pubblica internazionale si rendesse conto di quel che rischiamo tutti,
SCENDEREBBE NELLE STRADE E BLOCCHEREBBE OGNI ATTIVITA’ PRODUTTIVA COME FORMA DI
AUTODIFESA NONVIOLENTA.
Esaminiamo dunque queste conseguenze:
Innanzitutto i milioni di
civili iraniani (e le decine di migliaia di lavoratori e residenti stranieri,
incluse le centinaia di Italiani) che vivono nelle metropoli prossime ai siti
nucleari e i siti patrimonio dell’umanità, che sarebbero spazzati via o resi
inaccessibili per un numero incalcolabile di anni (il tempo di dimezzamento
dell’uranio 235 è di 700 milioni di anni e quello dell’uranio 238 è di 4,5
miliardi di anni!). Nessuno ha mai bombardato un sito nucleare operativo.
Il Pentagono ha calcolato che l’effetto di UN SINGOLO ATTACCO atomico sarebbe
la morte di 3 milioni di persone nelle prime 2 settimane e la contaminazione
radioattiva di un’area che includerebbe il Pachistan e l’India, ossia
centinaia di milioni di persone (!!). 35 milioni di persone sarebbero ad
altissimo rischio di sviluppare un tumore. Se nei pressi ci fossero magazzini
di agenti chimici e biologici anch’essi si diffonderebbero nell’aria. I
siti nucleari più in profondità resterebbero intatti!
E questo senza contare le
conseguenze dell’esplosione di un reattore, che produrrebbe un inquinamento
radioattivo della durata di 700 MILIONI DI ANNI che renderebbe
istantaneamente inaccessibile la metà delle riserve petrolifere del mondo.
Nel marzo del 2003 le
particelle radioattive delle armi all’uranio impoverito usate da Stati Uniti,
Regno Uniti ed Australia raggiunsero l’Inghilterra in 9 giorni,
attraversando i cieli di Turchia, Ucraina, Austria, Polonia, Germania, Svezia e
Danimarca, per poi toccare anche Norvegia, Finlandia e l’Artico:
Dal 2008 l’Arabia Saudita
si prepara agli effetti di una pioggia di scorie radioattive (nuclear fallout)
Il solito Zbigniew
Brzezinski, alla fine degli anni Novanta, ci spiegava che queste operazioni non
servono a sanare l’economia americana ma esclusivamente per dare corso alle
strategie imperiali americane e che solo un qualche tipo di Pearl Harbor
consentirebbe di occupare militarmente l’Asia Centrale, il centro geostrategico
del globo (l’11 settembre è arrivato circa 4 anni dopo la pubblicazione del
libro):
Riferendosi alle nazioni
centrasiatiche, Brzezinski usava volutamente termini come: “vassalli”,
“tributari” e “barbari”. Tuttavia era ed è rimasto contrario alle guerre, che
considera troppo dispendiose rispetto ai benefici che possono apportare, e
quindi suggeriva di optare per la soluzione dell’insorgenza anti-governativa
(cambio di regime). Brzezinski è rimasto coerentemente all’opposizione durante
le campagne asiatiche del dopo-11 settembre ed è ostinatamente contrario alla
guerra in Iran, che reputa una catastrofe per gli Stati Uniti e per il mondo:
Se lo dice lui – che rimane
comunque un imperialista – c’è da credergli.
Ma forse l’hybris è la
condanna di tutti gli imperi.
L’Impero Romano, in
declino, fu spinto nell’abisso da uno stato di guerra semi-permanente e da
un’incessante lotta intestina tra fazioni parassitarie.
L’Impero anglo-americano,
con i suoi satelliti dell’Europa continentale, Israele e l’Arabia Saudita,
stanno attraversando un’analoga fase di disfacimento. L’Afghanistan non è
pacificato, la Libia è attraversata da tensioni pronte ad esplodere in
qualunque momento, l’Iraq ha scelto di mantenere le distanze dai liberatori, il
Pachistan minaccia di abbattere i droni americani e interrompe le vie di
rifornimento per l’Afghanistan, la Siria, a differenza della Libia, non è precipitata
nel baratro della guerra civile fomentata dai soliti noti e le navi da guerra
russe nel porto siriano di Tartus sono un fortissimo deterrente contro ogni
azione bellica, l’Iran si sta rivelando un osso durissimo, Venezuela e Cuba
tengono botta senza troppi problemi. Ad aggravare questa situazione c’è un
declino economico sempre più marcato, decine di milioni di cittadini che
dipendono dalle tessere annonarie (food stamps) e milioni di altri che non lo
fanno solo per non dover ammettere con se stessi di essere alla frutta. E poi
ci sono i movimenti di protesta di Occupy Wall Street (sinistra) e del Tea
Party (destra).
In tali frangenti, una
persona ragionevole non andrebbe in giro a fare il bullo ma cercherebbe di
siglare accordi e di addivenire a compromessi. Invece gli Stati Uniti,
intossicati dalla brama di potere, collocano missili dalla Spagna all’Europa
dell’Est, da Darwin (Australia) alla Turchia. Fanno la voce grossa con la
Russia e con la Cina:
Cosa li spinge lungo questa
pericolosissima ed autolesionistica china che sembra scimmiottare la
parodistica megalomania di "Numero 1", il capo della Spectre? Davvero
credono che l’uso di testate nucleari tattiche (ciascuna molto più potente
delle bombe atomiche sganciate sul Giappone) per neutralizzare i siti iraniani
non avrebbe conseguenze significative per i civili iraniani e per l’intero
globo? Non hanno imparato nulla dal disastro di Fukushima?
Sono convinti che l’umanità si berrà la fandonia della missione di pace
condotta con bombardamenti atomici e continuerà a pensare che la
NATO incarni il Bene e le sue vittime siano in realtà degli aggressori?
Prevedono di poter gestire un conflitto che presto ingolferà un’area che va dal
Mediterraneo Orientale all’India ed alla Cina occidentale, includendo una
potenza nucleare come il Pachistan?
Eppure è quello che stanno
progettando da anni:
Si chiama Conplan 8022-02
(Concept Plan – ma “con” in inglese è il truffatore; “to con” significa
raggirare) e comprende due differenti scenari: “Il primo è la risposta a una
specifica e imminente minaccia nucleare, vedi Corea del Nord. Una reazione
veloce, un attacco perfettamente preparato che combinerebbe bombardamento di
precisione, guerra elettronica e attacchi cibernetici per mettere fuori uso la
risposta nord-coreana, e dei commandos che operano in profondità nel territorio
nemico, anche per impossessarsi degli apparati nucleari. Il secondo scenario
comprende un attacco più generico contro un'infrastruttura di armi di
distruzione di massa dell’avversario. Supponendo, per esempio, che l’Iran
annunci che è in preparazione un programma urgente per costruire un’arma
nucleare, un attacco pluridimensionale di bombardieri e l'impiego della guerra
elettronica, cercherebbe di distruggere il programma dell’Iran, mentre forze
speciali sarebbero spiegate per neutralizzare e isolare le attrezzature
sottoterra. Impiegando tutti gli espedienti dell’arsenale USA per immobilizzare
un paese nemico, (come chiudere l’elettricità, disturbare e creare interferenze
sui radar e le comunicazioni, penetrare nelle reti dei calcolatori e confondere
i comandi elettronici, etc.) l’attacco globale amplifica l’impatto dei bombardamenti
eliminando la necessità di distruggere fisicamente gli obiettivi che sono stati
neutralizzati in altra maniera. La ragione per cui è stata incluso l'utilizzo
di un’arma nucleare come opzione del CONPLAN8022 (una bomba costruita in modo
da penetrare nel terreno per distruggere attrezzature sepolte in profondità,
ove esistano), è particolarmente sconcertante. Il Piano di Attacco
Globale mantiene l’opzione nucleare come riserva dove l’Intelligence indichi un
imminente attacco nucleare nemico sugli Stati Uniti, o dove ci fosse bisogno di
distruggere un obiettivo difficile da raggiungere”
Sappiamo che quasi
certamente questo è il piano che hanno in mente:
A mio parere, l’esito più probabile di questa
strafottenza sarà la distruzione degli Stati Uniti e di Israele. Hanno
avuto diverse chance di intraprendere la strada della pace e della
collaborazione con le altre nazioni, ma hanno scelto di usare il terrorismo e
l’umanitarismo per proseguire le loro strategie imperiali. La crisi
socio-economica in cui versano gli Stati Uniti è talmente grave che i disordini
interni, sempre più drammatici, non si faranno attendere. Inoltre, quando
il bullo è debole le sue vittime sono subito pronte a coalizzarsi per pestarlo.
Non finirà bene per gli Americani e per gli Israeliani e mi dispiace moltissimo
per quei milioni di loro onesti,
sensibili e compassionevoli che hanno fatto quel che potevano per salvare i
loro rispettivi paesi da questa funesta deriva. Si meritavano di meglio e
invece il gorgo li risucchierà, assieme agli idioti ed alle marionette.
A meno che non si riesca a interrompere la
guerra con scioperi di massa, globali, dimostrando che siamo un’unica specie,
solidale e determinata a sopravvivere.
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